Cara Kiya,
avrai letto nel mio libro come io contesti l’approccio ad Atlantide di molti studiosi.
Platone permette di ricavare che la distruzione delle isole (estese quanto l’Africa e l’Asia di quei tempi) sarebbe avvenuta intorno al 9600 a.C. e ci spiega anche che la capitale era costituita da una città difesa da tre canali artificiali circolari i quali consentivano il collegamento col mare. La regione della capitale sarebbe stata costituita da una grande pianura rettangolare di circa 500x300 chilometri.
La descrizione della grande civiltà non ha convinto la maggior parte degli studiosi, in quanto una civiltà con conoscenze di metallurgia era per loro impensabile alla fine del Paleolitico Superiore.
Questa critica sarebbe accettabile se l’evoluzione fosse stata lineare, ma come già detto, esiste la possibilità di regressioni culturali, per cui dopo un’età del bronzo del paleolitico l’umanità potrebbe essere ritornata a un’età della pietra.
Il desiderio di sfruttare da un punto di vista propagandistico l’immagine di Atlantide ha portato poi molti studiosi a stravolgere i riferimenti temporali e geografici forniti da Platone.
Assistiamo così alla sconvolgente divisione di 9600 per un particolare numero, così da portare la data all’anno desiderato: intorno al 1400 a.C. se si vuol ipotizzare l’eguaglianza Atlantide-Thera o 1200 a.C. se si vuol considerare quella Atlantide-Popoli del Mare .
Ogni ipotesi soggettiva ha però anche la necessità di un ridimensionamento delle dimensioni fornite da Platone per la federazione di isole e per la sola capitale. Si ricorre ancora una volta a dividere i dati per numeri opportuni, così da riportare le dimensioni all’isola di Thera, Campidano di Cagliari, o ogni altra terra considerata.
Per rispetto verso una delle più grandi menti della nostra civiltà, io ritengo che si possa ritenere che lo scritto di Platone possa essere completamente inventato o che, come ritengo, sia esatto in tutti i suoi termini.
[Modificato da antonio crasto 27/10/2007 10:30]