| | | OFFLINE | | Post: 14.452 Post: 3.441 | Registrato il: 26/02/2006 | Colei/Colui che siede alla destra della Sacerdotessa | Scriba Reale | - Waenra, MerytWaenRa, Semenet - | |
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25/10/2006 10:26 | |
In attesa di sperimentare sul campo le emozioni suscitate dall'antica civiltà egizia, con gli scavi a Luxor, al tempio del faraone Amenhotep II appartenuto alla XVIII dinastia e vissuto attorno al 1450 a.C., condotti dal centro di egittologia 'Francesco Ballerini' del Collegio Gallio di Como, gli appassionati della terra dei faraoni possono calarsi nell'arte e nella lingua dei millenni passati con i corsi organizzati dal sodalizio comasco.
Da giovedì 26 ottobre alla prima settimana di dicembre, si parlerà per il quarto anno di geroglifici e da gennaio è in partenza una serie di incontri sulla geografia dell'Antico Egitto (Alto Egitto), più corsi monotematici. Il martedì, poi, è il giorno dedicato all'arabo, con corsi giunti anch'essi alla quarta edizione e pertanto preclusi ai principianti. Per loro, comunque, nessun timore perché sono in programma da gennaio nuove lezioni base.
Quella che partirà a dicembre sarà la nona campagna di scavo archeologico del 'Ballerini', condotta su un'area vasta poco più di 8500 metri quadrati, ma in grado di riservare sempre nuove emozioni. Infatti, come spiega Angelo Sesana, presidente del centro e responsabile delle missioni archeologiche, «sotto la superficie del tempio c'è una necropoli preesistente all'occupazione dell'edificio sacro, sulla quale si lavorerà nella prossima campagna di scavo». Le regole da osservare durante l'indagine di una tomba sono abbastanza rigide. «Quando si inizia a lavorare ad una sepoltura, viene imposto l'obbligo di portare a compimento lo studio. In passato, purtroppo, alcune tombe sono state violate, fortunatamente in tempi più recenti non accade più».
Tra i progetti imminenti, la pubblicazione di un rapportino di scavo, relativo alle ultime due missioni archeologiche, mentre sono già a disposizione degli interessati le pubblicazioni inerenti i primi sei anni di lavoro. La sesta campagna è stata quella più significativa. Ha permesso di riportare alla luce i resti di un cortile, dal quale si snodava l'accesso al tempio. Il muro di recinzione della larghezza di 4,65 metri, emerso dai successivi lavori, sarà l'oggetto di indagine dell'imminente spedizione.
A due mesi circa dalla partenza, lo studioso comasco, che nutre l'interesse e la passione per l'Egitto dai tempi dell'università, ci svela anche la giornata tipo dell'archeologo in missione e il clima interno al gruppo di lavoro. «La sveglia è all'alba e le decisioni vengono prese in sintonia dall'intera squadra, composta da validi professionisti e da personale specializzato». Ma come viene accolta dalla popolazione locale la troupe dei comaschi, in un periodo in cui le tensioni oriente-occidente sono sempre più all'ordine del giorno'
«Decisamente bene - ribadisce Sesana - anche perché nel nostro mese di permanenza si dà lavoro a circa 15-20 persone, che generalmente si sono già formate nelle precedenti campagne di scavo ed hanno quindi una buona preparazione».
Ma in attesa delle missioni di scavo, cosa fanno gli esperti locali' «Si studia il materiale. Dovendo lasciarlo in loco - ribadisce Sesana - durante i lavori si scattano foto ai reperti e, nel corso dell'anno, si opera su queste». Di notevole interesse sono le svariate tavolette fittili con esercizi di scrittura dei giovani scribi, rinvenute nel tempio di Amenhotep II, dove, come in tutti gli altri edifici sacri, doveva esistere un'area destinata alla formazione letteraria, religiosa o medica dei fanciulli.
Fonte: Corriere di Como
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