Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Anteprima a: Chi fu Cleopatra?

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2007 23:36
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10/04/2007 10:04
 
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prendendo spunto da questa discussione:

Cleopatra era bruttina

ho voluto aprire questo nuovo topic, per dare spazio a chi avrà piacere di esporre il suo pensiero a riguardo di questo personaggio.
Non intendo, con questo, fomentare una polemica che potrebbe anche risultare scontata... credo invece che possa scaturirne un dialogo interessante e costruttivo, su un'epoca che, per quanto nota in virtù dei suoi protagonisti, è spesso lasciata da parte e poco approfondita nel contesto storico e sociale che parecchio si discosta da quello dell'Egitto a noi più caro.

Ho terminato durante questo week end la lettura del saggio di Spinosa a Cleopatra dedicato. Trattandosi di uno storico a tutto campo, l'autore realmente si sofferma poco sulla figura di Cleopatra. Dice invece molto su quello che era il mondo romano all'epoca e su coloro che furono presenze importanti, oserei dire determinanti, nella vita dell'ultima Regina d'Egitto.

Dopo questa letture, devo ammettere di non aver mutato la mia opinione: questo Egitto non era più il mio Egitto, quello che amo. Più volte mi sono soffermata a riflettere, chiedendomi se forse non dpende da una più massiccia presenza di documentazione relativa all'epoca Tolemaica, ma questo, lo confesso, mi fa temere... ma questa è un'altra storia...

torniamo a Cleopatra. Spinosa scrive:

"Chi è Cleopatra? Tutti lo sanno, e allora perchè ripercorrere ancora una il tragico cammino a oltre duemila anni, a più di ottanta generazioni dalla sua morte?
Perchè certe vite - inimitabili come sono - attraggono ognora la curiosità e l'interesse di sempre nuove genti attraverso i secoli, e perchè con Cleopatra si dimostra quanta ragione avesse Lamartine nel sentenziare che all'origine di ogni grande cosa c'è una donna."



Cleopatra... chi fu Cleopatra? L'idea che ora ne ho io (dico ora perchè confido di ampliare le mie conoscenze a riguardo, e riconosco essa sia passibile di modificazioni...) è quella di una donna scaltra e decisamente intelligente. Forse non dotata di grande bellezza, ma di indubbio e profondo fascino, sapientemente trasformato in arma di seduzione votata a soddisfare la sua sete di grandezza e potere. Cleopatra possedeva un mito, un forte legame e grande riconoscenza verso colui che, grande condottiero e stratega, seppe porre i macedoni sul trono d'Egitto. E fu proprio questa devozione posta nel ricordo di Alessandro Magno che nutrì il suo desiderio di primeggiare ad ogni costo, desiderio forse non supportato da altrettanta capacità politica. Posso anche pensare che la sua capacità possa essere stata, per così dire, ottenebrata da una debolezza che risultò maggiornìmmente incisiva a confronto: la necessità di sentirsi costantemente amata e desiderata, prima fra tutte le donne, per soddisfare la sua vanità.
Amata più per ciò che "scatenava" negli animi maschili che non per le sue capacità intellettive, il più delle volte messe da parte proprio da lei stessa, divenne schiava dei suoi stessi sentimenti a cui, inevitabilmente, sacrificò l'Egitto.
10/04/2007 11:10
 
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Ho letto anch'io il saggio in questione un po' di tempo fa, e come te l'ho trovato interessante, anche se sono concorde nel ritenere che l'Egitto macedone non è più l'Egitto di quel periodo non è quello che prediligo...
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10/04/2007 11:29
 
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L'Egitto tolemaico è il "nostro" Egitto?
Bella domanda la cui risposta potrebbe anche essere: "Purtroppo si!"

Non dimentichiamo che gran parte delle vestigia meglio conservate, e che ci consentono di avere oggi una visione abbastanza esatta di quello che erano le costruzioni templari di allora, ad esempio, sono tolemaiche. Un esempio per tutti, il tepio di Horus ad Edfu, o quello di Iside a Philae.

Ed ancora, molte delle leggende, non ultima quella di Iside ed Osiride, sono frutto di trascrizioni "tolemaiche" o comunque "moderne"... Plutarco docet!

O vogliamo far riferimento alla stele di Rosetta?

Certo le Piramidi, la Valle dei Re, i templi di Deir el-Bahari, Abu Simbel, sono tutt'altro che tolemaici, ma se non avessimo avuto il mantenimento, da parte dei Re macedoni, di quell'antica cultura; se Cleopatra VII, o i suoi predecessori, non avessero conservato le tradizioni, per loro antichissime, della terra che li ospitava, avremmo noi, oggi, le conoscenze che abbiamo dell'Antico Egitto che amiamo?

E se il I dei Tolomei non avesse chiesto una storia del paese che si accingeva a governare, avremmo noi oggi conoscenza di tutti i re che per 30 dinastie si sono succeduti su quel trono?

E quanto delle antiche culture ancora oggi è nostro bagaglio culturale proprio grazie all'immensa biblioteca voluta dai Tolomei ad Alessadnria?

Ripeto che non sono un grande appassionato dei Tolomei, ma credo sia giusto rispettarli per averci aiutato ad avere notizie ed informazioni su cui noi possiamo oggi basare una conoscenza dell'Antico Egitto di certo più completa ed entusiasmante!

[Modificato da Hotepibre 10/04/2007 11.32]

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10/04/2007 13:06
 
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mi rendo conto, rileggendomi ora, di essere stata davvero poco chiara nella mia prrcedente esposizione. Quindi tenterò di approfondire xcol rischio di portare fuoritema il topic, ma premnetto che, se l'argomento avrà seguito e interesse, creerò una discussione apposita.

Il fatto è questo: ho sempre avuto dell'antico Egitto un'idea ... spirituale. L'immagine di un popolo molto radicato nelle sue credenze, nella magia (intesa non con connotazione attuale, ma come manifestazione quotidiana della natura). Un popolo insomma in cui la religione era fulcro della vita quotidiana. E credo di poter affermare che in larga parte l'antico Egitto del popolo è questo (non solo del popolo, ma chiaramente più in alto si era maggiori erano gli ambiti con cui necessariamente si doveva aver a che fare, come accadeva per chi doveva occuparsi di politica, piuttosto che di economia del Paese - leggi Sovrano e relativi collaboratori).
Leggendo su Cleopatra, in effetti è questo il punto di vista che abbiamo: il punto di vista di una sovrana, che non è stato tramandato autobiograficamente, bensì, sovente, da parte romana. Ciò significa che non possiamo dimenticare quanto Cleopatra non fosse amata e non possiamo quindi non tenere in considerazione un assai probabile "inquinamento" dei fatti riportati che in linea di massima ci raccontano di un Egitto improntato al potere, all'iniquità, alla bellezza e nulla più.
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10/04/2007 15:33
 
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Oltre al "Cleopatra, la Regina che ingannò se stessa" (cui credo Kiya faccia riferimento) Spinosa ha scritto anche "Cesare il grande giocatore" e credo che la lettura di entrambi possa dare un "volto" più delineato della Regina per antonomasia.
Su di lei sono stati scritti romanzi, saggi, critiche, esaltazioni ma, come giustamente scrive Kiya, nessuna autobiografia. Da Virgilio a Svetonio, da Giuseppe Flavio ad Orazio, da Alfieri a Shakespeare, ma è bene tuttavia, non dimenticare che anche Plutarco e Dione Cassio ne hanno scritto e sempre in termini decisamente positivi.

La storia che resta però, quella che si studia, come sempre, la scrivono i vincitori e, non dimentichiamolo, Cleopatra ha perso più di una guerra con Roma!
Accusata di voler diventare regina di Roma al fianco di Cesare è poi diventata la gaudente compagna dell'ancor più gaudente Marco Antonio... è stata al centro di guerre civili che hanno dilaniato Roma e non possiamo perciò pensare che sia stata descritta, o considerata, in maniera oggettiva proprio dai suoi nemici.

Aldilà di tutto continuo a vederla come una grande donna cui, al contrario delle apparenze, stava decisamente a cuore quella che era, ormai, la SUA terra, l'Egitto.

Ho già scritto che, secondo me, il suo amore per Cesare e Marco Antonio è stato, aldilà delle apparenze e dell'interesse politico, vero amore. Dal primo ha avuto un figlio (Cesarione), e fin qui si potrebbe pensare ad un bieco calcolo di opportunità per legare ancor più a se il condottiero e la stessa Roma, ma da Marco Antonio ne ha avuti tre (sia pure due gemelli: Cleopatra Selene, Alessandro Helios e Tolomeo Filadelfo).

Si può considerare solo calcolo politico questo?

Si suicidò per amore? Forse... certo è che il suo suicidio privò Ottaviano del piacere di esporla al pubblico ludibrio quale preda di guerra e, secondo me, in quel suicidio c'è decisamente anche un grande atto politico!

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10/04/2007 22:36
 
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Re:

Scritto da: Hotepibre 10/04/2007 15.33
Oltre al "Cleopatra, la Regina che ingannò se stessa" (cui credo Kiya faccia riferimento) Spinosa ha scritto anche "Cesare il grande giocatore" e credo che la lettura di entrambi possa dare un "volto" più delineato della Regina per antonomasia.
Su di lei sono stati scritti romanzi, saggi, critiche, esaltazioni ma, come giustamente scrive Kiya, nessuna autobiografia. Da Virgilio a Svetonio, da Giuseppe Flavio ad Orazio, da Alfieri a Shakespeare, ma è bene tuttavia, non dimenticare che anche Plutarco e Dione Cassio ne hanno scritto e sempre in termini decisamente positivi.

La storia che resta però, quella che si studia, come sempre, la scrivono i vincitori e, non dimentichiamolo, Cleopatra ha perso più di una guerra con Roma!
Accusata di voler diventare regina di Roma al fianco di Cesare è poi diventata la gaudente compagna dell'ancor più gaudente Marco Antonio... è stata al centro di guerre civili che hanno dilaniato Roma e non possiamo perciò pensare che sia stata descritta, o considerata, in maniera oggettiva proprio dai suoi nemici.

Aldilà di tutto continuo a vederla come una grande donna cui, al contrario delle apparenze, stava decisamente a cuore quella che era, ormai, la SUA terra, l'Egitto.

Ho già scritto che, secondo me, il suo amore per Cesare e Marco Antonio è stato, aldilà delle apparenze e dell'interesse politico, vero amore. Dal primo ha avuto un figlio (Cesarione), e fin qui si potrebbe pensare ad un bieco calcolo di opportunità per legare ancor più a se il condottiero e la stessa Roma, ma da Marco Antonio ne ha avuti tre (sia pure due gemelli: Cleopatra Selene, Alessandro Helios e Tolomeo Filadelfo).

Si può considerare solo calcolo politico questo?

Si suicidò per amore? Forse... certo è che il suo suicidio privò Ottaviano del piacere di esporla al pubblico ludibrio quale preda di guerra e, secondo me, in quel suicidio c'è decisamente anche un grande atto politico!




Sì, Hotep, è proprio quello il saggio a cui mi riferisco [SM=x822708] e devo dire che, sebbene a prima istanza possa non sembrare, la pensiamo allo stesso modo su Cleopatra. Forse sono sembrata un po' dura nei suoi riguardi, ma in fondo.... provo una grande tenerezza e un grande affetto per questa donna che ha forse commesso un solo errore (se di errore si può parlare... uno spirito come il mio non può ritenerlo tale): permettere al cuore di sovrastare in un certo senso la ragion di Stato. Tranne nel suo ultimo gesto. Querllo, anche io come te, mi sento di non catalogarlo come un gesto di disperazione d'amore, non solo almeno. Fu l'orgoglio a bussare: un orgoglio e una dignità che mai avrebbero accettato di piegarsi di fronte al popolo che l'aveva in un certo senso ripudiata.
E chissà che in quell'istante non abbia compreso anche l'ultimo gesto d'amore di Cesare che, escludendo lei e Cesarione dal testamento, ha forse desiderato soltanto di proteggerli....
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per uniformità di impostazione, questa discussione continua qui:




per evitare confusione e doppioni inutili, procedo con la chiusura di questo thread [SM=x822713]
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