La mummia di Akhenaton

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: 1, [2]
pizia.
00lunedì 28 maggio 2007 22:31
Sono d'accordo Antonio, non fraintendermi, sulla questione della sepoltura di Amenhotep III, mi rendo perfettamente conto del fatto che il motore movente contro lo strapotere amoniano sia stato proprio lui, il suo pesiero.

Eppure ancora non mi do spiegazione del fatto che i successori, da Horemheb in poi, lo assunsero ancora a punto di riferimento verso la tradizione che dobbiamo definire convenzionalmente tebana.
Perché cancellare quattro nomi, e perché proprio quei quattro?
Perché coinvolgere Tut e soprattutto perché Ay, quando proprio loro diedero una svolta in favore della restaurazione, ma lasciare fuori Amenhotep III?

Certo l'aspetto religioso della crisi che coinvolge la parte finale della XVIII dinastia deve essere fondamentale.

E, scusatemi, questa è una mia opinione personale, doveva essere ben preponderante sulle questioni economiche e/o di basso interesse personale, perché il nostro modo di pensare moderno non riesce ad interpretare quello antico, così antico da affondare le proprie radici nella preistoria.

In altre parole noi siamo abituati a dare agli aspetti economici, edonistici, egoistici un grande rilievo e determinazione nelle nostre decisioni quotidiane, anche grazie ad una certa cultura maturata durante i secoli (millenni), ad una certa razionalità che ci siamo abituati ad usare, ma nell'antichità le cose erano ben diverse e le risposte ai problemi molto più vaghe e poco soddisfacenti, così si doveva ricorrere adf artifizi, quali la magia, la religione, la sperstizione, ecc.
-Kiya-
00lunedì 28 maggio 2007 23:41
Re:

Scritto da: pizia. 28/05/2007 22.31
Perché coinvolgere Tut e soprattutto perché Ay, quando proprio loro diedero una svolta in favore della restaurazione, ma lasciare fuori Amenhotep III?



io ritengo che l'accanimento verso quei personaggi fu dettato da una non precisa volontà dei medesimi di restaurare il culto di Amon, ma, bensì, di un'imposizione.

Amenhotep III, per quanto si dimostrò propenso a far "risorgere" una divinità accantonata, ossia Aton, non portò mai questa al di sopra di Amon, non in modo ufficiale almeno. Con quel sovrano infatti i sacerdoti di Amon continuarono a detenere il loro potere e la loro ricchezza. Akhenaton agì diversamente e in maniera radicale e probabilmente i suoi immediati successori avrebbero desiderato fare lo stesso, ma furono costretti a rivedere le loro scelte quando il clero di Amon, volenti o no, riacquisì in buona parte il suo potere a seguito della morte di Akhenaton.
Credo che tutto ciò possa trovare riscontro nei primi 3 anni di regno di Tutankhaton e nel suo trasferimento poi a Menfi, dove probabilmente cercò appoggio, tramite Ay, data la sua giovane età. Fu proprio da Menfi infatti, che molti studiosi ritengono sia stato emanato l'editto della Restaurazione, di cui poi Horemheb si impossessò una volta salito al trono. Come ho già detto, credo possa essersi trattato di una sorta di patteggiamento: il riconoscimento del trono a Tut in cambio del ripristino di Amon.
-Kiya-
00lunedì 28 maggio 2007 23:45
Re:

Scritto da: pizia. 28/05/2007 22.31
ma nell'antichità le cose erano ben diverse e le risposte ai problemi molto più vaghe e poco soddisfacenti, così si doveva ricorrere adf artifizi, quali la magia, la religione, la sperstizione, ecc.



in fondo non è poi così difficile comprenderlo. Il popolo era "ignorante" e per spaventarlo e confonderlo era sufficiente fargli credere alla vendetta degli dèi, come giustificazione a tutto quanto di negativo potesse abbattersi sull'Egitto.
Non penso di sbagliare di molto affermando che proprio questa era l'arma più potente nelle mani di chi deteneva il potere. Prima di tutto il clero, che, così agendo, si garantiva introiti di tutto rispetto da parte dei nobili, del povero popolo e soprattutto, non ultimo, dello stesso Faraone, il quale sperava di "comprarsi", così facendo, un posto meritato accanto agli dèi
antonio crasto
00mercoledì 16 gennaio 2008 19:47
Hawass ha di recente condotto una campagna di analisi TAC sulle mummie misteriose della KV 35 e sullo scheletro della KV 55. L'indagine ha evidenziato alcune deformazioni ossee nella mummia 61070, attribuita dai più alla regina Tiye, e nello scheletro della KV 55. Queste deformazioni hanno portato i radiologi a ipotizzare un'età più alta rispetto a quelle assegnate grazie agli esami medici, per cui Hawass ha ritenuto di poter affermare che sicuramente la 61070 è la mummia di Tiye e che lo scheletro della KV 55 è quello di Akhenaton.

Io non sono assolutamente d'accordo con Hawass e ho scritto al riguardo, insieme a due amici egittologi, un secondo articolo sulla matattia genetica della famiglia di Akhenaton, entrambi pubblicati sul mio sito web:

www.ugiat-antoniocrasto.it

roberta.maat
00mercoledì 16 gennaio 2008 22:07

Hawass ha di recente condotto una campagna di analisi TAC sulle mummie misteriose della KV 35 e sullo scheletro della KV 55. L'indagine ha evidenziato alcune deformazioni ossee nella mummia 61070, attribuita dai più alla regina Tiye, e nello scheletro della KV 55. Queste deformazioni hanno portato i radiologi a ipotizzare un'età più alta rispetto a quelle assegnate grazie agli esami medici, per cui Hawass ha ritenuto di poter affermare che sicuramente la 61070 è la mummia di Tiye e che lo scheletro della KV 55 è quello di Akhenaton.



Questo è pari pari quanto abbiamo potuto vedere nella trasmissione rai "terzo pianeta". Sembra che Hawass sia sicuro di quanto afferma.
Per quanto riguarda la sindrome di Marfan io continuo a voler credere che non sia così ma mi rendo conto che per credere o negare è necessario lo studio genetico dei resti umani dopo un riconoscimento certo.
roberta.maat
00lunedì 21 gennaio 2008 18:36
Vorrei aggiungere,ovviamente senza nessuna polemica, che la malattia di cui alla sindrome di Marfan ha due pazienti famosi. Uno illustre : Abramo Lincoln e l'altro meno: Bin Laden. Nessuno dei due,ad un mio superficiale parere, evidenzia le caratteristiche fisiche di Akenaton.
antonio crasto
00lunedì 21 gennaio 2008 18:48
Cara Roberta,
esistono vari gradi di malattia e una progressione dei sintomi con l'età.
Nel caso di Akhenaton sembra che la malattia abbia raggiunto un livello molto elevato, che si nota chiaramente nelle varie immagini pervenuteci.
Dalla statuetta risalente all'unione con Nefertiti (Museo del Louvre) alle statue col viso allungato c'è un abisso, che non può che essere dovuto al progressivo svilupparsi della malattia.
Per quanto riguarda la conformazione (dolicocefala) dei crani sembrerebbe che la massima deformità si sia evidenziata in Marytaton.

roberta.maat
00lunedì 21 gennaio 2008 21:29

Cara Roberta,
esistono vari gradi di malattia e una progressione dei sintomi con l'età.



Con tutta probabilità e grazie allo studio prolungato che hai dedicato all'argomento hai ragione nel sostenere e promuovere questa teoria.
Mi sembra però che l'età di Akenaton sia di gran lunga inferiore a quella dei personaggi che ho citato per cui la progressione della malattia con l'avanzare dell'età non ritengo sia una tesi giusta nel nostro caso.
pizia.
00giovedì 24 gennaio 2008 18:58
Ma no!
Ancora con queste malattie?
Per favore Antonio, se puoi porta qualche argomento in più che possa provare effettivamente la malattia, il risultato delle raffigurazioni artistiche non è ancora, nemmeno con il nuovo anno, sufficiente per diagnosi mediche.
antonio crasto
00venerdì 25 gennaio 2008 11:04
Cara pizia,
capisco che ti dispiace rinunciare a una visione romantica di Akhenaton, ma cerca di essere realista.
Da quando si stanno studiando le rappresentazioni di Akhetaton, il mondo scientifico si è domandato se esse rappresentassero la realtà o fossero un rappresentazione artistica dettata da qualche concetto religioso.
Moltissimi medici hanno cercato di dare un senso a queste rappresentazione e sono state proposte varie malattie i cui sintomi ricordavano, in qualche modo, l’aspetto non proprio normale di Akhenaton e la sua famiglia.
Il mondo scientifico ha dovuto scartare le malattie che portavano a una non fertilità e a uno stato intellettivo deficitario.
Sono rimaste all’appello solamente alcune malattie, fra cui la Sindrome di Marfan, da me presa in considerazione nei due articoli pubblicati sul mio sito.
In questi, io e i miei amici abbiamo fatto un salto. Non ci siamo limitati a un’analisi delle rappresentazioni, ma abbiamo considerato le mummie che sicuramente appartenevano al periodo atoniano: le tre della KV 35, quella della KV 55, quella di Tutankhaton e i due feti trovati nella KV 62.
Ebbene tutte presentano degli aspetti ricollegabili al Marfan. I loro crani allungati ricordano in modo impressionante i crani delle rappresentazioni, così da far ritenere che queste non fossero una idealizzazione artistica, ma vere e proprie fotografie della corte del periodo.
Le recenti TAC effettuate su quasi tutte queste mummie hanno dato infine le conferme che quasi tutti i personaggi della corte furono affetti dalla Sindrome di Marfan.
Hawass fa forse finta di non aver capito, ma un attento esame delle sue parole e dei suoi scritti mette in luce:

- un’anomala degenerazione ossea nella 61070 e nello scheletro della KV 55;
- un palato concavo nella 61070 e nella mummia di Tutankhaton;
- il fatto che il personaggio della 61072 fu sicuramente ucciso con colpi di mazza.

Queste anomalie, se associate alle precedenti scoperte dell’anomala lunghezza degli arti di Tutankhaton, di un suo probabile problema alle vertebre cervicali e di una quasi certa zoppia sia di Smenkhkara che di Tutankhaton, portano, a mio parere, a concludere che ci troviamo di fronte a una malattia ereditaria altamente invalidante.

Nei miei articoli ho avanzato delle ipotesi, più o meno condividibili, con le quali ho cercato di dare un senso logico alla propagazione della malattia. Partendo dal fatto che Amenhotep III e Tiye presentano un aspetto normale e che entrambi superarono i 50 anni di vita, ho ipotizzato che la malattia sia stata portata a corte dalle principesse dei Mitanni, Gilu Heba e Tadu Heba. La sindrome si sarebbe propagata secondo due linea di discendenza, Akhenaton e Nefertiti, e si sarebbe conclusa, almeno a corte, con la morte di Tutankhamon.

Cara pizia,
non puoi dire che stiamo parlando delle sole rappresentazioni artistiche. Mi sta bene che non sei d’accordo su alcune ipotesi e che preferisce avere altre certezze. Speriamo che si riesca ad analizzare il DNA delle citate mummie e che questi esami possano finalmente mettere dei punti fermi. Sarebbe opportuno comunque che tutta la situazione sia analizzata da una commissione internazionale. Io ho la certezza che Hawass sia contrario ad ammettere che Nefertiti fosse straniera e che pertanto mai e poi mai sottoscriverebbe l’albero genealogico da me presentato.
pizia.
00lunedì 11 febbraio 2008 17:54
Non è un sacrificio per me rinunciare a una visione romantica di Akhenaton, davvero, perché credo di non averla e di non averla mai avuta. [SM=x822706]

Ti posso garantire che Akhenaton non è il mio faraone preferito, però non riesco a vederlo con la negatività che a volte gli viene assegnata; il periodo amarniano non è il mio periodo preferito anche se ho letto qualche libro in proposito, necessario comunque nel perseguire una visione generale della storia egizia (e per stare fra appassionati di questo periodo); la diciottesima dinastia non è la mia dinastia preferita, ma cerco di piegarmi al fatto che è la più discussa e la più documentata oltre che la più controversa.

Inoltre non ho scritto libri sull’argomento, non ho una mia teoria organica e funzionale che possa spiegare tutte le stranezze che ben conosciamo e di cui abbiamo parlato, non ho quindi alcun interesse a convincermi più su un’ipotesi che su un’altra.

Potrai sempre pensare che io sia poco realista, ovviamente, ma rimango della mia idea, per ora.
Ho inteso che hai studiato molto seriamente il problema delle malattie con uno staff di medici sicuramente luminari, certamente sanno tantissime cose sulle malattie nominate e curano anche la gente che le ha.

Resta il fatto che non sono d’accordo con le diagnosi ricavate dalle rappresentazioni artistiche, quindi per me la premessa di quella parte delle tue teorie continua ad essere un “se”.

Su questioni di rappresentazione artistica abbiamo già discusso un po’ di volte sul forum, pensa che io sostengo addirittura che la vera rappresentazione del volto di Tut sia la sua maschera, tanto più vera perché eseguita a calco e non a mano libera, immagine di un ragazzino che davvero non ha nulla di malaticcio, anzi.

Prendo atto che la tua analisi non è limitata alle rappresentazioni, ma che si fonda anche su quei pochi dati oggettivi che sono in possesso degli egittologi, cioè quelle mummie o resti che sono quasi certamente databili al periodo amarniano


le tre della KV 35, quella della KV 55, quella di Tutankhaton e i due feti trovati nella KV 62.



dalle analisi effettuate recentemente su queste dici che

tutte presentano degli aspetti ricollegabili al Marfan



anche no, cioè quegli aspetti che secondo il tuo staff potrebbero essere giustificati con il Marfan, in realtà potrebbero essere anche giustificati in altro modo, non necessariamente col Marfan o con altre patologie, potrebbero essere conformazioni particolari sì, ma non decisamente patologiche.

A riprova di ciò tu stesso auguri a tutti di poter conoscere finalmente le analisi del DNA, facilmente decisive, proprio perché trattasi di malattie genetiche.

Qualche tempo fa discutemmo sull’identità dell’ospite della KV55 con Frankh, il quale propose Akhenaton; lì per lì non fui molto convinta, sostenendo Smenkhkara, (e ancora l’ipotesi di cui ho parlato in apertura del topic), ma la conclusione fu la stessa, cioè che il DNA avrebbe potuto aiutare molto lo studio del problema amarnaino.

Quando finalmente esisteranno esiti di prove di questo genere la selva delle ipotesi potrà essere sfoltita almeno un po’, sarò felice lo stesso e anche di più, se daranno ragione alle tue teorie e torto alla parte scettica di pubblico, (compresa me), farò ammenda pubblicamente e tutti potranno dire:
“La pizia non credeva alla malattia genetica di Akhenaton, ma si sbagliava!”.


[SM=x822706] Poi forse cambierò nik… [SM=g999107]
antonio crasto
00lunedì 11 febbraio 2008 18:55
Cara pizia,
innanzi tutto grazie per la tua intelligente risposta.
Sono lieto che in questo forum i miei interventi non abbiano destato la paura che le mie idee “eretiche” possano influenzare le menti dei partecipanti poco eruditi e che pertanto sarebbe stato meglio boicottarle o censurarle.

Ho analizzato la XVIII dinastia inizialmente solo ai fini cronologici. Dovevo verificare le molte inesattezze dei referenti di Manetone, ma soprattutto mi interessava trovare le possibili correlazioni con gli avvenimenti narrati dalla Bibbia.
Durante l’analisi del periodo di Amenhotep III e Akhenaton ho cercato di dare una risposta allo spostamento della reggia ad Akhetaton, alle strane rappresentazioni dei personaggi della famiglia reale, alle anomalie dei nomi delle figlie e alla identificazione di alcune mummie.
Ho optato quasi istintivamente per le ipotesi: emergenza sanitaria in Egitto causata dalle famose piaghe bibliche, trasformazione di Akhenaton (femmina vestita da maschio), figlie di entrambi i coniugi, malattia genetica di Akhenaton e Nefertiti e personale identificazione delle loro mummie.
Dopo la stesura del libro ho approfondito alcuni aspetti, per esclusivo interesse scientifico, e ho cercato tutte le testimonianze che le nuove scoperte stavano dando alle mie ipotesi.
C’è ancora molto da studiare e non mi dispiacerebbe organizzare un incontro tra egittologi e medici esperti di TAC e malattie genetiche.
Ovviamente c’è sempre la speranza che si riesca a studiare il DNA delle poche mummie del periodo e che i risultati siano analizzati da un team internazionale di ricercatori, non soggetti al parere vincolante di Hawass.

Nell’eventualità i risultati dovessero darmi torto sarei pronto a rimangiarmi le ipotesi avanzate e a cercare altre risposte ai molti misteri del periodo.
-Kiya-
00martedì 12 febbraio 2008 02:04
soltanto due righe... OT per farvi i complimenti.

Quanto si legge qui sopra rappresenta uno dei rari, rarissimi esempi di confronto intelligente e costruttivo tra persone che desiderano effettivamente condividere il proprio sapere, i propri dubbi, le ovvie incertezze legate a un periodo così oscuro e lontano.

Qui su EgiTToPhiLìa ho avuto la fortuna di assistervi molte volte, ed è per me motivo di orgoglio [SM=g999103]





roberta.maat
00martedì 12 febbraio 2008 09:47

Su questioni di rappresentazione artistica abbiamo già discusso un po’ di volte sul forum, pensa che io sostengo addirittura che la vera rappresentazione del volto di Tut sia la sua maschera, tanto più vera perché eseguita a calco e non a mano libera, immagine di un ragazzino che davvero non ha nulla di malaticcio, anzi.



Una domanda forse superflua......abbiamo la certezza che la maschera sia un calco ? Se sì ,quali sono gli argomenti che lo confermano ?

O.T. sono veramente grata a tutti per avere la possibilità di intervenire in questa dotta disquisizione sulla figura di Akhenaton in particolare e sulla strana complessità di dati che riguardano la XVIII dinastia.
pizia.
00martedì 12 febbraio 2008 20:17
No Roberta, nessuna certezza per ciò che riguarda la maschera di Tut, è solo una cosa di cui sono convinta.
Secondo il Cimmino ("La vita quotidiana degli Egizi") la tecnica del calco era conosciuta, ma non largamente diffusa; lo testimonierebbero alcune teste ritrovate ad Amarna, realizzate in gesso, di dimensioni pari al vero e dotate di tali particolari e somiglianza che, anche secondo lui, si tratterebbe di calchi ("Akhenaton e Nefertiti").

L'immagine fedele di un volto potrebbe essere un elemento molto caratterizzante della persona, è strano il fatto che gli egizi non l'abbiano largamente usato per conservare anche la sembianza della persona, oltre che la mummia.

Ve lo immaginate come doveva uscire fuori una faccia dopo i 70 giorni (o giù di lì) sotto natron?
Eppure esistono pochissime rappresentazioni che possono essere ricondotte alla tecnica del calco; riesco a darmi solo una spiegazione, e cioé che il calco venisse riprodotto in tanti esemplari usati come modelli, mentre le opere vere fossero sempre originati dalle mani dell'artista, ma non so ancora perché.

Vandenberg, nel suo "Nefertiti",si dichiara contrario a quest'ipotesi, non motivando in maniera sufficiente questa presa di posizione, ma visto il tipo... [SM=x822706]

[SM=x822748] Grazie a voi [SM=g999097]
roberta.maat
00martedì 12 febbraio 2008 22:09

Ve lo immaginate come doveva uscire fuori una faccia dopo i 70 giorni (o giù di lì) sotto natron?



E se invece nella casa della vita,prima del natron,qualcuno avesse avuto il compito di eseguire il calco in gesso da affidare poi agli artisti addetti all'esecuzione della maschera funeraria ?
Non abbiamo altre maschere nè brutte nè belle, questa è stupenda ma aveva solo 19 anni Tut e forse era carino di suo. Non posso immaginare la maschera di Ramesse II.....la sua mummia di quasi centenario non avrebbe offerto un calco magnifico come le sue innumerevoli statue !Mi vengono in mente tutti i volti e penso a certe fisionomie attraenti e indimenticabili che purtroppo non abbiamo mai viste immortalate nell'oro. Mi piace credere che l'immagine fedele del volto venisse riprodotta sulla maschera ma è impossibile provarlo.
Ricordo solo Tut e.......Agamennone.
pizia.
00martedì 12 febbraio 2008 23:06
Poteva essere una sorta di rito magico segreto, quello della realizzazione dello stampo prima della corruzione del corpo, forse così venivano realizzate le così dette "teste di riserva", modellate nel fango del Nilo.
Però il gran numero di teste di gesso che sembrano perfettamente finite nei lineamenti, ma per il resto appena abbozzate, la loro frequenza ad Amarna, nelle botteghe degli artisti, fanno pensare che tali realizzazioni venissero commissionate anche durante la vita dei committenti.

Il ritratto di Tut in questione, quello della maschera, sembra ritrarlo all'età di 13-14 anni, mentre i lineamenti più maturi ravvisabili sul secondo sarcofago ligneo hanno persino indotto alcuni studiosi a ipotizzare la sua appartenenza a Smenkhkara, il parente più maturo e predecessore di Tut.

Un altro esempio: la testa di statua colossale che si trova nell'atrio di ingresso del museo di Luxor (vedi il mio topic sul museo di Luxor) ritrae un Amenhotep III giovanissimo, quasi bambino; egli era salito al trono in verde età, ma pare esistano molti esempi oltre a questo, di statuaria colossale, un genere affermatosi verso la fine del suo regno; esistono anche ritratti di Amenhotep III che lo ritraggono malato nello stesso periodo.

Secondo la spiegazione che comunemente viene data (Tiradritti, Aldred) il rispetto per la figura del faraone e il suo significato simbolico non permetterebbero di ritrarlo in una condizione fisica non degna, perciò gli ultimi anni di regno Amenhotep III fu ritratto con l'aspetto che aveva da ragazzo, nel fiore degli anni.
Credo che ciò fu possibile perché vennero conservati dei calchi risalenti alla giovinezza del faraone.

-Kiya-
00martedì 12 febbraio 2008 23:37
credo sia in ogni caso tenere conto di un elemento fondamentale: il realismo.

più volte ne abbiamo dibattuto con riferimento all'arte Amarniana e qui va ribadito, a mio avviso il concetto.
Sulla maschera di Tut certamente hanno influito caratteristiche dell'arte Amarniana e quindi ritengo sia possibile credere che quello raffigurato fosse il suo volto.
Così non fu per le altre epoche storiche. Certo non per quelle precedenti, forse in alcuni casi per quelle successive. Su queste basi, non escludo l'uso di calchi in queste ultime, forse non siamo stati così fortunati da rinvenirne ancora, ma probabilmente fatti o quando il soggetto era.. "giovane e bello" (nel fior fiore delle sue potenzialità) o addirittura con l'adozione di canoni comuni e pertanto non corrispondenti alla realtà.
.Bata.
00mercoledì 13 febbraio 2008 09:52
Per Roberta:

Sono certo che si tratti di una svista ma vorrei precisare che, nella "Casa della Vita", si conducevano studi e ricerche, vi era ospitata la scuola degli scribi oltre alle biblioteche e agli archivi, era, in definitiva, una sorta di università o cittadella degli studi dove si entrava da ragazzi e si salivano i gradini del sapere.

Nella "Casa della Morte" erano espletate tutte le operazioni della mummificazione dall'eviscerazione al bendaggio passando dalla essicazione con il natron all'inserimento degli amuleti tra le bende di lino.

Pertanto credo che tu volessi riferirti alla seconda quando presumi che l'eventuale calco fosse preso dopo la morte.

Ciao, BATA.
roberta.maat
00mercoledì 13 febbraio 2008 12:46
scivolone....? Grazie Bata
antonio crasto
00giovedì 27 marzo 2008 19:10
Ho visitato per l’ennesima volta il Museo del Cairo e sono rimasto sorpreso dal fatto che il sarcofago trovato nella KV 55 sia stato spostato nella stanza dedicata ad Akhenaton con l’etichetta “Sarcofago di Akhenaton”.
Hawass non tiene conto dei dubbi dei ricercatori. Egli presenta delle certezze inesistenti e confonde le idee dei visitatori.

Il Museo è in condizioni disperate. Le etichette sono spesso mancanti e risulta pressoché impossibile individuare molte stele e sarcofaghi.
Il nuovo Museo è ancora in fase di progetto e si sta procedendo allo scavo delle fondamenta (almeno così sembra).

La quasi certa individuazione della mummia di Akhenaton è proposta da Hawass in un articolo sul giornale della Egypt Air, così che ormai tutti coloro che arrivano in Egitto possono conoscere la sua nuova falsa scoperta.
Durante il volo vengono trasmessi documentari archeologici in cui il nostro uomo fa la prima donna.

Non ci resta che piangere!!!
pizia.
00giovedì 27 marzo 2008 19:22
[SM=x822718] Ma ... ma.... ma..... [SM=x822734]
-Kiya-
00giovedì 27 marzo 2008 23:42
questo si chiama "monopolizzare l'informazione" oltre che pilotarla, naturalmente.

Ormai è dato di fatto che Hawass ritenga che i resti della KV55 appartengano ad Akhenaton. Per quanto io stessa possa condividere tale posizione (ormai lo credo anche io), resta il fatto che non è corretto fare affermazioni quando ancora non vi sono certezze scientifiche atte a comprovarne la veridicità, tanto meno quando ci si rivolge a un pubblico così ampio e si riveste una certa qual posizione...

proprio Hawass dovrebbe dare il buon esempio, invece non fa altro che fomentare... un'altro dei suoi aspetti che proprio non riesco a giustificare...
-francis-
00giovedì 25 ottobre 2012 14:49
Ho visto adesso questo filmato di cui metto il link. Forse lo conoscete già, ma è inerente alla discussione

www.youtube.com/watch?v=4uCe-vgE7D0&feature=share
pizia.
00venerdì 26 ottobre 2012 17:39
Grazie Francis, è molto interessante!
Il video n° 1 comincia con una grande verità, prima enunciata da Hawass, e poi ribadita dal narratore.
Però la prima immagine riporta una scritta di avvertimento che mi infastidisce un pochino: questi eventi sono storia recente, avvenuti perché fortemente voluti da tantissime parti in causa, sicuramente sono stati filmati in maniera dettagliata ed estesa.
Perché dunque usare situazioni ricreate in studio?
Le eventuali risposte a questa domanda mi comunicano quel certo fastidio... [SM=x822706]
-francis-
00martedì 30 ottobre 2012 11:50
Ho terminato di vedere tutte le sequenze. Alla fine la conclusione di Zahi è che Akhenaten è il vero padre di re Tut, mentre ancora sorgono dubbi sulla madre, della quale hanno analizzato il corpo, e relativo dna. E' la giovane donna trovata, assieme ad altre due mummie, nella KV35, ma ancora senza un nome preciso.
Come si sospettava Akhenaten è la mummia trovata nella KV55, e il sarcofago mutilato è proprio il suo.
Possiamo esserne certi?
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 19:59.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com