Re:
mavir, 19/09/2011 15.59:
Scusa Kiya, perché reinsabbiata? A quale scopo?
Nell'Ottocento spesso le cose (manufatti ma anche tombe, muri, porzioni di città e siti interi) venivano reinsabbiate, ma non per nascondere delle prove o per deviare l'attenzione da ritrovamenti scomodi, piuttosto per rispondere all'esigenza molto pratica di conservare tali reperti in attesa di poterli recuperare in futuro.
In quel periodo infatti, quando l'Egitto prometteva ancora tesori inestimabili, fama e oro, persino gli egittologi più "seri" compivano scavi sommari e, senza esaurire le informazioni dei siti, talvolta erano sollecitati (anche dagli sponsors) a rivolgere altrove la loro attenzione.
Ad esempio Petrie e Quibell scavarono migliaia di tombe nelle necropoli predinastiche, presero appunti sui loro taccuini, catalogarono un po' di oggetti ottenendo anche risultati superbi (mi riferisco alle SD), poi coprirono tutto e sotto la sabbia giaciono ancora i resti dei primi egizi.
Adesso torno immediatamente IT e dico la mia sul metodo di datazione.
Nei complessi templari c'erano i centri culturali in cui veniva conservato, tramandato e prodotto il sapere, quindi è normale che lì fosse tenuto il computo del tempo, secondo i metodi tradizionali e conosciuti, quindi il calendario, la discrepanza fra la data reale e quella del calendario, gli anni di regno del re in carica, l'archivio degli annali.
Nei templi dedicati al culto funerario del re, quando questi aveva lasciato considerevoli rendite per garantirsi il servizio a lungo, è possibile che si contassero gli anni dalla morte, o meglio ancora, che si continuasse a contare come se quelo re fosse ancora vivo.
Si ha notizia della continuazione del culto dei re della IV dinastia, presso i loro templi funerari, ben oltre la loro morte.
Quei sacerdoti, beneficiando per generazioni dei lasciti di alcuni defunti illustri, dovevano certo esser loro molto riconoscenti!
Quindi non trovo strana l'esistenza di documenti in cui si parla di XXX anni del re Y.
Sulla possibilità di identificare un re dopo 400 anni, in un documento di epoca ramesside, sono molto scettica: ammesso e non concesso che i 400 anni, 4° mese e 4° giorno siano un dato simbolico, potrebbe comunque trattarsi di un dato falsato in buona fede.
Mi spiego meglio. Chi ha scritto il testo copiato sulla stele potrebbe aver davvero creduto o calcolato di trovarsi a 400 anni, 4° mese e 4° giorno dall'evento celebrato, ma potrebbe aver attinto ad una fonte mendace.
Oppure potrebbe aver semplicemente scritto così perché voleva collegare il re presente e quello antico con un intervallo di tempo assai simbolico, anche se non vero, intanto ai tempi loro, chi avrebbe potuto verificare?
A me sembra che anche i ramessidi non vedessero di buon occhio i re Hyksos, al punto di non comprenderli nella lista di Abydos, mentre quel sovrano così importante da essere preso a riferimento dovrebbe esserci.
Potrebbe essere stato Ahmose, il cui culto funerario è attestato a lungo nel tempo, ad aver lasciato un buon ricordo di sé e notevoli rendite al proprio tempio, per permettere ai propri sacerdoti la continuità dei riti e delle offerte, e il conteggio dei suoi anni di regno, anche dopo la giustificazione.