Egittophilìa Forum dedicato all'antico Egitto e all'Egittologia. Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.

cosa pensate di Howard Carter?

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    AkhenatonAndi
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 10/10/2012 17:49
    Salvee! cosa pensate di Howard Carter , l'archeologo diventato famoso per la scoperta della tomba di Nebkheprura Tuthankamon?
    Grazie per le risposte [SM=x822724] [SM=x822709] [SM=x822754]
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    Ankhesepaaton
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 10/10/2012 18:49
    beh, io penso che fosse un bravo archeologo, che amava il suo mestiere sia di disegnatore(che era all'inizio) ma anche di archeologo e sono sicura che anche a lui come ttti noi amava l'antico egitto e le sue opere di estrema bellezza
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    -Kiya-
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    Sacerdotessa
    di ATON
    Thiatj

    - ḥtm mr r ry.t '3.t
    wts rn n ՚ḫ n itn,
    S3t n m3't -
    00 10/10/2012 20:11
    In proposito, Adriana Mugnai ha scritto sulla mia bacheca di Facebook:

    salve, anno scorso per il mio compleanno sono stata a Londra a trovare una mia "compagna di viaggi in Egitto" e mi sono fatta portare sulla sua tomba per fare un doveroso saluto : sono rimasta male nel vedere dove è stato messo un personaggio come lui: una desolata tomba messa nel mezzo a tombe comuni e mi sono stupita molto e chiesto come mai un trattamento del genere.forse è proprio vero che gli inglesi non perdonano chi si comporta non correttamente ma al caro "Lord" che ha finanziato la ricerca e impossessato di beni non suoi cosa è stato fatto?Se ritrovo le foto cercherò di allegarle in un secondo tempo. Buona serata. Adriana.

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    -Kiya-
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    Sacerdotessa
    di ATON
    Thiatj

    - ḥtm mr r ry.t '3.t
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    S3t n m3't -
    00 10/10/2012 20:12
    Personalmente forse tendo un po' controcorrente, ma non riesco a colpevolizzare l'operato di Carter, non al punto da approvare il fatto che gli sia stata negata una degna sepoltura. Indubbiamente ha utilizzato metodi per noi non convenzionali ed aggressivi, causando danni irreparabili. Ma forse è un'ottica, la nostra, influenzata dal nostro tempo. Parlare e giudicare col senno del poi, decontestualizzando la vicenda, stravolge gli eventi a suo sfavore. Ma cosa sarebbe successo se la KV62 l'avesse scoperta qualche 'tombarolo' locale o qualche 'avventuriero' meno interessato alla storia Egizia e più attratto dai suoi tesori?
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    Ankhesepaaton
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 10/10/2012 20:40
    hai ragione kiya, ma dobbiamo anche pensare che sono passati circa cento anni da quella scoperta, e molte cose sono cambiate, Carter comunque sono sicura che abbia fatto del suo meglio per poter far arrivare quei magnifici tesori fino a noi e alle generazioni che ci succederanno
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    Hotepibre
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    destra della Sacerdotessa
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    Scriba del
    Tempio di Thot

    00 10/10/2012 22:09
    ...il sarcofago era enorme, di granito, e per aprirlo cosa di meglio se non ...l'esplosivo?

    Siamo nel 1850 ed un archeologo, ma non era certo l'unico, pensa bene di usare la dinamite per aprirsi un varco nel cimitero dei tori Api di quello che lui stesso poi chiamerà (seppure scorrettamente) Serapeum di Saqqara.
    Poco distante, e solo qualche decennio dopo, un avvocato scava tombe a rotta di collo, fino a dire che ormai la Valle dei Re non ha più segreti da offrire (per fortuna sbagliando), e vende i tesori recuperati per il mondo.

    Il primo non era certo uno sprovveduto, era un dipendente del Louvre e si chiamava Auguste Mariette, il fondatore del Museo Egizio... eppure nessuno si sognerebbe di dire che sia stato un "predone" visti i metodi non certo ortodossi.

    Il secondo, peraltro dapprima mecenate dello stesso Carter, se è vero che è stato uno dei massimi scopritori e scavatori di tombe della Valle dei Re, è altrettanto vero che è il paradigma di come NON si deve fare una campagna di scavo. Uno per tutti, lo scavo della KV55: documentazione praticamente assente, semplicioneria e superficialità portate all'estremo.
    Gli obiettivi che si prefiggeva non erano certo completametne devoluti allo sviluppo dell'egittologia quanto al suo arricchimento personale (e non in senso filosofico); si chiamava Theodore Davis.

    In questo quadro, e con queste premesse, un terzo individuo compare sulla scena egittologica mondiale...
    Avrebbe potuto usare la dinamite, ma non lo fa; avrebbe potuto depredare e rivendere, ma non lo fa!
    E' un uomo chiuso, difficile, non è un archeologo, eppure a lui si deve il primo scavo "scientifico" del '900 (e forse di sempre) oltre che, si intende, la massima scoperta archeologica divenuta simbolo stesso dell'egittologia e dello stesso Egitto.
    Il suo nome è, ovviamente, Howard Carter e se solo si considera quel che avrebbe potuto fare e non ha fatto, direi che merita tutto il nostro rispetto.

    E' vero, aveva il "vaffa" facile, era un "orso", se ne fregava delle convenzioni, non amava i riflettori e lasciava ben volentieri al suo nobile "patron" l'onore delle cronache (almeno nei primi tempi), è altrettanto vero che forse ha commesso qualcosa di poco chiaro (entrare nella tomba prima -ma chi avrebbe resistito-, forse sottrarre qualche piccolo oggetto -ma chi non l'avrebbe fatto-, forse prepararsi a portar via qualche oggetto in barba alle autorità egiziane), ma se oggi abbiamo oltre 3.000 pezzi della tomba di Tut, se ogni oggetto è stato fotografato, disegnato, catalogato, lo si deve SOLO alla sua serietà ed alla sua passione in un momento in cui, lo ribadisco, si scavava in Egitto solo per trovare "tesori" con cui arricchirsi!

    La tomba a Putney Vale di Carter è poca cosa?
    Ma avete visto quella di John Keats, qui a Roma? C'è scritto "Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua" e neppure il nome... ma questo non esclude che sia stato un Grande!

    ...del resto, neppure la famiglia reale inglese ricevette mai Carter per complimentarsi per la sua meravigliosa scoperta e secondo me a lui neppure dispiacque più di tanto!
    [Modificato da Hotepibre 11/10/2012 12:09]
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    -francis-
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    - Waenra,
    MerytWaenRa, Semenet -
    00 12/10/2012 11:27
    Credo che proprio il carattere brusco e da orso di Carter sia stata la nostra fortuna. Un altro "archeologo" più interessato alla fama ed ai riflettori forse non avrebbe di certo lavorato con scrupolo come ha fatto lui. Basta guardare tutte le foto che ci ha tramandato.
    E se lo si fosse lasciato lavorare con calma, come avrebbe voluto, senza interferenze che di certo la morte di Carnarvon gli ha gettato sul capo, forse oggi lo giudicheremo diversamente.
    Condivido tutto quello che ha scritto Giuseppe, del resto lui è una enciclopedia vivente!
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    Ankhesepaaton
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 12/10/2012 14:07
    sono daccordo con francis e hotepibre, Carter era letteralmente assalito dai fotografi e dai giornalisti per la sua meravigliosa scoperta
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    pizia.
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    - ShemsetRa -
    Architetto Reale

    00 15/10/2012 19:22
    Ma già lo sapevo, piace a tutti tranne a me [SM=x822706]

    Queste le mie idee.
    Dopo aver letto il suo libro devo ammettere di averlo riabilitato un pochino, ma non molto, l'impressione è sempre abbastanza negativa, perché se da una parte trapela un certo impegno a cercare di far le cose per bene (immagino per il suo tornaconto personale in primis e semmai per l'archeologia e tutto il resto dopo), dall'altra, guardando ai fatti, sembra di leggere le parole di chi predica bene e razzola male.
    Per il mio metro di giudizio poco importa che potesse andare peggio, intanto ormai così è andata, ma se devo ben guardare, allora poteva andare anche meglio, perché esistevano già archeologi (propriamente detti e non, dilettanti e professionisti) più riguardosi e all’avanguardia su certe procedure.
    Lo staff messo insieme da Carter era formato da scienziati e tecnici di varia provenienza, tutti molto preparati e pure abbastanza pratici, i quali avevano maturato esperienza in missioni di vario genere, in cui evidentemente questi trovavano collocazione.
    A lui va il merito di aver condotto abbastanza bene l’impresa, raggiungendo un buon compromesso fra la velocità richiesta per mettere in sicurezza una scoperta eccezionale, con le risorse a disposizione in quel momento e in quel luogo, ma questo rientra in quello che, secondo me, non era nulla più del suo dovere.

    L’egittologia è una branca piuttosto recente, essendo nata giusto un paio di secoli fa, di una disciplina ugualmente recente, cioè l’archeologia, nata ben poco tempo prima.
    In questi duecento anni è cambiata moltissimo e in particolare, una volta preso l’avvio, dopo la scoperta fondamentale di Champollion, i cambiamenti sono stati enormi e si sono concentrati in tempi brevissimi, forse in meno di un secolo.
    Eminenti archeologi hanno vissuto in prima persona quel periodo e hanno partecipato attivamente anche al dialogo sui problemi etici, assumendo diverse posizioni nel corso della loro vita proprio in virtù della maturazione delle idee portato dal dibattito e dallo scontro, un esempio fra tutti: Petrie.
    Dalla situazione presente alla metà dell’Ottocento, al periodo fra le due guerre, intercorrono almeno una settantina di anni in cui accadono molte cose, emergono molte personalità in grado di segnare la storia dell’archeologia in Egitto, quasi quanto fra questo termine e i giorni nostri.