Peccato che Roberta è momentaneamente assente, lei avrebbe un sacco di cose da dirci su questo!
Intanto ecco un termine "tecnico": khetemu-netjer.
Mi spiego meglio.
A causa dei molti tabù religiosi che facilmente riuscite ad immaginare, solo pochissime persone potevano entrare in contatto con i corpi dei morti, cioè toccarli fisicamente.
Fra questi chi eseguiva il lavoro pratico più sgradevole, cioè incisioni ed eviscerazione, lavorazione e trattamento delle parti estratte e della spoglia, era chiamato khetemu-netjer = cancelliere del dio, e corrispondeva probabilmente al “paraschista” nominato nei testi greci come incisore ed evisceratore, al quale si attribuiva anche il compito di “entrare nella testa”, togliere cioè il cervello e sostituirlo, riempiendo la cavità cranica con resine e imbottiture, fare lo stesso con la cavità addominale e toracica, lavare, ungere e profumare il corpo, avvolgerlo con le bende e con pezzi di stoffa di lino.
Secondo il resoconto di Diodoro essi venivano considerati impuri e fatti oggetto di pubbliche maledizioni.
In realtà non possiamo sapere fino a che punto ciò sia credibile: il loro era un mestiere tanto ingrato quanto necessario, ma se c’erano persone disposte a farlo qualche ragione deve pur esserci.
E qui devo quotare Bata,
Ritengo (a livello personale) che gli imbalsamatori, quantomeno le persone addette all'asportazione, alla purificazione del corpo e degli organi interni, alla fasciatura e a tutti quei rituali connessi al sacro che si dovessero espletare non potevano che essere dei sacerdoti
Ad esempio potrebbe essere stato una sorta di lavoro forzato, di punizione a cui venivano destinati, temporaneamente o a vita, le persone condannate per qualche crimine, visto che la prigione, come luogo di reclusione, non esisteva ancora.
Oppure possiamo immaginare fosse un lavoro così ben retribuito da spingere comunque qualcuno a vincere la propria resistenza e dedicarvisi; in fondo apprendiamo dalle stesse fonti greche quanto la mummificazione stessa fosse indice di una differenziazione sociale, per cui solo le persone molto ricche potevano permettersi certi trattamenti, mentre per gli altri si procedeva ben più sommariamente.
Inoltre le notizie riportate dagli storiografi greci, lo abbiamo rimarcato molte volte, spesso sono fuorvianti, vuoi perché si tratta di voci riportate da altre voci, vuoi perché i greci stessi giudicavano le cose viste col proprio metro, ma anche perché riferiscono di tempi molto tardi, i tempi in cui i greci si trovavano in Egitto, appunto, molto lontani quindi dall’epoca “imperiale” del Nuovo Regno e ancora di più da quella dell’Antico Regno.