...il sarcofago era enorme, di granito, e per aprirlo cosa di meglio se non ...l'esplosivo?
Siamo nel 1850 ed un archeologo, ma non era certo l'unico, pensa bene di usare la dinamite per aprirsi un varco nel cimitero dei tori Api di quello che lui stesso poi chiamerà
(seppure scorrettamente) Serapeum di Saqqara.
Poco distante, e solo qualche decennio dopo, un avvocato scava tombe a rotta di collo, fino a dire che ormai la Valle dei Re non ha più segreti da offrire
(per fortuna sbagliando), e vende i tesori recuperati per il mondo.
Il primo non era certo uno sprovveduto, era un dipendente del Louvre e si chiamava
Auguste Mariette, il fondatore del Museo Egizio... eppure nessuno si sognerebbe di dire che sia stato un "
predone" visti i metodi non certo ortodossi.
Il secondo, peraltro dapprima mecenate dello stesso Carter, se è vero che è stato uno dei massimi scopritori e scavatori di tombe della Valle dei Re, è altrettanto vero che è il paradigma di come
NON si deve fare una campagna di scavo. Uno per tutti, lo scavo della
KV55: documentazione praticamente assente, semplicioneria e superficialità portate all'estremo.
Gli obiettivi che si prefiggeva non erano certo completametne devoluti allo sviluppo dell'egittologia quanto al suo arricchimento personale
(e non in senso filosofico); si chiamava
Theodore Davis.
In questo quadro, e con queste premesse, un terzo individuo compare sulla scena egittologica mondiale...
Avrebbe potuto usare la dinamite, ma non lo fa; avrebbe potuto depredare e rivendere, ma non lo fa!
E' un uomo chiuso, difficile, non è un archeologo, eppure a lui si deve il primo scavo
"scientifico" del '900
(e forse di sempre) oltre che, si intende, la massima scoperta archeologica divenuta simbolo stesso dell'egittologia e dello stesso Egitto.
Il suo nome è, ovviamente,
Howard Carter e se solo si considera quel che avrebbe potuto fare e non ha fatto, direi che merita tutto il nostro rispetto.
E' vero, aveva il
"vaffa" facile, era un
"orso", se ne fregava delle convenzioni, non amava i riflettori e lasciava ben volentieri al suo nobile
"patron" l'onore delle cronache
(almeno nei primi tempi), è altrettanto vero che forse ha commesso qualcosa di poco chiaro
(entrare nella tomba prima -ma chi avrebbe resistito-, forse sottrarre qualche piccolo oggetto -ma chi non l'avrebbe fatto-, forse prepararsi a portar via qualche oggetto in barba alle autorità egiziane), ma se oggi abbiamo oltre 3.000 pezzi della tomba di Tut, se ogni oggetto è stato fotografato, disegnato, catalogato, lo si deve
SOLO alla sua serietà ed alla sua passione in un momento in cui, lo ribadisco, si scavava in Egitto solo per trovare
"tesori" con cui arricchirsi!
La tomba a
Putney Vale di Carter è poca cosa?
Ma avete visto quella di
John Keats, qui a Roma? C'è scritto
"Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua" e neppure il nome... ma questo non esclude che sia stato un
Grande!
...del resto, neppure la famiglia reale inglese ricevette mai Carter per complimentarsi per la sua meravigliosa scoperta e secondo me a lui neppure dispiacque più di tanto!
[Modificato da Hotepibre 11/10/2012 12:09]