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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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"La genesi dei Faraoni" di Toby Wilkinson

Ultimo Aggiornamento: 20/01/2013 16:00
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

05/07/2009 22:34
 
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5. Le navi del deserto. La nascita della religione egiziana
I soggetti delle raffigurazioni possono essere suddivisi in due temi: quello del dominio sul mondo animale e quello delle barche.

Le prime sono rappresentazioni di caccia, di fauna multiforme, di riti particolari in cui gli animali sono protagonisti, assieme ad uomini acconciati con attributi degli animali, come ad esempio le corna, le code o le piume, e di proporzioni superiori alla media, particolare rivelatore del loro status di “capi” oppure già di divinità antropomorfe.

Da una parte le caratteristiche della divinità sono ancora ricercate nel mondo animale, come certi significati simbolici attribuiti a ippopotami, giraffe, falchi, struzzi, gazzelle, tori; dall’altra le figure umane protagoniste delle scene rituali e sacrificali suggeriscono altre forme di religiosità, supportate dalla magia, come lo sciamanesimo.

L’uccisione rituale di animali è certo uno dei primi riti religiosi a comparire nelle raffigurazioni.
Siccome l’arte egizia già dai tempi preistorici ha una funzione magico-evocativa, confermata durante il corso dei millenni, non è possibile attribuirle alcuna funzione decorativa, espressiva o descrittiva, non ha dunque l’intento di raffigurare il mondo reale, la vita quotidiana o la cronaca di avvenimenti, ma vuole ottenere, attraverso la prefigurazione, l’avverarsi di certi eventi.

In questa ottica dunque, le file ordinate di animali sono tentativi di imporre ordine e subordinazione ai soggetti selvatici e domestici, onde evitare aggressioni e favorirne il governo.

Analogamente le barche ottengono la loro giustificazione.
Non si tratta scene di vita dei pescatori del Nilo, battaglie navali o migrazioni lungo le vie fluviali, pur trattandosi di viaggi, essi appartengono ad un altro mondo, quello metafisico, in cui i trapassati si ritrovano a bordo di imbarcazioni collettive, guidati da un capo o dio, a navigare verso occidente o verso le stelle.

A parte poche eccezioni, queste rappresentazioni raccontano storie che diverranno parte di una tradizione indelebile, destinata ad attraversare i millenni, palinsesto della complessa teologia egizia dell’epoca faraonica.

Le barche resteranno il mezzo di trasporto unico per muoversi nell’aldilà e nel cielo, sia per gli uomini defunti che per gli dei come testimoniano migliaia di raffigurazioni in tombe, templi e sacri testi.

Pur non sorgendo fisicamente sopra alle tombe, i petroglifi mostrano all’uomo predinastico la storia dei suoi antenati; ogni mandriano, durante il suo percorso migratorio stagionale ripercorreva un sentiero tracciato fra i disegni, ai quali, a questo punto, si deve anche riconoscere una funzione di “termini” per l’orientamento; secondo gli insegnamenti dei propri avi, ritrovava ogni anno la strada attraverso un territorio che si stava facendo sempre meno accogliente e riconoscibile e la insegnava a sua volta ai suoi successori.
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

19/07/2009 20:01
 
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6. La culla della civiltà. Ripensando alle origini dell’Antico Egitto
In questo capitolo viene affrontato il quesito fondamentale del libro: da dove arriva la civiltà faraonica?
Fino a poco tempo fa la risposta veniva cercata in Vicino Oriente per vari motivi.

Innanzi tutto motivi religiosi, in quanto i primi studiosi che si posero il problema, in accordo con le tre grandi religioni monoteistiche, da cui a quei tempi non si poteva prescindere né dar contro, pensarono non ci fosse alcun altro modo, per l’umanità di essere stata creata, se non come narrato nella Bibbia, attraverso Adamo ed Eva e la loro discendenza, notoriamente alloggiati dapprima nel Paradiso Terrestre, per tradizione localizzato in quelle zone.

Inoltre esistevano problemi contingenti: i grandi monumenti attiravano l’attenzione di studiosi e viaggiatori i quali non riuscivano a spiegare altrimenti queste manifestazioni di grandezza, quindi le collegarono alle civiltà allora conosciute, cioè quelle dell’area mesopotamica.
Con gli scavi di Petrie sì cominciò a catalogare materiale dall’aspetto differente, ricollegabile ad un periodo precedente, ma solo dagli anni ’30 del secolo scorso si intrapresero studi seri e mirati alla scoperta della matrice da cui si formò la cultura egizia.
Fu davvero difficile eradicare le idee ormai acquisite e stabilizzate, ma gli studi degli ultimi 20 anni sono stati fondamentali per chiarire le dinamiche dei gruppi umani abitatori dell’Egitto prima dell’unità statale, sia dal punto di vista prettamente archeologico, che da quello antropologico e culturale.

Ormai gli studi comparati sui materiali scavati permettono di rintracciare nelle culture predinastiche naquadiane le principali comunità da cui si formò lo stato.
Loro antecedenti sarebbero proprio quelle popolazioni seminomadi dedite all’allevamento transumante descritte in precedenza, in un ritratto ricavato dall’analisi dei petroglifi del Deserto Orientale.

L’Africa, nel periodo precedente a quello esaminato finora (circa il 4000 a.C.), è costellata di insediamenti diversi, testimoni di ambienti altrettanto differenti: la Valle del Nilo, le coste, le zone desertiche e le “playe” fossili.

Ma né i rari centri costieri, né la fertile Valle in cui trovarono già posto le prime comunità stanziali di agricoltori, né il Popolo di Nabta Playa, conosciuto grazie a studi recentissimi, sembrano essere i veri antenati dei naqadiani, ma proprio gli abitatori seminomadi del deserto, identificabili, per varie motivazioni, con i badariani, i quali riassumono al meglio tantissime caratteristiche mai più abbandonate nella tradizione dinastica, le quali riemergeranno a più riprese e troveranno espressione sempre più ampia e caricata di significati.

Quindi si conclude ribadendo gli ascendenti africani della civiltà egizia, e spiegando come, attraverso i millenni, dalle culture più primitive, si possa essere arrivati alla realizzazione delle cose meravigliose poste sotto gli occhi dell’umanità da millenni.
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EgiTToPhiLo/a
Suddito
20/01/2013 16:00
 
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Ma questo libro non è più disponibile ? ho fatto una ricerca ed è esaurito ovunque ......
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