Ho visitato un'"
americanata"... una sorta di
Disneyland egittologica tutta dedicata al nostro "
eroe" Tutankhamon e di cui ha già parlato Ankhesepaaton (
QUI!) eppure... eppure
non vi nascondo che è una splendida "americanata"!
L'esposizione contiene, come documentato fotograficamente dalla nostra amica nel 3D sopra linkato
(appena posso inserirò anche io qualche foto, ma debbo ridimensionarle perchè "pesanti"), alcuni degli oggetti più famosi e preziosi della tomba di Tut.
Ovvio che si tratti di copie, ma la fattura, la fedeltà all'originale
(sono esattamente uguali anche i danni, le scalfitture delle paste vitree o le rotture) è tale che ci si dimentica di questo piccolo particolare.
La cosa più bella di questa mostra è che puoi fotografare quanto ti pare e finalmente osservare con attenzione e molto da vicino oggetti che, altrimenti, vedresti solo attraverso le vetrine
(in verità alquanto polverose quando ci andai io) del Museo del Cairo
(dove, peraltro, ora non si può neppure più fotografare).
Alcuni storcono il naso dinnanzi a queste mostre che io stesso, in partenza, ho definito "
americanate" eppure hanno vari innegabili vantaggi:
-non tutti hanno la disponibilità
(specie in questo periodo) di andare
"un momento" al Cairo
(aldilà della situazione politica locale, si intende), ma tutti hanno il diritto di poter godere di certe bellezze;
-puoi godere degli oggetti quanto e come vuoi con un minimo di accortezza, ma senza dover rischiare l'amputazione della mano se, per caso, ti avvicini troppo;
-possono consentirti di vedere cose che, negli originali, non vedresti mai.
Sono due scuole di pensiero, è vero, c'è chi dice che così si svilisce l'arte, la si porta troppo a livelli "bassi", e c'è chi, invece, ritiene che l'arte non sia destinata a pochi, l'arte deve essere di tutti e lo sforzo deve essere anche quello di consentire di apprezzarla al maggior numero di persone possibile. Se questo può avvenire esponendo copie, ben venga; se poi si ha la fortuna di poter ammirare l'originale, beh, avrai coronato un sogno.
Ovvio che mi riferisco a mostre SERIE, fatte scientificamente, che scaturiscono da ricerche e da organizzazioni altrettanto SERIE.