"Early Dynastic Egypt" in lingua italiana? | Ultimo Aggiornamento: 16/11/2012 09:18 |
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12/11/2012 23:37 | |
emilioraffaele, 12/11/2012 21:28:
Ciao Massimo! Attendo con interesse l'uscita del tuo libro.
anche io
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13/11/2012 08:54 | |
Ciao carissimi emilioraffele e Hatschepsut! Grazie dell'incoraggiamento!
E mi avete anche fatto ricordare che ho dimenticato di postare un messaggio sul mio blog sul fatto che per questo libro (e in teoria se ce la faccio ci sarebbe anche un manuale di egittologia per novizi) ho preso anno sabbatico e quest'anno non faccio corsi ma solo 2 conferenze...
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13/11/2012 09:25 | |
Caro Massimo Izzo,
sono davvero interessato al libro che stai scrivendo: l'argomento è uno dei miei preferiti. Neolito egiziano o neolitico in generale? L'una o l'altra opzione sono entrambe accattivanti.
Siamo in attesa.
Riguardo alla tua disponibilità, in qualità di egittologo e di ottimo conoscitore dell'inglese, di tradurre il libro di Wilkinson (e magari altri testi fondamentali di cui purtroppo in italiano non possiamo al momento disporre), la cosa mi riempie di gioia.
Non per non volermi impegnare in merito, ma forse dovresti essere proprio tu a proporre alla Einaudi (o ad altri) la tua disponibilità. Farlo io per te, dopo aver già scritto l'e-mail postata nella pagina precedente, forse darebbe meno importanza alla proposta, che ha mio avviso sarebbe una bella conquista per tutti noi.
Valuta se quello che ho detto è sensato. Mi piacerebbe davvero, un giorno, avere in biblioteca un libro del genere che posso consultare senza alcun problema di lingua.
Ti ringrazio per l'interessamento e in bocca al lupo per il tuo saggio.
Ric [Modificato da Riccardo Banchi 13/11/2012 09:26] |
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13/11/2012 10:08 | |
Caro Riccardo,
mi complimento per la tua iniziativa di segnalare ad Einaudi la necessità della traduzione di questo libro che ritengo tutt'ora, nonostante la data non più fresca, un testo fondamentale per il predinastico.
La scelta professionale in cui credo, quella della divulgazione di livello scientifico, due concetti che possono essere sposati solo con molto sforzo, mi porta a credere fortemente nel senso di tutte le operazioni che garantiscono la massima diffusione della cultura, quindi iniziative del genere hanno tutto il mio appoggio morale e se possibile, pratico.
Scrivere 2 righe ad Einaudi per appoggiare la vostra iniziativa, garantendo la qualità dell'opera, e dare la mia disponibilità per la traduzione, è qualcosa che faccio volentieri, anche se non sò con quale successo, visto che tradizionalmente i pareri di cui si tiene conto sono più quelli degli accademici che quelli dei divulgatori.
Così come non so quanto Einaudi e gli altri editori siano interessati a sforzi editoriali su prodotti molto specialistici. Come puoi immaginare, i tradizionali destinatari di testi come questi non dovrebbero avere problemi con le lingue straniere. Ma ci si può provare. Mandami un messaggio privato a massimoizzo61@gmail.com con il riferimento della persona in Einaudi (o altri che hanno dimostrato interesse) e relativo indirizzo email ed invierò un messaggio. Poi vi tengo aggiornati.
Il libro che sto preparando, brevemente descritto "sul neolitico", è piu che altro dedicato a descrivere il periodo 12,500-6500 a.C nella mezzaluna fertile. Si tratta del periodo in cui l'uomo paleolitico, con un atto rivoluzionario, decide di sedentarizzarsi nelle zone di Palestina-Siria innescando una serie di processi sociali che portano alla nascita della civiltà con architettura, villaggio, agricoltura e allevamento. Il titolo provvisorio "L'alba della civiltà" dovrebbe rendere l'idea. Il titolo suona bene, peccato per l'ambiguità intrinseca del termine "civiltà" , per cui non sono sicuro ancora di questo titolo..
L'Egitto, attardato a queste date, probabilmente sarà presente solo di striscio o per nulla causa mancanza di spazio, ma ci penserò più in là.
M.I.
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13/11/2012 10:35 | |
Ti rispondo brevemente qui, ma poi lo faccio anche in privato.
Riguardo al Neolitico, la Mezzaluna Fertile, con le estensioni periferiche del caso, è indubbio il motore primevo verso la "civilizzazione".
Sul natufiano mi vien da pensare che siti coevi siano presenti anche nel Delta e sopratutto nelle aree ora sommerse dal mare dopo la glaciazione (mi soprenderei del contrario), in contiguità con la Palestina (il problema è che l'indagine archeologica è in loco quasi impossibile).
Mi permetto inoltre di dire che la parte sudanese della Valle del Nilo presenta caratteristiche non da poco: si riscontra forse la più antica ceramica africana, forse precedente a quella asiatica occidentale (non parlo di quella giapponese Jumond), risalente al pieno VIII mill. a.C. (forse anche IX). Si tratta di abitanti ancora mesolitici che iniziano a praticare l'allevamento, a cui sono poi associati primi insediamenti stabili (ma la patria dell'urbanizzazione e del neolitico "classico" resta la Mezzaluna; Gobekli Tepe, Asikli Huyuk e non solo sono "bombe" archeologiche). I testi della Caneva sicuramente li conosci (io solo qualcosa). Poi c'è Nabta Playa, ma questa è un'altra storia, comunque imparentata.
Un cenno almeno a questo lo farei.
Scusa l'intrusione.
Riguardo alla Einaudi, nella mia lettera che ho postato nella pagina precedente, ci sono anche gli indirizzi e-mail. Comunque ti scrivo in privato anche riguardo a questo.
Tentar non nuoce; al massimo può giovare.
Grazie ancora per la disponibilità
Ric [Modificato da Riccardo Banchi 13/11/2012 10:38] |
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13/11/2012 16:11 | |
Ciao Riccardo,
Sperando nel perdono di Kiya per essere OT parlando qui di neolitico:
La scelta di occuparmi del periodo citato nella mezzaluna fertile è ovviamente legato al fatto che nella mezzaluna parte dal Natufiano una sequenza ininterrotta che ci porta dritti alle civiltà pre-sumeriche con una sorprendente coerenza culturale e geografica. Non altrettanto si può dire in ambiti geografici diversi dove le sostituzioni delle culture materiali o le importazioni culturali sono state la norma. Oltre ovviamente al dover necessariamente limitare l'area geografica causa l'enorme quantità di siti e dati archeologici da vagliare.
Genere diverso è "dove per la prima volta.....". In questo caso si può spaziare sui continenti ed accorgersi che spesso le grandi innovazioni del mondo sono state inventate e dimenticate piu volte prima di giungere a far parte di un processo continuo di sviluppo. Giusto per far un esempio, nelle zone sudanesi ci sono stati esperimenti di agricoltura perfino del 12,000 a.C. nella civiltà Qadiana (se non ricordo male). Ma che sono duranti un breve istante alle scale storiche e non hanno avuto seguito.
Riguardo la possibilità di un Natufiano del Delta, in base alle circostanze e alla probabilità, ti ricordo che questo genere di considerazioni non fa parte di un corretto processo storico. Quello che non c'è non esiste per l'archeologia. Con quello che non c'è si scriveranno pure i best-seller di fanta-archeologia ma non i libri di storia :-)
Ti dirò di più: guarda Gobleki Tepe ed il suo impressionante monumentalismo. Ebbene in tutto il Tauro e l'Anatolia, il periodo Natufiano non è stato ancora trovato. Ed il Natufiano noto finora in Siria e Palestina non sembra possa essere un probabile antecedente di gruppi che si sono spostati successivamente. Certo è ben difficile che comunità di quel genere non abbiano un minimo di passato, ma non essendo ancora stato trovato archeologicamente, semplicemente non se ne parla, perchè non c'è nulla da dire. Spero di aver reso il concetto.
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14/11/2012 16:24 | |
Concetto reso benissimo e che condivido, ma spero che anche quello che volevo dire io sia stato compreso (e penso di sì).
Siti neolitici paragonabili al "classico" Chatal Huyuk si hanno in qualche modo anche in area Vallinda (es. Merghar), ma mi rendo conto che si rischia di parlare di troppe realtà probabilemente indipendenti; quindi, Massimo, fai bene a concentrati sul Vicino Oriente, il cui vero "vicino" di pianerottolo può essere al massimo solo l'Egitto, che però ha alle spalle un'esperienza anche africana.
E tornando alla fine delle glaciazioni, reperti trovati a largo della costa indiana (a profondità di circa 30-40 m, se non vado errando, ma non confermo il dettaglio) dimostrano che gran parte del materiale risalente al 10.000-4.000 a.C. è sommerso. Questo è un dato di fatto.
Similmente penso a quando il Golfo Persico era molto arretrato... ma finché non si trova... (basterebbe cercare ma è impegnativo) Penso comunque che nessun archeolo del Vicino Oriente possa negare che sottt'acqua ci siano città sumeriche o pre-sumeriche (logicamente non si può archeologicamente parlare di ciò che non abbiamo a disposizione come evidenza archeologica).
Adesso Kiya mi farà un partaccione per essere O.T. e me ne scuso.
Chiudo quindi tornando al titolo della discussione:
Ragazzi, scrivete all'editore!!!
Ovviamente il tuo contributo, Massimo, è determinante.
Ric [Modificato da Riccardo Banchi 14/11/2012 16:25] |
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15/11/2012 17:50 | |
Ciao Riccardo,
solo una piccola correzione: è vero, il Golfo Persico era molto arretrato e se non ricordo male Eridu si trovava in antichità proprio in riva al mare (ho trattato con cartine la cosa ai miei corsi). Poi il mare ha iniziato a ritirarsi e scoprire i fondali. Quindi matematicamente non ci possono essere città pre-sumeriche o sumeriche nascoste sotto le attuali acque :-)
Tornando al libro: ho scritto al riferimento segnalato da Riccardo ad Einaudi, sottolineando il valore del libro e la validità dell'idea di tradurlo, nonchè dando la mia disponibilità alla traduzione.
Il Sig. Bonadies di Einaudi mi ha risposto ringraziandomi e dicendo che ne terrano conto se decideranno di andare avanti con il progetto e che spera di farmi sapere presto qualcosa.
Incrociamo le dita perchè l'iniziativa è degna, considerando quali obsoleti e inferiori libri sono stati tradotti negli ultimi da alcuni editori meno seri di Einaudi...
[Modificato da MassimoIzzo 15/11/2012 17:51] |
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15/11/2012 18:14 | |
Edit: post nel filo sbagliato, la vecchiaia.... [Modificato da MassimoIzzo 15/11/2012 18:15] |
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16/11/2012 09:11 | |
MassimoIzzo, 15/11/2012 17:50:
Ciao Riccardo,
solo una piccola correzione: è vero, il Golfo Persico era molto arretrato e se non ricordo male Eridu si trovava in antichità proprio in riva al mare (ho trattato con cartine la cosa ai miei corsi). Poi il mare ha iniziato a ritirarsi e scoprire i fondali. Quindi matematicamente non ci possono essere città pre-sumeriche o sumeriche nascoste sotto le attuali acque :-)
Sul Golfo Persico la storia è piuttosto complessa. Sì, il mare è successivamente arretrato (infatti città come Eridu erano un tempo praticamente sul mare), ma in epoche precedenti (ma qui stiamo parlando di circa 15.000 anni fa) il Golfo Persico era sostanzialmente una pianura solcata da Tigri ed Eufrate insieme. Alla fien dell'ultimo periodo glaciale, il repentino innalzamento dei mari portò alla creazione del mare all'interno del Golfo e tale processo si è esaurito solo in periodi neolitici.
Questo è quello che ho dedotto leggendo anni fa alcuni testi, cartine e diagrammi, e su cui cerco di rimettere a posto un po' le idee.
Leggo adesso che un certo Jeffrey Rose, archeologo e ricercatore presso l’Università di Birmingham, ha pubblicato un libro di recente che tratta di questo argomento. Circa 8000 anni fa, l’innalzamento del livello del mare derivante dalla fusione dei giacci fece sì che l’Oceano Indiano irrompesse attraverso una barriera naturale in quello che oggi è conosciuto come stretto di Hormuz... Mi viene in mente quello che pare essere accaduto nel Mar Nero...
Insomma, città sumeriche in senso classico no, ma città o villaggi pre-sumerici adesso sommersi non mi paiono un eresia.
C omunque questo argomento è compelsso ed è decisamente off topic, per cui, nel caso si voglia parlare di questo (ed è molto interessante e costruttivo) è opportuno aprire una discussione apposita.
MassimoIzzo, 15/11/2012 17:50:
Tornando al libro: ho scritto al riferimento segnalato da Riccardo ad Einaudi, sottolineando il valore del libro e la validità dell'idea di tradurlo, nonchè dando la mia disponibilità alla traduzione.
Il Sig. Bonadies di Einaudi mi ha risposto ringraziandomi e dicendo che ne terrano conto se decideranno di andare avanti con il progetto e che spera di farmi sapere presto qualcosa.
Incrociamo le dita perchè l'iniziativa è degna, considerando quali obsoleti e inferiori libri sono stati tradotti negli ultimi da alcuni editori meno seri di Einaudi...
Questa è una grande notizia!!!
Il fatto che tu stesso hai scritto alla Einaudi ha di per sé avuto già un riscontro maggiore. Gli stimoli avuti in precedenza da me, dalla mia amica Antonella e spero da qualche altro, hanno fatto la sua parte, ma il tuo ultimo contatto può realmente aver fatto la differenza.
Incrociamo davvero le dita.
Per qualunque cosa, facci sapere.
Ric
[Modificato da Riccardo Banchi 16/11/2012 09:18] |
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