Illuminazione e riscaldamento

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Alexander Brandy
00martedì 13 dicembre 2005 11:23
Per vedere di notte o al buio, gli antichi egizi si servivano di lampade a olio e di torce. Per riscaldarsi in casa durante le fredde notti dell'inverno ricorrevano a caminetti nei quali bruciavano carbone vegetale.

Nelle case degli egizi di luce ne entrava poca perché le finestre, in genere, erano piccole e strette. Per illuminare, ci si serviva di lampade a olio in pietra o in argilla. Al centro avevano una specie di stoppino (fatto di materiale vegetale o di strisce di tela) che veniva acceso. Le lampade erano riempite d'olio o di sesamo. Talvolta si ricorreva a torce fatte con pezzi di legno legati tra loro e impregnati di materia grassa. Le torce venivano usate anche in alcuni riti funerari, come nelle cosiddette "Cerimonie delle lampade", praticate sotto la dinastia Lagida. Avevano lo scopo di mettere in fuga i demoni e gli spiriti maligni della notte. Quanto al riscaldamento, le case erano provviste di caminetti attorno a cui si svolgevano le attività domestiche. Il focolare poteva essere collocato in cucina o nell'atrio della casa. C'erano anche focolari di argilla portatili a forma di piccola casseruola. I forni erano in argilla e cilindrici, con un'apertura da cui si toglieva la cenere e un'altra in cui si metteva il combustibile, in genere rami, foglie, cortecce di albero e persino escrementi. Per ottenere il fuoco, il sistema era rimasto quello primitivo: un foro in un pezzo di legno duttile in cui si ruotava una bacchetta di legno duro.

Nelle case e nei templi, l'illuminazione era insufficiente. Nei templi venivano praticate piccole aperture nella parte alta delle mura per consentire alla luce esterna di penetrare. Sui fori venivano poste reti per far sì che la luce fosse sempre tenue e si mantenesse la penombra. In Egitto, le case disponevano di cucine. Per cucinare veniva usato di norma una specie di fornello portatile a forma di piccola casseruola, alimentato con carbone vegetale. Il fumo era piuttosto nocivo per la salute perché in genere denso e abbondante. Lo testimonia il fatto che nei polmoni delle mummie è stata trovata una considerevole quantità di polvere di carbone (antracosi). Il carbone vegetale si faceva in carbonaie particolari. Esse consistevano in pozzi scavati nella terra. Al centro del pozzo veniva messa un'asta che andava dalla superficie al fondo. Intorno all'asta venivano accuratamente disposti rami intrecciati, sì da non lasciare alcuno spazio all'aria. Il tutto veniva ricoperto con erbe, giunchi e con uno strato di terra. Quando l'asta veniva estratta, attraverso il foro lasciato da questa si introduceva il carbone ardente. Una volta iniziata la combustione, si tappava il foro con della terra. Il catrame e l'acqua fuoriuscivano all'esterno, e la legna si trasformava in carbone.

[Modificato da -Kiya- 27/10/2006 0.48]

roberta.maat
00lunedì 8 ottobre 2007 15:42
Purtroppo negli archivi della mia memoria fotografica non riesco a trovare immagini di lucerne o torce.......eppure di altre epoche e di altre civiltà ne ricordo parecchie. Sono certa che si tratta di una mia distrazione , mi date qualche indicazione ? Nel sito da cui è tratto il post di Alexander esiste una sola immagine che mi sembra più etrusca che egiziana o per lo meno di epoca arcaica. Ad Aketaton come si illuminavano ?
pizia.
00lunedì 8 ottobre 2007 17:21
Con i meravigliosi raggi dell'Aton! [SM=g999105]
roberta.maat
00lunedì 8 ottobre 2007 20:04
Sì Pizia lo sospettavo....e le "manine" servivano per accendere e spegnere !
pizia.
00sabato 13 ottobre 2007 01:19
Pensi che stia scherzando?
Secondo me è proprio così.
La vita n Egitto, anche adesso si svolge fuori, all'aperto.
La luce è quella del sole di giorno e quella della luna di notte, quando c'è.
Nessuno ha necessità di fare luce quando naturalmente non c'è, ma se per qualche motivo, tipo insonnia o liturgia, qualcuno sta sveglio in una notte senza luna, si siede, si stende e guarda il cielo.

Esistono dei casi in cui un po' di illuminazione è necessaria, ad esempio le attività di scavo di ipogei e i riti nelle cripte dei templi, da un certo punto in poi.

Le attività di scavo non sono molto documentate quindi nemmeno le modalità con cui si illuminava.
I riti nelle cripte comportavano vari tipi di offerta, ed un modo per offrire qualcosa alla divinità era quello di privarsene bruciandolo; inoltre la custodia del fuoco era certamente un'attività importante, vista la difficoltà dell'atto di produrlo, quindi nei templi si conservava una fiamma della quale potersi servire.

Questi bruciatori sono spesso rappresentati nelle pitture sacre.
roberta.maat
00martedì 23 ottobre 2007 15:06
Scusa Pizia se insisto ma non posso capacitarmi del fatto che nemmeno una lucerna,un lume,una torcia,"un asso di coppe", di fattezze egiziane mi venga in mente nella memoria visiva. E' vero Tebe non è Pompei,niente ha immobilizzato la vita ad una data precisa, però nelle case in AE dopo il tramonto doveva pur esserci un modo per guardarsi in faccia ! Siamo sicuri che non ci sia traccia alcuna di banali oggetti quotidiani ? Lasciamo stare le assurde lampade di Dendera ......ma una bugia,un lumicino,uno stoppino un qualcosa che possa farci giocare a sn.t la sera ?
roberta.maat
00venerdì 2 novembre 2007 13:05
Ritorno sull'argomento perchè proprio ieri ho visto in tv una trasmissione che qualche volta seguo, si tratta di Atlantide in onda su la 7. Il programma di ieri si occupava di Nefertiti (tutti i canoni divulgativi e di sensazione rispettati compreso l'amato Z.H.) e non solo. Durante la descrizione della tomba di Set I gli autori che introducono anche filmati fiction per corredare le notizie, hanno mostrato una serie di ciotoline con olio e stoppino di lino che nella finzione cinematografica avrebbero dovuto rappresentare il sistema di illuminazione durante lo scavo e l'allestimento dell'ipogeo.
Secondo me è pura immaginazione perchè non mi pare che nessuna simile a queste sia mai stata trovata neanche nei depositi di fondazione.
Mi resta comunque irrisolto l'interrogativo riguardo l'assenza di strumenti per illuminare che esuli dall'aspetto dei Templi dei rituali e delle attinenze funerarie.
Nelle case,dopo il tramonto, si dormiva e basta ? Nelle botteghe degli artigiani dediti a lavori di precisione tutto terminava al calar del sole ? Non mi sembra possibile.....allora dove sono le lucerne ?
Sono proprio distratta o è vero che non ce ne sono ?
-francis-
00venerdì 2 novembre 2007 16:50
Quello che hanno detto in Atlantide è vero. I turni erano regolati dalla lunghezza dello stoppino che si esauriva dopo determinate ore.
Un altro modo per illuminare erano gli specchi sui quali si facevano riflettere i raggi del sole. Ancora oggi, visitando le tombe, i custodi usano questo sistema.
Comunque nella tomba di Tut sono state trovate lampade in alabastro. Una, in particolare, inserendo dentro un lumino, faceva risaltare delle scritte che senza luce non si vedevano.
-francis-
00venerdì 2 novembre 2007 17:03
Da: "Vita quotidiana degli egizi" di Franco Cimmino

"Il materiale per l'illuminazione notturna delle case era raro, ma si sono trovate lampade che risalgono all'Antico Regno: coppe di pietra o di argilla riempite d'olio, con uno stoppino fuoriuscente da un beccuccio. Con il passare dei secoli si moltiplicarono le forme ma il principio rimase lo stesso. Si trattava di una illuminazione appena sufficiente, ma non c'era di meglio, nemmeno nei bui cunicoli delle miniere. A volte per gli ambienti più grandi si usavano delle specie di torce costituite da una massa romboidale di grasso fissata sulla cima di un bastone.
Si è voluto fare un mistero dei mezzi di illuminazione usati nelle tombe per permettere i pittori di affrescare le paret; non si è voluto credere che fosse possibile lavorare così a lungo in un ambiente chiuso e privo di ventilazioner senza lasciare la minima traccia di affumicazione nè sui soffitti nè sulle pareti, ma è certo che anche in questo caso si usassero solo lampade ad olio".
roberta.maat
00venerdì 2 novembre 2007 17:16
[SM=x822719] Grazie Francis.....sono proprio io che non ne ho mai viste come reperti archeologici e soprattutto mi dispiace non aver visto quelle di Tut [SM=g999100]
-francis-
00venerdì 2 novembre 2007 17:31
Lo ricordo bene perchè fu proprio nel mio primo viaggio che la guida ce lo fece vedere. Eravamo al museo del Cairo e la guida ci fece notare questo particolare inserendo una piccola torcia all'interno del vaso.
Ora la cerca fra e te la faccio poi vedere.
-francis-
00venerdì 2 novembre 2007 17:38
www.ashmolean.org/gri/carter/gallery/gal-021.html
www.ashmolean.org/gri/carter/gallery/gal-032.html

E' la foto n. 656.

Memorizza questo link dove appaiono migliaia di foto, moltissime inedite, di tutto quello che Carter trovò nella tomba di Tut!
roberta.maat
00venerdì 2 novembre 2007 19:27
grazie,grazie,grazie ciao
pizia.
00lunedì 5 novembre 2007 00:06
Secondo me non bisogne sopravvalutare il problema dell'illuminazione nelle case e del riscaldamento.
Il clima, la vita, le case stesse erano talmente diverse da ciò a cui siamo abituati noi ora, che non riusciamo ad immaginare, se non con un certo sforzo, la vita quotidiana in antico Egitto.

Eppure c'è pieno dappertutto di quei "bruciatori" a cui ho accennato più sopra: io stessa ne ho visto un sacco, veri e non rappresentati, a Roma, nelle sale egizie dei Musei Vaticani, proprio pochi giorni fa.
Immagino che tali oggetti siano poco conosciuti perché volutamente ignorati dai media, i quali preferiscono catalizzare l'attenzione del pubblico (pagante) con l'oro scintillante che sgorga dal solo nome di Tutankhamon. [SM=x822706]
roberta.maat
00lunedì 5 novembre 2007 21:11

Eppure c'è pieno dappertutto di quei "bruciatori" a cui ho accennato più sopra: io stessa ne ho visto un sacco, veri e non rappresentati, a Roma, nelle sale egizie dei Musei Vaticani, proprio pochi giorni fa.



Grazie ancora a tutti era proprio una mia distrazione inspiegabile poichè qualche museo l'ho visto anche io e più di uno......non so perchè avevo questa lacuna visiva.
-francis-
00giovedì 8 novembre 2007 19:26
Riporto l'inizio della formula che doveva essere recitata nel momento in cui si posavano i mattoni magici nelle tombe, prevista dal Libro dei morti:

"Questa formula deve essere recitata sopra quattro torce di stoffa "atma", che sia stata impregnata con il miglior unguento "thehennu", e le torce devono essere poste in mano a quattro uomini che devono portare i nomi dei quattro pilastri di Horus (i 4 figli) scritti sulle spalle, ed essi devono far brillare le torce nella splendida luce di Ra, e ciò conferirà potenza e vigore sopra lo spirito-anima del defunto tra le stesse che mai tramontano".

Abbiamo perciò la certezza che gli egizi usavano come illuminazione anche delle torce. [SM=x822713]
-Kiya-
00venerdì 9 novembre 2007 00:28
In effetti l'Egitto ci ha restituito così poco delle vite quotidiane dei suoi antichi abitanti che non dovrebbe sorprenderci di incontrare tali difficoltà su un argomento per noi così banale come quello qui esposto. Torce o lucerne difficilmente potranno essersi conservate, trattandosi di oggetti costruiti con materiali fragili che difficilmente hanno potuto vincere il tempo.
In compenso però, questa discussione mi ha riportato alla mente la splendida lampada ad olio facente parte del corredo di Tut, quella che una volta accesa lasciava intravedere l'immagine della coppia reale, sapientemente dipinta tra due strati d'alabastro.



Particolare della lampada - calice



In merito all'illuminazione durante i lavori di decorazione delle tombe, avevo letto da qualche parte che preparavano delle specie di candele, non di cera, ma di grasso, al quale mescolavano del natron, elemento noto per la mummificazione, che però pare avrebbe anche la caratteristica (assorbendo l'acqua) di ridurre il fumo. In tutta onestà, non so se questa notizia possa essere attendibile; in ogni caso, qualora anche fosse, dovrebbero risultare tracce sodiche di deposito nelle tombe (ho consultato un esperto :D)
roberta.maat
00venerdì 9 novembre 2007 21:46
La questione dell'assenza di tracce di fumo nelle tombe e la teoria degli specchi,mi avevano alquanto incuriosito a suo tempo e mi ero data una giustificazione alquanto rocambolesca. Probabilmente secondo me avevano a disposizione una sostanza ignota che bruciando non lascia tracce oppure una sostanza altrettanto sconosciuta idonea a pulire totalmente i residui prima della definitiva chiusura della tomba.
Neferneferuaton
00mercoledì 9 gennaio 2008 22:37
Ho letto con molta attenzione questa discussione, perchè in realtà pur amando l'Egitto antico da trent'anni, giorno più, giorno meno e pur essendomi documentata in ogni dove, non avevo mai pensato davvero al problema dell'illuminazione in un Paese dove davo per scontato il Sole: la ricchezza dell'Egitto.
E la notte? eh eh...Questo lo immaginavo veramente, come scenario, piuttosto hollywoodiano, con torce che rischiaravano a giorno le case...adesso, posso immaginare come si viveva nelle case, ricche o meno che fossero...di notte!
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