4. Prima dei faraoni. Vita nell’Egitto predinastico
In questo capitolo l’autore analizza alcuni aspetti della vita quotidiana nel periodo predinastico, facendo riferimento in generale al 4000 a.C., cioè alla prima parte del quarto millennio a.C..
Innanzi tutto la situazione climatica, molto più umida rispetto allo stato attuale: è probabile che la zona delle piogge estive, ora relegata più a sud e molto ridotta, potesse allora estendersi fino oltre al tropico, generando un sistema di verdeggianti praterie effimere, in grado di ospitare le mandrie nel periodo in cui la Valle del Nilo era allagata.
Mentre l’uso della transumanza stagionale era ancora in atto e compensava da una parte la desertificazione incalzante, dall’altra il regime delle piene del fiume, accrebbero la loro importanza alcuni centri situati in posizione strategica, Nubt, Nekhen e Tjeni, per il concentrarsi delle attività, da quelle agricole, a quelle mercantili, da quelle artigianali a quelle burocratiche.
Il Delta ebbe uno sviluppo differente a causa della sua posizione e conformazione: anche qui la transumanza stagionale era praticata, portando allo stesso semi nomadismo dei gruppi di allevatori altoegizi, ma la vocazione delle città era diversa, decisamente più mercantile e coloniale.
Evidentemente qui mancò l’elemento necessario alla formazione degli stati detti “protoregni”, così il processo di formazione dello stato partì dalle tre ricche città del sud.
Il capitolo si conclude con la storia un po’ romanzata ma verosimile, di un uomo appartenete ad una famiglia di allevatori dell’Alto Egitto, divisa a metà fra la città, la casa e la gente della Valle, e il bestiame, le praterie e la relativa solitudine delle montagne.