| | | OFFLINE | | Post: 14.452 Post: 3.441 | Registrato il: 26/02/2006 | Colei/Colui che siede alla destra della Sacerdotessa | Scriba Reale | - Waenra, MerytWaenRa, Semenet - | |
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30/12/2007 16:52 | |
La mia convinzione che su Akhenaton tutto quello che c'è da sapere lo si conosce, e che nulla può essere aggiunto salvo scoperte future, è avallata dal saggio di Alfio Bramini "Akhenaton, il faraone maledetto".
150 pagine insulse, ripetitive, caotiche, che non portano, se non a madornali errori dell'autore, al nulla.
A riprova di ciò la scarnissima e poco quotata bibliografia (10 testi dei quali 3 romanzi!) e 3 fotografie che, pur parlando il testo di Akhenaton e del periodo amarniano, riproducono: il colonnato del tempio di Karnak, i colossi di Memnone, il viale delle sfingi di Luxor con annesso l'autore.
In compenso la parola "peraltro", evidentemente tanto cara allo scrittore, è inserita ossessivamente nel testo, così come le virgole, buttate qua e là, che rendono la lettura spezzettata senza nessun motivo
In sostanza, un libretto (per fortuna solo 150 pagine) che non è utile a nessuno: ai principianti perchè lo scritto è ostico per chi non conosce la storia ed i personaggi dell'antico Egitto, come già detto inseriti caoticamente qua e là, nè per gli appassionati o studiosi in quanto non porta nulla alle loro conoscenze che, parere personale, sono ben maggiori di quelle dello scrittore.
Scrittore che, per raggiungere il plafond delle 150 pagine, e non avendo nulla da dire, ha ripetuto fino alla nausea gli stessi concetti.
Ora qualche perla.
"La scoperta più eclatante e di grandi risonanza storico-letteraria, però, è stata quella di una copia più completa dell'Inno, rinvenuta in un papiro della tomba destinata ad Ay..."
Forse non sono aggiornata, ma ho sempre saputo che il Grande Inno all'Aton sia stato inciso sulle pareti della tomba...
Poi, subito dopo "si riporta per intero l'inno di Aton..." mentre invece ne viene trascritta nemmeno una quarta parte.
Parlando del tempio di Hatshepsut si legge"... sui quali sono rappresentati animali esotici come il leopardo, che Hatshepsut ha potuto vedere in un viaggio da lei compiuto fino al territorio dell'attuale Somalia, conosciuta allora con il nome di Punt".
Anche qui non ho mai saputo che la regina stessa si fosse recata a Punt, ma forse non sono aggiornata.
"Nefertiti a soli 10 anni andò in sposa ad Akhenaton di 12 anni...".
Questa però le batte tutte!
"Alla morte prematura di Tutankhamon, che aveva solo 19 anni, la vedova, ancora molto giovane, fu promessa in sposa al figlio del re degli Ittiti, Supilliulumon, fiero antagonista dell'impero egiziano, al fine anche di ricercare una fattiva via diplomatica per raggiungere la pace fra i due popoli confinanti.
Famosa al riguardo è stata la perorazione della sorella Meritaton al re degli Ittiti - riportata in un apposito papiro - per realizzare le intese che consentissero l'auspicato matrimonio con la sorella vedova di Tutankhamon. Senonchè il promesso sposo, figlio del re Ittita di nome Zannansach, morì in battaglia, non consentendo la celebrazione delle nozze e, quindi, il conseguimento del fine principale previsto, qual era appunto la concordia e la pace fra i due Paesi.
La vedova di Tutankhamon non potè pertanto ascendere al trono del faraone, non più consentito ai discendenti di linea femminile. Per poter ugualmente esercitare la sovranità di Regina, accettò di sposare il nonno materno cioè il padre di Nefertiti, il "divino" Ay, nel frattempo diventato generale dell'esercito.
Un titolo di benemerenza per la salita al trono, Ay lo avrebbe acquisito dal gesto da lui compiuto, come appare dalle pitture della tomba di Tutankhamon, di praticare cioè sulla mummia del giovane re il rituale dell'apertura della bocca, compito questo che spettava tradizionalmente al figlio del defunto quale erede legittimo".
E via dicendo.
Riporto, per curiosità, una notizia che non conoscevo.
"Nel corso di recenti indagini effettuate nel 2004, due egittologi italiani, Patrizia Piacentini e Cristian Orsenigo, dopo accurate ricerche sul materiale d'archivio del francese Victor Loret, acquistato dall'Università di Milano, hanno ufficialmente riconosciuta la mummia di Tiye, la moglie di Amenothep III, mai prima d'ora identificata con sicurezza, fra quelle della misteriosa tomba n. 55 della Valle dei Re, proveniente da Amarna".
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