La Mummificazione... questa sconosciuta!

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: 1, [2], 3
-Kiya-
00martedì 3 giugno 2008 00:33
stasera in treno, leggendo un testo dedicato alla magia egizia (quella vera... tratta e desunta da papiri e dalle formule dei testi sacri) ho trovato un brano relativo al ba. Me lo devo riprendere, da lucida, stasera sono troppo stanca... domani riporto.
Inoltre posseggo il testo specifico dedicato ad "Akh, Ba e Ka" di Bongioanni... ma datemi il tempo di aprire qualche scatolone ;)
-Kiya-
00martedì 3 giugno 2008 00:39
Re: Re:
antonio crasto, 30/05/2008 18.13:



Ciao Maria,
sai per caso come è nata la storiella dei bambini portati dalla cicogna?
Non vorrei che ......







sinceramente, Antonio, non mi ci stupirei affatto [SM=g999103]

intanto, comunque, confermo, il ba viene assimilato a una cicogna nera
antonio crasto
00martedì 3 giugno 2008 16:56
Nel libro di Collier e Manley “Come leggere i geroglifici egizi” il ba viene rappresentato come un uccello dal volto umano con a fianco una specie di vaso B16 o G53 del Gardiner.
Vuoi vedere che questo vaso era un contenitore frigorifero per il trasporto del cuore?
In questo caso il ba compie il volo fino alla camera della Doppia Verità (fra le stelle circumpolari), ma sulla bilancia deposita il cuore del faraone defunto.
-Kiya-
00martedì 3 giugno 2008 17:42
Re:
antonio crasto, 03/06/2008 16.56:

Nel libro di Collier e Manley “Come leggere i geroglifici egizi” il ba viene rappresentato come un uccello dal volto umano con a fianco una specie di vaso B16 o G53 del Gardiner.
Vuoi vedere che questo vaso era un contenitore frigorifero per il trasporto del cuore?
In questo caso il ba compie il volo fino alla camera della Doppia Verità (fra le stelle circumpolari), ma sulla bilancia deposita il cuore del faraone defunto.




mi correggano i filologi, se scrivo eresie:

vaso=ib=cuore (non è poi lo stesso vaso che possiamo ammirare in mano al servitore che segue Narmer, rappresentato sulla sua Paletta?)




ma.... perchè un contenitore frigorifero? [SM=x822737]

personalmente ribadisco che credo che il ba non dovesse sostituire il defunto, perchè questi (il ba) restava in vita e nemmeno necessitava di trasfigurazione, mentre il defunto doveva trasfigurare prima di poter essere ammesso alla vita ultraterrena. Per poter raggiungere la trasfigurazione, ovvero per divenire un Akh, il defunto doveva riunire il suo Ka e il suo Ba; ma per farlo doveva raggiungere il suo Ka. Poichè al corpo fisico era impedito muoversi, interveniva il Ba, che invece poteva muoversi liberamente ed era questo il suo compito principale. Una volta trasformato in Akh, allora il defunto poteva salire al cielo, tra le stelle, nella Luce... verso il Regno celeste.

Inoltre, credo vada tenuto in considerazione il fatto che in qualsiasi rappresentazione della Pesatura dell'Anima troviamo il defunto "in persona" davanti ad Osiride e non il suo ba. Forse valrebbe la pena dare un'occhiata al "Dialogo di un disperato con il suo Ba", chissà che non si trovino spunti interessanti.
antonio crasto
00martedì 3 giugno 2008 18:29
Vedo che le mie battute non sono capite. Mi rifacevo al contenitore usato per trasportare il cuore dopo un espianto.
Non è importante.
Ciao Antonio
-Kiya-
00martedì 3 giugno 2008 20:10
Re:
antonio crasto, 03/06/2008 18.29:

Vedo che le mie battute non sono capite. Mi rifacevo al contenitore usato per trasportare il cuore dopo un espianto.
Non è importante.
Ciao Antonio




[SM=x822752] ero talmente presa dall'argomento che proprio non ci ero arrivata! perdonate... [SM=x822747]


Maat Ka Ra
00martedì 3 giugno 2008 20:12
ohohoh...siete buffi! [SM=x822752]
antonio crasto
00lunedì 9 giugno 2008 07:34
Maria, nelle discussioni recenti compare un tuo intervento alle 19:24 del 8/6. Dov'è?
Ciao Antonio
-Kiya-
00lunedì 9 giugno 2008 09:00
una correzione, Antonio.

Avevo scritto "Ankh", in luogo di "Akh"


;)
-Kiya-
00lunedì 9 giugno 2008 09:08
tuttavia ho trovato il testo del Prof. Bongioanni sull'argomento, quindi conto al più presto di integrare sull'aspetto del Ba [SM=g999103]
roberta.maat
00mercoledì 9 luglio 2008 22:45

Antonio scrive:
.....In realtà l'invisibilità di Sopedet / Sirio di 70 giorni si verifica prima della sua levata eliaca.
.....



Scusa Antonio sono indietro, la mia convinsione è che la levata eliaca di Sirio-così come qualsiasi altra stella-significa il momento in cui l'astro e il sole sorgono insieme e, pertanto, il primo non è visibile per la luminosità del secondo restando tale per 70 giorni cioè fino a quando cesserà questo ostacolo alla visione.
Ti chiedo di chiarirmi questa confusione che faccio.....sempre se sono riuscita a spiegarmi.
antonio crasto
00giovedì 10 luglio 2008 11:01
Ciao Roberta.
A causa della rivoluzione della Terra intorno al Sole noi vediamo Sirio e il Sole sorgere con intervallo differente. Se partiamo da una giornata in cui le due stelle sorgono contemporaneamente, avremmo che col passare dei giorni Sirio sorge sempre più in anticipo, per cui essendo notte essa sara visibile in cielo. A furia di anticipare la sua levata, Sirio finirà per sorgere di giorno e non essere dunque visibile. La durata di questo intervallo d’invisibilità è di 70 giorni, nei quali la levata di Sirio si sposta dalla sera, al mattino.
Arriverà infine un giorno in cui Sirio sorgerà abbastanza prima del Sole, da non essere cancellata dal chiarore dell’aurora. In questo giorno Sirio sarà visibile solamente per poco tempo perché il Sole tenderà a cancellarla.
Questo giorno particolare si chiama “levata eliaca di Sirio” (il discorso vale per tutte le stelle a bassa declinazione).
Da quel giorno Sirio sorgerà sempre prima, per cui a notte sempre più fonda e la sua presenza in cielo sarà sempre più lunga.

Il ciclo continua ogni anno immutabile.

Ciao Antonio

PS
Ti consiglio di seguire il discorso con un programma stellare, possibilmente in grado di far cambiare la luminosità del cielo.
roberta.maat
00giovedì 10 luglio 2008 12:47

Antonio :..........avremmo che col passare dei giorni Sirio sorge sempre più in anticipo.........



Grazie,grazie.......la mia confusione derivava dalla assurda idea che il movimento di rivoluzione facesse sorgere Sirio e non solo Sirio, in ritardo e non in anticipo.
Purtroppo a volte non rifletto a sufficienza e se lo facessi non mi capiterebbe di fare domande sciocche.....scusa e grazie ancora.
-Kiya-
00lunedì 21 luglio 2008 00:24
Riprendo questa interessante discussione, con riferimento al tema iniziale della durata dell'inumazione, poichè mi sono imbattuta in quest'affermazione:



In Egitto l'imbalsamazione di un alto dignitario poteva durare parecchi mesi e nel caso di un Faraone quasi un anno. Un esempio si trova nella tomba della regina Meresankh III, forse una delle mogli di CHEFREN (Faraone della IV Dinastia),dove è specificato che la sua imbalsamazione durò 272 giorni.



chi ne sa di più a riguardo di questa tomba? è veritiero quanto riportato?
nectanebo
00martedì 1 settembre 2015 21:51
Questo post è rimasto fermo a questa domanda:

In Egitto l'imbalsamazione di un alto dignitario poteva durare parecchi mesi e nel caso di un Faraone quasi un anno. Un esempio si trova nella tomba della regina Meresankh III, forse una delle mogli di CHEFREN (Faraone della IV Dinastia),dove è specificato che la sua imbalsamazione durò 272 giorni.

chi ne sa di più a riguardo di questa tomba? è veritiero quanto riportato?

Vediamo di darne risposta, e magari integrare anche qualcosa sui metodi di imbalsamazione nell' antico Egitto.
La tomba (mastaba) della regina Meresankh III, figlia del principe Kewab e della regina Hetepheres si trova a Giza a lato della piramide di Cheope.
Una scritta nella sua tomba, indica un certa durata tra l' entrata nella "casa di purificazione" la collocazione nel sepolcro. Questo però, a rigor di logica, non significa che questo tempo sia dovuto "solo" alla preparazione funebre delle regina per l’aldilà. Questa è solo una mia personale opinione.
La scritta in questione si trova sugli stipiti della porta d’accesso:



la scritta a destra (rif. N°2), indica la data dell' entrata nella "casa di purificazione", e a sinistra (rif. N°1) la data della inumazione.



il testo:
colonna 2 - "la figlia reale (principessa), Meresankh, anno 1, mese 1 di , Shemu, giorno 21. In pace è Il suo ka, ed egli è venuta alla casa di purificazione"

Colonna 1 - "La sposa reale, Meresankh. anno (1 ?) dopo, secondo mese della stagione Péret, giorno 18, essa viene al suo bel sepolcro."

Il conteggio di 272 giorni lo considero esatto, anche perchè non saprei farlo personalmente..

Per ora credo di aver chiarito a Kiya e ad altri interessati il quesito.

[SM=g999100] ...Nec.
Hotepibre
00martedì 1 settembre 2015 22:12
Grazie per aver "riesumato" (è proprio il caso di dirlo) questo 3D... e se nei 272 giorni fosse stato compreso anche il periodo di costruzione della mastaba? Non trattandosi di un re potrebbe essere verosimile che la costruzione sia iniziata solo alla morte, magari prematura, di Meresankh?
sargon.
00mercoledì 2 settembre 2015 12:36
Può essere stato lo stesso intervallo per l'inumazione di Tut?
Secondo alcuni studiosi Tut morì in autunno e fu inumato in primavera.
nectanebo
00venerdì 4 settembre 2015 11:48
Grazie a te Hotep per il punto di vista che combacia perfettamente con il mio.

A questo punto, dopo che tutto il post è incentrato sui tempi necessari per la mummificazione, perchè non ci si addentra sul "come" questa venisse fatta, dai primordi della civiltà egizia, fino al suo termine, magari con l'inserimento di immagini provenienti da rilievi tombali.
Per cominciare, mi sembra giusto inserire un intervento di Kiya rimasto "solo" in una precedente discussione. Ecco il testo :


Il dr. Frank Rühli, anatomista ricercatore presso l’Università di Zurigo, è diventato famoso per aver analizzato la mummia di Tutankhamon e quella di Otzi, e per aver, nel primo caso, escluso la morte a causa di un colpo alla nuca (le cause effettive, tuttavia, restano al momento ignote) e , nel caso dell’uomo di Similaun, per aver stabilito che la morte sopraggiunse a seguito di un’emorragia provocata da una ferita di freccia.
Tutto questo con l’ausilio del CT SCAN, ovvero la tomografia assiale computerizzata.
Il progetto diretto dal Dr. Rühli, denominato “Swiss Mummy project” è tutt’altro che giunto al termine. Esso si prefigge lo scopo di esaminare in modo non invasivo gran parte delle mummie custodite nei Musei Svizzeri.
La mummificazione di un corpo può avvenire in modo naturale, grazie al concorrere di una serie di fattori. Ciò che contribuisce a ostacolare la putrefazione sono: una temperatura molto alta o, per contro, molto bassa, una buona ventilazione, l’assenza di umidità o la mancanza di ossigeno. Affinchè nulla fosse lasciato al caso, tuttavia, alcune culture antiche ricorsero a tecniche artificiali, che prevedevano vari procedimenti di essicazione e imbalsamazione. Tra queste indubbiamente si distinse la civiltà antico Egizia, che raggiunse livelli di perfezione tali da potersi permettere di applicare tali tecniche non solo agli esseri umani, ma di adattarle anche al mondo animale.
Non stupisce il fascino che le mummie esercitano sulla gente oggi giorno. E non ne è sorpreso nemmeno il dr. Rühli, secondo il quale un tale atteggiamento è giustificato dal fatto di trovarsi al cospetto di un corpo che somiglia a quello di una persona in vita, sebbene in realtà sia deceduto migliaia di anni fa. Si potrebbe quasi affermare che ciò renda l’idea di poter, in un certo senso, sconfiggere la morte.
L’interesse del ricercatore è, però, di altra natura: duplice. Da un punto di vista medico riguarda lo studio dei tessuti e le loro reazioni, da un punto di vista storico è interessante apprendere come gli antichi procedevano per preservare i corpi dei loro cari, una volta sopraggiunta la morte.
A tale scopo, lo scienziato, grazie all’approvazione dei comitati d’etica , nonché di alcuni donatori, ha potuto sottoporre parti del corpo umano al processo di mummificazione. Per il procedimento da adottare si è affidato a uno studio condotto negli Stati Uniti, circa a metà degli anni ’90, studio finalizzato a scoprire la “formula magica” utilizzata dagli antichi Egizi per essiccare i corpi, prima della sepoltura. L'idea alla base dello studio, finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, è di esaminare come i tessuti umani reagiscono a diverse condizioni ambientali, come i cambiamenti di temperatura e l'umidità.
Nel suo laboratorio, situato nel campus dell’Università, è stata installata una grande cassa di legno che è stata riempita di sale. Sorprende indubbiamente la quantità di miscela salina che si è dovuta impiegare per sottoporre ad essicazione un solo arto (una gamba). Sono infatti stati necessari 60 kg di sale.
L’esperimento, nel suo insieme è durato 80 giorni, con l’ausilio dei migliori apparati tecnologici. Sia tessuti che DNA sono stati esaminati in varie fasi, per studiarne il livello di degrado durante la mummificazione. Si è potuto, inoltre constatare che, perché il procedimento fosse definitivamente completato, sono stati necessari esattamente 70 giorni. Lo stesso termine tramandato da Erodoto, per la mummificazione egizia.
Erodoto però non chiarisce quanto tempo fosse realmente destinato alla “salatura” e quanto invece venisse impiegato per preparare la salma al riposo eterno.
Al termine l’arto presentava ancora tracce d’acqua. Un dato inaspettato, dichiara l’equipe. Il risultato finale, una volta eliminato il sale, da un punto di vista morfologico e macroscopico, mostra tessuto essicato, assai somigliante a quello delle mummie che si possono ammirare nei Musei.
Dato il risultato soddisfacente, il dr. Rühli presto ripeterà l’esperimento con un’altra parte del corpo. Qualora verranno riscontrati gli stessi risultati, si potrebbe procedere col tentare la mummificazione di un corpo intero.

Kiya.



[SM=g999100] ...Nec.
Hotepibre
00venerdì 4 settembre 2015 15:13
...può essere interessante, dal punto di vista del metodo di mummificazione, cercare anche esempi più recenti di una tale attività magari più vicina di quanto si pensi...
Uno degli esempi migliori (e forse l'unico in Italia) è dato dalle Catacombe dei Cappuccini di Palermo.
Un altro esempio potrebbe essere, perché abbastanza corrispondente era il metodo, quello del convento delle Clarisse che si trovava fin dal '500 nel Castello Aragonese di Ischia. In quel caso però i corpi, seduti in posizione eretta su sedili che consentivano di raccogliere i liquidi corporei di putrefazione, dopo la mummificazione naturale venivano lasciati completamente a decomporsi e quel che restava veniva poi inumato in un ossario comune (in maniera alquanto macabra, come nota storica, rammento che OGNI giorno le clarisse si riunivano a pregare nel cosiddetto "scolatoio" per meditare sulla durata effimera della vita).
Ma torniamo all'esempio di mummificazione dei Cappuccini di Palermo.
Si è calcolato che le catacombe contengano circa 8mila mummie, in piedi o sdraiate, vestite di tutto punto; in origine, nel '500, prima che diventasse poi cimitero oltre che dei cappuccini anche per classi più agiate che potevano permettersi il costoso processo di mummificazione, il procedimento prevedeva l'asportazione degli organi interni e circa un anno di "scolatoio".
Quanto restava veniva poi lavato con aceto e riempito di paglia; nei periodi in cui i morti erano in gran numero, ad esempio durante le epidemie, si provvedeva ad immersioni del corpo in arsenico o acqua di calce.
La mummia più famosa di questo cimitero (tra le ultime trattate) è tuttavia recentissima, risale infatti al 1920 ed è quella di una bambina, Rosalia Lombardo (definita "la più bella mummia del mondo" e nota anche come "La Bella Addormentata"), trattata dal Dr. Alfredo Salafia (Palermo 1869-1933) che procedeva secondo "formule segrete" che sono tuttavia state "svelate", non più tardi del 2008, dal Dr. Dario Piombino Mascali.
Il Dr. Salafia avrebbe infatti iniettato una miscela composta da formalina (per uccidere i batteri), alcool (che avrebbe contribuito alla mummificazione unitamente alle condizioni micro-climatiche del luogo di sepoltura), glicerina (per impedire l'eccessivo inaridimento), acido salicilico (che avrebbe impedito la crescita dei funghi), e sali di zinco (che conferiscono rigidità).

Come si vede nulla (o quasi) a che vedere con la mummificazione dei "nostri" egizi, ma è interessante rammentare come forse si pervenne all'idea di mummificare i corpi che originariamente, in epoca preistorica, venivano sepolti direttamente nella sabbia che, grazie anche al sole rovente, favoriva l'essiccazione naturale.
Come era usanza presso tutti i popoli, o quasi, dopo un certo periodo, in genere un anno, si tornava sul luogo del seppellimento per scoprire il corpo e prelevare parti da conservare come ricordo del defunto o amuleto in grado di passare ai viventi le migliori caratteristiche del "caro estinto".
Fu in quelle occasioni che verosimilmente gli uomini restarono colpiti dalle condizioni del corpo e si instaurò il convincimento che, per accedere all'aldilà, il corpo dovesse essere, in qualche modo, fisicamente preservato.
Ma attorno ai corpi si cominciarono a costruire "tombe" che li isolavano, perciò, dall'ambiente circostante non rendendo più possibile la mummificazione spontanea e naturale; di qui i ripetuti tentativi (ed i tanti insuccessi) attraverso i quali si giunse, infine, alla mummificazione artificiale.
Considerando che nel caso specifico stiamo parlando di una mummia delle prime Dinastie, in cui i procedimenti non erano ancora stati ben acquisiti e testati, direi che non si può escludere che il processo (memori della condizione pre-tombale) durasse molto più a lungo dei "fatidici" 70 giorni citati poi da Erodoto e a noi meglio noti.
Ciò potrebbe ben giustificare il periodo citato di 272 giorni dovuti sia alla necessità di costruzione della tomba (come sopra detto), ma anche ad un periodo di "essiccazione" , o "purificazione", più lungo, in funzione di quanto sopra scritto.
nectanebo
00domenica 6 settembre 2015 21:14
Per oltre 2000 anni, la maggiore fonte di informazioni riguardo all’imbalsamazione egiziana, proviene dallo storiografo greco Erodoto. Nel secondo libro delle Storie, infatti, lo scrittore ci lascia una descrizione abbastanza precisa di come venivano preparati i morti, prima della inumazione, a seconda della classe sociale. I più facoltosi, ad esempio, potevano avvantaggiarsi del procedimento più accurato, con la completa eviscerazione del cadavere.
Così dice Erodoto:
Estraggono anzitutto con un ferro ricurvo il cervello dalle narici, in parte così, in parte introducendovi dei farmaci. Poi con una pietra etiopica tagliente, praticano un’incisione all’inguine; tirano fuori senz’altro tutti gli intestini; una volta estratti, li nettano per bene con vino di palma, e li tornano a pulire con polvere di aromi. Quindi riempiono il ventre di pura mirra tritata, di cannella e di altri aromi, tranne l’incenso, e richiudono cucendo. E dopo salano il corpo immergendolo nel salnitro per settanta giorni: non devono lasciarlo nel sale per un periodo più lungo.

Questa dicitura, in special modo il non superare i 70 giorni, si rivela abbastanza problematica .
Fermo restando che, il clima egiziano è idoneo a una rapida essicazione, il corpo umano non è standard. Si può infatti passare da persone esili e sottili a personaggi addirittura obesi. Queste caratteristiche si riflettono su qualunque processo chimico di decadimento e conservazione di un corpo, a cui si deve adattare la quantità di prodotti usati per conservarlo, e tempo necessario alla disidratazione.
E’ mia opinione valutare le parole di Erodoto con una certa elasticità, e considerare i 70 giorni come periodo standard, per una persona nella norma.

[SM=g999100] ...Nec.
Hotepibre
00lunedì 7 settembre 2015 10:45
...l'errore che noi uomini "moderni" commettiamo più facilmente, quando si tratta di ipotizzare qualcosa del passato, è quello di appiattire la storia, di bidimensionalizzarla , di distribuirla lungo una "time-line", dimenticando che, invece, è tridimensionale e si sviluppa, nel nostro caso, in oltre 3.000 anni ovvero ben più di quanto la nostra stessa civiltà abbia ancora vissuto.
Se tra mille anni uno studioso dovesse trovare la Bibbia, e gli studi compiuti nel '600 dall'arcivescovo Ussher, saprebbe che la terra è "nata", è stata "creata", a mezzogiorno in punto del 23 ottobre 4004 a.C., ma già Eusebio di Cesarea aveva indicato il 5199 a.C. (datazione peraltro accettata da Dante).
Ecco, noi ci troviamo nelle stesse condizioni dinnanzi ai testi di Erodoto: cerchiamo cioè di dare certezza a qualcosa che certo non può essere certa (scusate il bisticcio di parole) e cerchiamo di standardizzare nel tempo un comportamento, ipotizzando che esso sia rimasto invariato per quasi 3000 anni, secondo quanto ci dice uno storico vissuto nel 400 a.C.
Così non credo possa essere; ed è il motivo per cui sopra facevo notare che la mummificazione non è stata "creata" d'emblée, al primo colpo, ma sappiamo anche da riscontri pratici che si andò avanti, per tentativi, per secoli prima di raggiungere la "perfezione", ovvero ciò che venne considerata tale e che, forse, prevedeva proprio i tempi citati da Erodoto.
L'esempio da cui siamo partiti potrebbe essere proprio uno di questi passaggi iniziali: 272 giorni poichè a quei tempi la mummificazione avveniva in condizioni che imitavano, ad esempio, il decorso tanatologico naturale.
Se vogliamo aderire al racconto di Erodoto possiamo perciò dire che ai suoi tempi la mummificazione avveniva, orientativamente, in 70 giorni (può essere valido il discorso di una differente conformazione corporea del defunto), che forse anche in altri periodi il tempo previsto era lo stesso, ma non credo si possa standardizzare tale procedura per l'intera e trimillenaria storia dell'Egitto.
nectanebo
00martedì 8 settembre 2015 20:34
Sempre precise la puntualizzazioni di Hotep.
Continuando a citare Erodoto, per le persone un po’ meno ricche, il procedimento era più grossolano: niente incisioni, ma una macerazione degli organi interni grazie a un liquido corrosivo, a base di olio di cedro.
Erodoto:
Per chi invece, ad evitare forti spese, vuole il trattamento medio, si procede così. Riempiono senz’altro, con siringhe, senza praticarvi incisioni nè toglierne gli intestini, il ventre del morto di olio di cedro: iniettando il liquido, cui si impedisce di tornare indietro, dalla parte posteriore; si immette per il numero di giorni prescritto, il corpo nel sale. E l’ultimo giorno si fa uscire dal ventre l’olio di cedro che vi era stato prima immesso: il quale ha tale efficacia da trasportare con se gli intestini e i visceri disciolti.

In pratica gli organi interni venivano sciolti con olio di cedro, miscelato ad altre sostanze, aventi queste proprietà. (una ricerca in rete potrebbe chiarire qualche dubbio su tale mistura).

Per i “poveracci”, infine, il procedimento prevedeva una semplice “asciugatura” del corpo nel sale, natron, o similare. Questo, almeno, si è sempre creduto ?

Una nuova ricerca pubblicata daatata febbraio 2013 su Homo – Journal of Comparative Human Biology si ripromette di sfatare alcuni dei miti sull’imbalsamazione.. ecco il link:

www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0018442X12001278

Il testo è in inglese, penso sia interessante, se c’è qualche volenteroso che lo traduce è un aiuto per tutti.

L’ultimo appuntamento, è una domanda:
Oltre ai metodi per la mummificazione sopracitati, ve ne erano altri praticati nell’antico Egitto ?

[SM=g999100] ...Nec.
nectanebo
00domenica 13 settembre 2015 17:55
Nessuno si è fatto avanti per tradurre l’articolo citato, ho fatto del mio meglio per provvedere.

Le descrizioni della preparazione di antiche mummie egizie, che appaiono sia nella letteratura scientifica e popolare, derivano in gran parte dai racconti fatti da parte degli storici greci Erodoto e Diodoro Siculo. La nostra dipendenza da queste descrizioni, oscura la vasta gamma di tecniche praticate, e così soffoca lo studio delle variazioni geografiche, cronologiche e sociali nella pratica di mummificazione.. Usando le descrizioni pubblicate in letteratura per 150 mummie e ricostruzioni 3D di dati di tomografia computerizzata per 7 mummie, questo studio mette a confronto i dati empirici, con le descrizioni classiche di eviscerazione, trattamento organi e trattamento cavità del corpo. Tecniche per l'accesso alla cavità del corpo, la rimozione e il trattamento degli organi, e il trattamento della cavità del corpo eviscerata variano con il periodo della storia, il sesso e lo stato, sono discussi in relazione al loro trattamento in letteratura e il loro aspetto radiologico. Gli stereotipi di Diodoro e Herodoto, che includono limitazioni di eviscerazione transaddominale alla sola “elites” e il clistere di olio cedro per eviscerazione di sola gente comune, sono falsificati dai dati. Le forme transperineali sono presenti solo nella élite, e l'eviscerazione chimico non è evidente a tutti. Inoltre, l'affermazione dogmatica che il cuore è stato universalmente mantenuto in situ, o sostituito se accidentalmente rimosso, è anche molto esagerato.

La frase che mi ha colpito di questo articolo è :
… La nostra dipendenza da queste descrizioni, oscura la vasta gamma di tecniche praticate

Ciò presuppone che esisteva qualcosa di diverso per rendere il corpo duraturo nel tempo, e vista la durata della storia egizia è più che probabile.
Una ricerca a questo riguardo chissà che non dia qualche risultato.

[SM=g999100] …Nec.
Hotepibre
00lunedì 14 settembre 2015 08:04
Re:
nectanebo, 13/09/2015 17:55:

...
La frase che mi ha colpito di questo articolo è :
… La nostra dipendenza da queste descrizioni, oscura la vasta gamma di tecniche praticate

Ciò presuppone che esisteva qualcosa di diverso per rendere il corpo duraturo nel tempo, e vista la durata della storia egizia è più che probabile.
Una ricerca a questo riguardo chissà che non dia qualche risultato.

[SM=g999100] …Nec.



...direi che, né più né meno, è quel che avevo scritto io più sopra... ci siamo fossilizzati per secoli, addirittura per millenni, su quanto scritto da autori che scrivevano per sentito dire e riportavano cose a loro volta riportate e tramandate di generazione in generazione dando a queste versioni un valore universale che assolutamente non hanno.
Ben venga perciò il suggerimento di Nec a ricercare ogni altra utile notizia sulla mummificazione egizia. Sull'argomento richiamo l'attenzione su "I Segreti delle mummie" di Heather Pringle, ed. Piemme, pagg. 383, prezzo € 18.90



nectanebo
00sabato 19 settembre 2015 13:19
Varianti al sistema di mummificazione personalmente non ne ho trovate, ad eccezione di una, che però risulta al di fuori del bacino del Nilo, ma sempre sotto l’influenza Egizia. Si tratta della tomba di Tibnit, re fenicio di Sidone del 5° secolo AC.

La tomba fenicia del re Tabnit, è stata scoperta da Osman Hamdi Bey a Ayaa, necropoli nei pressi di Sidone nel 1887. Il corpo di Tabnit è stato ritrovato completamente conservato nella "imbalsamazione" originale, ovvero immerso in un liquido sconosciuto. Ora il sarcofago, insieme con lo scheletro, sono attualmente conservati nel Museo archeologico di Istanbul.
Come appena detto, al momento dello scavo, gli operai che avevano aperto il sarcofago, hanno trovato il corpo in perfetto stato conservazione, ma immerso in un liquido particolare. Purtroppo, come troppo spesso accade, il pensiero va subito al reperto più interessante o di valore, il questo caso il sarcofago di squisita fattura. Hanno così rovesciato il sarcofago versando il liquido, quando il responsabile non era presente. Così il segreto del liquido misterioso è andato perso. Tuttavia, nel 1892, Hamdi Bey, ha osservato che aveva conservato una parte dei fanghi rimasti nel fondo del sarcofago.
Ora la nuova domanda è : che fine hanno fatto questi fanghi ?
Anche qui si apre un’indagine e una ricerca non facile. E’ passato oltre un secolo dalla scoperta e non se ne conosce l’esito.

La scoperta del sarcofago di Tibnit è estremamente interessante oltre che per la bellezza, anche per un altro particolare che magari sarà il caso di trattare altrove, contiene infatti una scritta Fenicia indicata come KAI 13 rara, su un manufatto di fattura Egizia, almeno io non ne conoscevo l’esistenza. Ecco la foto


da Vikipedia

L' iscrizione in caratteri fenici, è conosciuta come KAI13.
Le iscrizioni geroglifiche egiziane indicano che il sarcofago è stato inizialmente preparato per un generale egiziano chiamato Pen-Ptah.
Mi fermo qui, magari per trattare dopo il tema delle scritture, che per essere precisi non sono una trascrizione bilingue dello stesso testo.

[SM=g999100] ...Nec.
Ankhesepaaton
00martedì 22 settembre 2015 19:40
io credo che i 70 giorni servivano per imbalsamare la mummia, non per tutto il corredo funebre e la tomba, quello iniziava quando il sovrano saliva al potere, poi i giorni che servivano per completare tutto e riempire la tomba, sono sicuramente variabili, per esempio Ramsess II, ci avranno messo poco probabilmente a finire i preparativi, visti gli anni di tempo che hanno avuto per creare il tutto, invece per Tutankhamon per esempio c'è voluto sicuramente molto più tempo, vista la sua morte improvvisa e precoce [SM=x822709] . Poi ci saranno stati vari metodi perché nel corso del tempo questa pratica si è evoluta, non so... io la penso così
nectanebo
00sabato 26 settembre 2015 21:30
Ci siamo qui soffermati sulla tempistica e sulle operazioni per eseguire la mummificazione.
Cosa offre la ricerca archeologica, in quanto a testimonianze di illustrazioni tombali e non, di questa avvenimento che valeva per tutti i ceti sociali.
Raffigurazioni se ne conoscono ben poche, e queste che allego sono alcune che sono riuscito a trovare.
In più sono solo copie a disegno, interessante sarebbe sapere da dove sono state copiate.





Come si può dedurre, si comincia dal lavaggio e si continua con quattro operazioni che lascio ai lettori approfondire. Io non sono sicuro delle fasi, e credo che i particolari riprodotti abbiano un significato ben preciso e attinente alla illustrazione .

[SM=g999100] …Nec.
Hotepibre
00domenica 27 settembre 2015 14:20
...non riconosco i disegni (a sinceramente, almeno quelli in bassso, mi sembrano così didascalici e fumettistici da poter essere falsi), ma direi che (disegno in basso) partendo da sinistra (ma la partenza potrebbe anche essere da destra senza nulla variare) abbiamo: l'asportazione degli organi e l'aspersione del corpo con resine; l'avvolgimento nelle bende; il posiozionamento degli amuleti e, segnatamente, vista la presenza di un funzionario o sacerdote (a sinistra), dello scarabeo del cuore; l'asportazione del cervello attraverso le narici mentre un altro lavorante incide qualcosa sulle lamine che stringono le bende.
Ripeto, tutavia, che i quatro disegni mi sembrano tratti da un moderno libro per spiegare didascalicamente le varie fasi.
Quelli superiori, benchè anch'essi non del tutto convincenti, sembrano rappresentare, a destra l'immersione del corspo in qualcosa di liquido... potrebbe essere ilnatron? ed il lavaggio del corpo...dopo la "salatura"?
Hotepibre
00domenica 27 settembre 2015 18:33
...l'ho trovato: il disegno in alto è autentico e dovrebbe provenire da un sarcofago conservato a Hildesheim, in Bassa Sassonia (così lo indica la Treccani) [dovrebbe trattarsi del Roemer-Pelizaeus-Museum: che contiene significative collezioni dell'antico Egitto e del Perù...per inciso e come curiosità che ho scoperto girovagando in rete, Oskar Schindler, quello della lista per intenderci, visse per qualche anno ad Hildesheim fino al 1974, anno della sua morte].
Il disegno proposto da Nec è solo uno dei tre che compongono il disegno completo (vedi immagine in calce).
Riporto qui di seguito la spiegazione fornita proprio dall'Enciclopedia Treccani:
"Come si vede nella fig. 2a, dove il defunto è rappresentato da una sagoma nera, s'iniziava con un lavaggio del cadavere, compiuto versando acqua e natron (carbonato di sodio idrato). In seguito, il cadavere era disteso su un tavolo a forma di leone coperto da una stuoia e i sacerdoti iniziavano il loro lavoro (fig. 2b). Durante la cerimonia d'imbalsamazione, il capo dei sacerdoti, indossando una maschera, svolgeva il ruolo del dio dei morti Anubi, dalla testa di sciacallo, che, secondo la leggenda, aveva presieduto all'imbalsamazione rituale di suo padre Osiride (fig. 2c)"

...trovato anche la seconda striscia: deriva dal sito "www.clipartlogo.com" che vende, o comunque mette a disposizione, clipart libere da ogni diritto per ogni necessità.
nectanebo
00lunedì 28 settembre 2015 13:21
A volte i disegni lasciano il dubbio sulla loro autenticità, ma ci si deve ricordare che solo dallo scavo di Tutankhamon, la fotografia è stata usata in maniera professionale dagli archeologi.
Ha ragione Hotep. sul primo disegno, i dati del sarcofago sono giusti, e fortunosamente ho trovato la visualizzazione completa, o almeno credo lo sia:



Anche per i quattro disegni successivi ho un riferimento a una tomba tebana. (qui la ricerca continua)
Altre riproduzioni a disegno sono queste



provenienti dalla tomba di Tjai XIXa dinastia per ora non trovata.

Per andare sui particolari, da notare l'attrezzo (da taglio) del primo disegno a sinistra dei quattro, e del disegno di Tjai in basso, sembra una mezzaluna. Una domanda che mi pongo è se è un oggetto di rame o una lama affilata di pietra ?

Altri quesiti e informazioni alla prossima.

[SM=g999100] ...Nec.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:00.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com