Meta del viaggio e soggetto del quarto carnet pubblicato da Stefano Faravelli per l'Edt è l'Egitto,seguendo quei "segni" cui l'autore è sempre attento nella ricerca del suo cammino esistenziale e d'artista.La destinazione diventa certezza quando il suo sguardo si posa sulla pagina aperta dell'Aleph,dove Borges racconta della colonna nella moschea di 'Amr,al Cairo,che racchiude l'universo,un Aleph appunto,un "occhio di Dio in questo mondo".
Al di là delle deturpazioni del paesaggio e della banalizzazione da usura dei luoghi sacri,l'autore ci rivela gli dei nascosti e la bellezza superstite di quei luoghi che non si sono ancora arresi "allo status di attrazione per i turisti".Come nel qahwa El Fishawy,il caffè più celebre del Cairo dove ancora aleggiano fantasmi del passato.Come ad al-Qasr,regina delle città del deserto,che con le sue case in rovina s'avvia a diventare museo,o forse a tornare sabbia.
Scuta con amore Alessandria,il cui fascino resiste in trincea,ma di cui non può nasconderne il dileguarsi.Per ritrovarne il mistero,visita di notte i colossi di Memnone "naufragati sul ciglio della trafficata carrozzabile per Luxor".Si aggira per i templi di Luxor al mattino presto,un'ora prima dell'apertura,per riviverne l'aura di sacralità.Come la Sfinge volge lo sguardo alla "metastasi cementizia" del Cairo che avanza.E come la Sfinge sa che dovrà arrendersi.Perchè "solo dopo aver ingoiato l'amaro boccone della modernità si può risorgere antimoderni".
La mente e la sensibilità sono quelle del viaggiatore di oggi,ancora capace di stupore,ma anche lucido nel raccontare le brutture e il "pianto delle cose".Questo è l'Egitto di Stefano Faravelli,un Egitto visto attraverso il suo sguardo contemporaneo e filtrato attraverso quello dei grandi pittori-viaggiatori del passato.Un Egitto spesso colto e difficile,fatto di suggestioni e richiami cui l'autore solo accenna.Sta al lettore riempire i vuoti e dare seguito ai suoi suggerimenti.
Si percepisce inevitabilmente la propria pochezza di viaggiatori da Baedeker scorrendo gli appunti che incorniciano le tavole (questa volta il testo scritto in caratteri tipografici è allegato al libro e ne rende la lettura molto più godibile).Ma chi non avesse la pazienza di approfondire rimandi e appunti,può semplicemente abbandonarsi all'incanto della sua pittura.
Sfogliando il carnet,ci arrampichiamo con l'autore sulle dune e scivoliamo con lui lungo il corso del grande fiume sul sandalo Arus en-Nil,la "sposa del Nilo".Ritroviamo pietre,insetti e piccole mirabilie.Ascoltiamo il vocio degli uccelli,il ragliare degli asini.Percepiamo "voci,suoni,profumi e tutto il meraviglioso e il fantastico" che gli occhi dell'artista sanno vedere e la sua mano raccontare.
L'Aleph,il divino e la bellezza,si rivelano anche attraverso questi minuscoli dettagli.
Per le date di presentazione del carnet a Torino,Brescia e Roma:http://www.edt.it/eventi/