"Costruirono i primi templi." di Klaus Schmidt

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Pagine: [1], 2
Hatshepsut76
00venerdì 10 giugno 2011 16:18


Autore: K. Schmidt
Titolo: Costruirono i primi templi. 7000 anni prima delle piramidi. La scoperta archeologica di Gobekli Tepe,
Editore: Sestri Levante 2011
Dati: pp. 269
Prezzo e disponibilità: Verifica



Costruirono i primi templi.
7000 anni prima delle piramidi






In sintesi:

Gobekli Tepe: una straordinaria scoperta archeologica che rivoluziona le nostre conoscenze sul remoto passato dell’uomo e getta una nuova luce sulle antiche tradizioni che hanno originato il racconto biblico della Genesi. Klaus Schmidt, l’archeologo scopritore del primo complesso templare dell’umanità, con questo libro ci conduce per mano dentro l’enigma che attanaglia da sempre gli studiosi della preistoria: donde veniamo e come siamo arrivati fin qui? Davanti a questa domanda cruciale, l’autore non si tira indietro ed avanza ipotesi narrando, in modo coinvolgente, il suo primo impatto con la misteriosa collina di Sanliurfa, nella Turchia orientale, e con i successivi eccezionali ritrovamenti, per poi descrivere con rigore la struttura dell’insediamento neolitico, cercando di interpretare il significato dei colossali pilastri a T disposti a cerchio ed istoriati con straordinari bassorilievi naturalistici o con simboli ancora tutti da decifrare. Il tutto 7.000 anni prima delle grandi piramidi egizie e in tempi ancor più remoti rispetto all’innalzamento del primo megalite di Stonehenge. Il sito di Gobekli Tepe, con le sue meraviglie provenienti direttamente dall’era glaciale e con quelle che giacciono misteriosamente ancora sotto il manto di terra, è destinato a cambiare radicalmente la comprensione delle tappe dell’avventura umana.
ely.91
00venerdì 10 giugno 2011 23:07
che bravo recensionista :)
Hatshepsut76
00venerdì 15 luglio 2011 14:02
Ecco a disposizione l'indice:

I Una ri-scoperta
1. Presso l’albero dei desideri
2. Urfa città e dintorni

II Reperti archeologici, ricercatori, concetti tecnici
1. “Il sistema delle tre età”, la recente età della pietra e lo choc di Gerico
2. La mezzaluna fertile e le “Hilly Flanks”
3. Çatal Höyük, un’altra “città” dell’età della pietra
4. Çayönü, culla di Efesto?
5. Nevali Çori nella valle della Peste
6. Gürkütepe e la nascita di un nuovo progetto di ricerca

III Göbekli Tepe
1. La montagna “panciuta”
2. Struttura A: l’edificio del pilastro con il serpente
3. Struttura B: riemerge una Stonehenge mesopotamica: l’edificio del pilastro con la volpe
4. Struttura C: nel cerchio dei cunei
5. Struttura D: nello zoo dell’età della pietra

IV Tra significato ed interpretazione
1. Gli animali e la lopro rappresentazione nell’antico Oriente
2. La memoria culturale e “i sentieri dei sogni” dell’età della pietra

V Gli strati più recenti di Göbekli Tepe e la fine del santuario dei cacciatori
1. Le strutture più recenti e l’edificio del pilastro col leone
2. Quando il cacciatore ebbe bisogno del contadino – Presupposti di un santuario del Neolitico antico

VI Göbekli Tepe due anni dopo. Importanti scoperte effettuate nelle campagne 2005 e 2006

Integrazione all’edizione italiana 2011

Appendice
Bibliografia di base ed ulteriori approfondimenti
Recenti pubblicazioni sull’argomento
Riferimenti bibliografici dela Premessa all’Edizione italiana 2011
Glossario

Illustrazioni fuori testo
Hatshepsut76
00martedì 19 luglio 2011 20:43
Lasciatemelo dire: questo saggio è proprio bello!!
Oggi pomeriggio ad esempio, mi è capitato di leggere un riferimento all'Egitto, riguardante i pilastri. L'autore si rifà al Lexikon der Aegyptologie, per prendere in esame i tre tipi di pilastri esistenti nell'antico Egitto per poi, alla fine, ipotizzare una correlazione tra quelli egizi e quelli di Gobekli Tepe.
Più in là nella narrazione si fa riferimento al Tadrat Acacus (ne ho parlato nelle mie sintesi al libro Antiche civiltà del Sahara). Questo perché in un sito rilevato in Turchia, che fa sempre parte degli studi effettuati da Schmidt, sono stati riscontrati dei fori, di piccola natura rispetto a quelli del sito che si trova nel nord Africa.
Ma a parte queste cose che ho notato, e di cui vi ho voluto rendere parte, vi posso dire che il libro si presenta, più che come un saggio nel vero senso della parola, come un diario di viaggio, in cui l'autore sembra interagire con il lettore usando frasi del tipo: di cui vi parlerò più tardi, o simili. In alcuni punti si nota che le analisi non sono concluse. Non vi nego che mi piacerebbe che un giorno potesse esserci una continuazione a questi studi...
Hatshepsut76
00giovedì 21 luglio 2011 09:24
A parte questi paragoni con il mondo dell'antico Egitto, l'autore spazia lungo i vari siti da lui visitati, evidenziando le analogie e le differenze. Nella trattazione dell'argomento, Schmidt spazia attraverso conoscenze antropologiche, geologiche, fino ad arrivare a parlare di sciamanesimo, mostri e demoni all'interno del cap. IV (vi sto incuriosendo, lo so... [SM=g999103] ). Il tutto con semplicità e chiarezza.
Hatshepsut76
00venerdì 22 luglio 2011 20:42
Ho finito di leggerlo oggi pomeriggio, di ritorno dal lavoro, e non posso che confermare che è stato bello farsi condurre dall'autore in Turchia, alla scoperta di Gobekli Tepe, la montagna panciuta , e di tutti gli altri siti più o meno limitrofi, venendo a conoscenza di credenze, similitudini, differenze. Come ho già avuto modo di dire, il testo è scritto in maniera semplice, senza fare un uso smodato di termini tecnici. Insomma, alla portata anche dei neofìti (come oggi ho sentito dire)
emilioraffaele
00domenica 24 luglio 2011 08:28
Un consiglio spassionato, organizzate un viaggio in Turchia, c'è molto, forse troppo da vedere. Oltre al nostro caro Raed, che credo possa contribuire con la sia esperienza, posso indicarvi l'agenzia di viaggi che mi ha organizzato il tour e la relativa guida. Sono specializzati per questa nazione.
Hatshepsut76
00lunedì 12 dicembre 2011 20:58
Proprio oggi, qui ho trovato un video riguardante il libro; l'ho ascoltato proprio adesso ed è interessante.
Riccardo Banchi
00giovedì 9 febbraio 2012 11:43
Alla fine dell'anno scorso ho letto il libro su Arslantepe (a cura di Marcella Frangipane). Adesso ho in mano quello su Gobekli Tepe...
'Sta Turchia sta tenendo banco! [SM=x822716]

Ric
pizia.
00lunedì 9 luglio 2012 17:47
Indubbiamente si tratta di un libro interessante, ma io non l'ho trovato molto semplice, anzi, tutt'altro!
Forse la mia scarsa preparazione sull'archeologia asiatica ha reso il tutto ancora più difficile.
A tratti esiste il tentativo di rendere la lettura più piacevole con l'introduzione di elementi narrativi, ma il risultato è molto lontano dalla saggistica divulgativa americana, ad esempio di Brier, oppure del più competente Weeks.
Forse questo è dovuto alla tradizione più rigorosa della scuola tedesca rispetto a quella americana, o forse ad un problema linguistico legato alla traduzione.
Come ho avuto modo di notare più volte, quando un libro è stato scritto in una lingua straniera, e tratta di un argomento molto "tecnico", la traduzione risulta particolarmente difficile, richiederebbe competenze specifiche anche da parte del traduttore e possibilmente la collaborazione di questi con l'autore, per la discussione e la messa a punto di passaggi particolarmente ostici.

Secondo me in questo caso si è voluto mettere sul mercato velocemente un prodotto non ancora affinato, e i molti errori di battitura lo testimonierebbero, assieme ad un certo disordine nell'organizzazione globale dell'opera.
Difetto non imputabile all'autore, quanto piuttosto all'editore, con una grande, enorme scusante: il magnifico servizio che ci ha reso, facendo arrivare subito il libro al lettore, prima possibile, anche pagandolo con un certo numero di errori.

Avete notato la numerazione delle immagini?
E' progressiva solo a tratti, poi ci sono dei balzi dalla metà alle ultime pagine e ritorno, e una decina di fogli fuori testo numerati a parte con le foto a colori, anche queste con la numerazione pazza.
Ma quanto sono utili quelle illustrazioni nella comprensione del testo!
Avete mai letto qualcuno di quei libri in cui si parla di tantissimi reperti ma non ne viene mostrato uno, così per capirci qualcosa bisogna andarseli a cercare?
E quanto sarebbe difficle trovare le giuste immagini di un sito appena venuto alla luce in cui ancora si sta scavando?

Insomma, la fatica è grande ma di certo ne vale la pena, un libro irrinunciabile per gli appassionati delle epoche più antiche.
Hatshepsut76
00lunedì 9 luglio 2012 20:38
Mi stai facendo venir voglia di andare a ricontrollare la numerazione. Non ci ho proprio fatto caso, durante la lettura! Invece condivido il tuo parere sul linguaggio complicato: anche io ho riscontrato difficoltà in fase di lettura. Però, come dici giustamente tu, è una fatica che vale la pena fare se si è appassionati.
Colgo l'occasione per farvi vedere una ricostruzione di Gobekli Tepe...
...fatta con i Lego! [SM=g999103]

Riccardo Banchi
00martedì 10 luglio 2012 09:07
Condivido in toto quello che tu, pizia., hai rilevato. [SM=g999105]

Quanto a te, Hat, non ho parole: la ricostruzione con la Lego è fantastica! [SM=x822718] [SM=g999097] E tieni conto che la Lego è stato un mio grande amore...

Ric [SM=x822712]
pizia.
00sabato 14 luglio 2012 11:48
Re:
Hatshepsut76, 09/07/2012 20.38:

Mi stai facendo venir voglia di andare a ricontrollare la numerazione.



Ricontrolla pure, vedrai i numeri delle immagini dell'inserto centrale, fuori testo, saltare qualcosa che riappare alla fine del libro, un peccato veniale tutto sommato, considerando lo spessore delle informazioni [SM=x822706]

Divertente il modello in lego, quasi quasi mi faccio una mastaba [SM=x822752]

MassimoIzzo
00martedì 13 novembre 2012 16:40
Beh. visto che mi sto occupando proprio del periodo, non posso fare a meno di segnalarvi un paio di cosette, anzi di precauzioni, da tenere presente leggendo questo libro.

- Nonostante l'autore ammetta che parlare di "templi" o comunque strutture cultuali è alquanto arbitrario, nel libro l'interpretazione come tali è continuamente, e anche ruffianamente a parere di molti, occhieggiata. Le critiche a questo approccio sono state numerose.
Tutto ciò nasce anche dal fatto che una clamorosa scoperta archeologica nell'era di internet richiede tempi strettissimi per la divulgazione di elementi e interpretazioni da parte degli autori, pena essere anticipati e defraudati da pubblicazioni di altri che con lo scavo non c'entrano nulla. E infatti questo libro compare un pò troppo presto rispetto ai tipici tempi (biblici) degli scavi. Solo il 5% del sito è stato scavato e nessun studioso serio si aspetta che ci siano abbastanza elementi per ricostruire un quadro storico. Ma Schmidt, come dicevo, in qualche modo è stato forzato proprio a tentare una ricostruzione che non va ancora considerata attendibile.

- Un aspetto fondamentale per capire il senso e l'utilizzo delle strutture di Gobekli, è in un dettaglio tecnico: determinare se le strutture fossero coperte o meno. Tralascio le discussioni di alcuni esperti, estremamente interessanti e che fondamentalmente condivido, e vi sottolineo solo l'aspetto fondamentale: se quelle strutture erano aperte, non ne era possibile l'uso come abitazioni e tutto il centro diventa forzatamente "rituale" e non abitativo.
Alcuni elementi, apparentemente trascurati e non commentati da Schmidt, fanno invece pensare che è molto probabile che quelle strutture fossero coperte. Peronalmente ne ho ricavato la sensazione che Schmidt non fosse completamente onesto nello spingere l'interpretazione "templare" e nel trascurare gli elementi che vanno contro questa interpretazione. Ma come dicevo, si parlerà ancora a lungo di Gobleki, non c'è fretta...

- Terzo elemento: ci sono ulteriori siti ancora non scavati come Karahan Tepe, un sito che non potrete trovare sulle cartine (o almeno fino a poco tempo fa) perchè tenuto nascosto dalle autorità per evitare saccheggi, che è praticamente una città per la sua enorme estensione (teorica) e che mostra pilastri identici a quelli delle fasi piu tarde di Gobleki, che spuntano a decine affioranti dal terreno. L'unicità o l'importanza di Gobleki è quindi ben lungi dall'essere provata, così come possiamo dire che la civiltà che lo ha prodotto è lì in attesa di essere scavata, che non è certo una civiltà di quattro gatti e che è inutile sparare titoli a sensazione quando siamo all'inizio di un lavoro di scoperta possibile, non teorico.

Detto questo, non c'è persona vivente alla data di oggi più invidiata di Schmidt nel mondo dell'archeologia :-)
sargon.
00mercoledì 14 novembre 2012 14:18
Noto curiosamente che in alcuni filmati, viene identificata la pianta del sito come una raffigurazione delle Pleiadi.
Riccardo Banchi
00mercoledì 14 novembre 2012 16:01
Interessanti le tue osservazioni e notizie, Massimo.
Parlavo di Gobekli Tepe tempo fa con l'archeologo Andrea De Pascale (in questi giorni dovrebbe uscire il suo libro "Turchia - le origini", che dovrebbe comprendere paleolitico e neolitico) e mi confermava che il sito è stato scavato solo in piccolissima parte.
D'altro canto Schmidt non poteva non pubblicare un testo: non sarà una trattazione esaustiva, ma comunque un buon libro, dal momento che tirare le somme è per adesso solo cosa provvisoria.
Andre mi parlava inoltre di un sito da poco scoperto (Asikli Huyuk), simile a Chatal Huyuk, e non lontano da questo, ma di oltre un millenio più antico (sembra del preceramico). Insomma, roba interessante sta uscendo in quantità nell'area anatolica!!!
Tornado a Gobekli, come giudizio personale (quindi quello che dico è facilmente confutabile), le strutture emerse mi paiono decisamente templari, sia che in origine fossero provviste di tetto o no. Escluderei assolutamente lo scopo abitativo (ripeto, opinione personale).

Ric [SM=x822709]
MassimoIzzo
00giovedì 15 novembre 2012 18:16
Si, confermo , quello che sta uscendo in Anatolia cambia completamente la nostra nozione della storia dello sviluppo delle società orientali, e questo è proprio il motivo per cui mi sto dedicando a questo lavoro. Anche a livello di pubblicazioni accademiche continua ad esserci grande carenza di libri a riguardo, anche per il ritmo delle nuove scoperte. Scrivere di tutto ciò in modo accessibile ma completo mi sembra possa essere un'ottima idea...

Tra gli ottimi motivi per compendiare questi periodi storici ce n'è uno in particolare che mi sta a cuore: fornire del materiale comprensibile e accessibile a sociologi e filosofi per permettere l'analisi sociale di queste comunità. La cosa secondo me più rivoluzionaria di queste scoperte è proprio la modalità con cui questi insiedamenti si sono stabiliti e sviluppati sino alla rottura sociale, tecnologica e ideologica rappresentata dal mondo di Uruk.

Comunque Riccardo, ti consiglio di andarci leggero con la tua sicurezza sulle strutture di Gobleki: ci sono dei dati e delle discussioni che non compaiono nel libro e che spingono pesantemente in altra direzione... :-) Ne parlerò diffusamente nel mio libro.
Riccardo Banchi
00venerdì 16 novembre 2012 08:30
Re:
MassimoIzzo, 15/11/2012 18:16:

Si, confermo , quello che sta uscendo in Anatolia cambia completamente la nostra nozione della storia dello sviluppo delle società orientali, e questo è proprio il motivo per cui mi sto dedicando a questo lavoro. Anche a livello di pubblicazioni accademiche continua ad esserci grande carenza di libri a riguardo, anche per il ritmo delle nuove scoperte. Scrivere di tutto ciò in modo accessibile ma completo mi sembra possa essere un'ottima idea...
Tra gli ottimi motivi per compendiare questi periodi storici ce n'è uno in particolare che mi sta a cuore: fornire del materiale comprensibile e accessibile a sociologi e filosofi per permettere l'analisi sociale di queste comunità. La cosa secondo me più rivoluzionaria di queste scoperte è proprio la modalità con cui questi insiedamenti si sono stabiliti e sviluppati sino alla rottura sociale, tecnologica e ideologica rappresentata dal mondo di Uruk.


Apprezzo moltissimo questo tuo obbiettivo. Lo condivi in pieno. Non è semplice, poiché di materiale ce n'è tantissimo... ma ne vale la pena.
Complimenti vivissimi! [SM=x822713]

MassimoIzzo, 15/11/2012 18:16:

Comunque Riccardo, ti consiglio di andarci leggero con la tua sicurezza sulle strutture di Gobleki: ci sono dei dati e delle discussioni che non compaiono nel libro e che spingono pesantemente in altra direzione... :-) Ne parlerò diffusamente nel mio libro.


La mia sicurezza, come ho puntualizzato, è di poco conto, anche perchè, a quanto mi dici, non di tutti i dati sono a conoscenza. In base a quello che ho visto e letto finora, quelle di Gobekli Tepe mi paiono strutture non abitative, ma... a questo punto non mi resta che aspettare quello stai scrivendo nel tuo libro.
Sicuramente l'argomento nel suo insieme è di un interesse enorme. [SM=x822709]

Ric [SM=x822712]


Riccardo Banchi
00giovedì 29 novembre 2012 09:26
Ieri sera, su La7, ad "Atlantide", Mario Tozzi ha parlato esclusivamente di Gobekli Tepe e della Mezzaluna Fertile. Trasmissione corredata da un bel documentario sulla civilizzazione...

Ric [SM=x822709]
MassimoIzzo
00giovedì 29 novembre 2012 10:21
Premetto che ho iniziato a vedere la puntata solo negli ultimi minuti delle riprese sul sito di Gobleki Tepe.
Quando prendo il coraggio mi vedrò tutta la puntata in podcast e vi dico riguardo le cose che hanno detto su Gobleki.

Per il resto che ho visto, orripilato è quanto di più carino riesco a scrivere.

- Prima di tutto vorrei commentare l'orribile storiella per deficienti della famiglia Gaia: questo tipo di soluzione divulgativa è un'offesa per l'intelligenza del grande pubblico, trattato come un bambino imbecille che può solo riuscire a seguire soap operas.
- Le informazioni che sono state date sono in molti casi completamente sbagliate o inventate di sana pianta. Per esempio dire che i sumeri vengono dal Mar Morto fuggiti dall'inondazione del Bosforo e darlo per certo è una cosa quasi criminale. Ma in realtà c'è solo l'imbarazzo della scelta riguardo alle storielle che hanno inventato per cui mi fermo qui.
- Le datazioni importanti erano o errate o approssimate o gettate lì senza senso
- gli argomenti fondamentali, agricoltura, allevamento e architettura, o trattati male o del tutto sbagliati.
- il non detto, altrettanto grave; mancavano proprio le citazioni anche minime dei siti che invece sono stati protagonisti e perchè.
- molto grave presentare ipotesi strampalate e personali non si sa di chi come se fossero cose accertate e dimostrate. Il contrario di qualsiasi atteggiamento MINIMO scientifico, ma che dico, SERIO, che si possa avere.

Mi dispiace che sia stato Tozzi, di solito di livello apprezzabile, a divulgare tante stupidaggini. Mi piacerebbe sapere chi è stato il ghost writer dei suoi testi, visto che ovviamente l'archoelogia orientale non è farina del sacco di un geologo.

PS: Stamattina, dopo questa trasmissione, mi ritrovo ancora piu motivato sulla necessità del lavoro che sto facendo sul libro sulla nascita della civiltà.... devo ringraziare Tozzi....
Riccardo Banchi
00giovedì 29 novembre 2012 11:03
Ciao Massimo!

Errata corrige: Mar Morto; volevi dire Mar Nero, giusto?
Quel pezzetto è l'unico che ho perso (stavo telefonando ad un mio amcio di Taranto a riguardo della tromaba d'aria).

Tornado ai punti che hai evidenziato:

- La storiella della stirpe di Gaia va presa come filo conduttore narrativo compresso; è un po' infantile, ma questo è unn altro discorso.
- I sumeri che vengono dal Mar Nero è un'ipotesi azzardata, ma di sicuro i miti del diluvio prendono piede anche da quella vicenda (in modo diverso è stato allagato anche il Golfo Persico millenni prima, per cui ipotesi verosimili potrebbero farli provenire da pianure orientali, oltre che dagli Zagros, ipotesi più avallata). Però le considrazioni della puntata fanno quanto meno riflettere.
- Gobekli Tepe e la statua di Urfa mi son parse datate correttamente. Il re-sacerdote del 3.500 a.C. non è scandaloso (a quel tempo erano probabilmente già più strutturati).
- Agricoltura, allevamento e architettura, a grandi linee non mi sono parsi errati (le considerazioni generali mi sono sembrate corrette, ripeto, a grandi linee; ma forse mi son perso quualche frase). La coltivazione del riso in Estremo Oriente è forse una cosa che andava messa in rilievo.
- Siti non citati? Questo no mi sorprende.
- Ipotesi strampalate? Non le ho colte, ma forse è colpa mia. Mi ha fatto riflettere le direzioni nord-sud nei continenti che non avrebbero favorito lo sviluppo dell'agricoltura primeva nei continenti...

Sia chiaro, Massimo, non voglio contestare il tuo modo di vedere le cose, ma la trasmissione di ieri non mi è parsa scandalosa. E qualche nozione in materia, sopra la media di un ipotetico pubblico televisivo, la ho pure io.

Comunque grazie del tuo commento, Ric [SM=x822712]
Hatshepsut76
00giovedì 29 novembre 2012 11:26
Re:
MassimoIzzo, 29/11/2012 10:21:

Prima di tutto vorrei commentare l'orribile storiella per deficienti della famiglia Gaia: questo tipo di soluzione divulgativa è un'offesa per l'intelligenza del grande pubblico, trattato come un bambino imbecille che può solo riuscire a seguire soap operas.




Ho iniziato a seguire la puntata del programma di ieri, fino alla seconda interruzione pubblicitaria. Arrivato a quel punto, mi sembrava che in seguito la storia vertesse più sulle usanze del popolo primitivo, e della famiglia Gaia. Per questo poi ho smesso di seguirlo. A mio parere, forse, una sommaria ricostruzione storica come quella che era stata messa in piedi, poteva andare, ma non farla andare troppo per le lunghe.


MassimoIzzo
00giovedì 29 novembre 2012 11:58
Dal momento che stiamo parlando di un periodo di ben 9500 anni per lo meno, e anche del periodo in cui sono comparse tutte le innovazioni che definiscono la "civiltà", non posso argomentarti punto per punto perchè non basterebbe una vita. Quindi posso solo limitarmi a brevi risposte, scusami per questo.


Errata corrige: Mar Morto; volevi dire Mar Nero, giusto?


Certo, ho sbagliato a scrivere


La storiella della stirpe di Gaia va presa come filo conduttore narrativo compresso; è un po' infantile, ma questo è unn altro discorso.


Non è solo infantile, il problema è che è una ricostruzione sbagliata


di sicuro i miti del diluvio prendono piede anche da quella vicenda


questo chi l'ha detto? le ipotesi che filologi e archeologi orientalisti fanno sull'argomento sono tutt'altro. Si tratta di speculazione "ad effetto" in mancanza di qualsiasi indizio filologico o archeologico. Ti ricordo che l'archeologia non è la scienza del "possibile". "Di sicuro" poi è del tutto inaccettabile.


Il re-sacerdote del 3.500 a.C. non è scandaloso (a quel tempo erano probabilmente già più strutturati).


Non è scandaloso, in base agli elementi archeologici e le analisi degli specialisti di Sumer è sbagliato. Ma la cosa più grave è che il filmatino creava un re-sacerdote in un villaggetto, forse della Turchia non so (in quanto solo dopo l'omino Gaia arrivava davanti alla città sumerica) , quando i re-sacerdoti nascono solo dopo che le monumentali città sumeriche (Uruk) si sono sviluppate e stabilite su una struttura di amministrazione di tipo collettivo-senatoriale. Anzi nascono proprio perchè si sono create le città, riserve di ricchezza e amministrazione. Ma dopo, non prima. La prima placchetta con una figura che mostra un possibile sacerdote o re è datata. E gli "EN" , re-sacerdoti chiamati come tali nelle tavolette, solo centinaia d'anni dopo.

Peraltro mi fai ricordare che il filmato, facendo appunto confusione con le città sumere, parla della teoria marxiana, peraltro giusta, del surplus agricolo come radice della differenziazione sociale. Ma il filmato rapporta ciò al villaggetto neolitico e non alle ricche città della bassa mesopotamia, facendo perdere la fondamentale connessione tra la nascita della città (Sumer) e la nascita della regalità.


Agricoltura, allevamento e architettura, a grandi linee non mi sono parsi errati


Lo erano in modo patetico: la scenetta dell'omino neolitico ferito nella caverna che si accorge della nascita spontanea del cereale è un'offesa ad uno dei processi piu complessi che l'umanità ha messo in piedi, esito finale di una mirabile rivoluzione precedente di cui non è stato fatto il minimo cenno. Processo che è nato intorno al 9500 a.C. contemporaneamente a Gobleki, ma in Siria, almeno allo stato delle conoscenze attuali.

Ridicolo poi l'accenno all'irrigazione che non nasce affatto nella parte di mezzaluna dove l'agricoltura nasce e si sviluppa (Siria-Turchia) proprio perchè ci sono le precipitazioni naturali e non c'è bisogno di irrigare. L'irrigazione compare archeologicamente solo nei canali in bassa mesopatamia nel 4500 ac, cioè 5000 anni dopo la nascita dell'agricoltura, e ovviamente si utilizza solo in zone completamente aride.


Siti non citati? Questo no mi sorprende.


Uno per tutti: Abu Hureira, il grande sito del IX millennio in cui possiamo osservare in dettaglio la nascita dell'agricoltura e i suoi effetti. Ma le omissioni fondamentali non si contano.


Sia chiaro, Massimo, non voglio contestare il tuo modo di vedere le cose


Non ho modi di vedere le cose, non sono un ricercatore, riporto solamente solamente quello che dicono gli archeologi piu qualificati, cercando di dare i dati e le ricostruzioni piu aggiornate. Sono solo un pedissequo divulgatore e normalmente non esprimo pareri. Lo faccio solo ogni tanto sul predinastico egiziano per competenza specifica, ma anche lì in modo limitatissimo.


Comunque grazie del tuo commento


E grazie per il tuo Ric, ogni osservazione è sempre un arricchimento.
Riccardo Banchi
00giovedì 29 novembre 2012 13:06
Non posso che condividere quasi in toto le tue osservazioni.
Sono però un po' meno severo nel dare il giudizio al documentario...

Sì, il re sacerdote andava associato ad una società cittadina (o quasi), ma i concetti di base che son passati sono grossomodo corretti.

Riguardo al diluvio sono però un po' in disaccordo. I miti ad esso relativi prendono corpo necessarimente dall'innalzamento dei mari (legati allo scioglimento dei ghiacci nelle fasi calde interglaciali, peraltro anche umide e più piovose). In areale medio orientale, l'evento più catastrofico è stato il "3° diluvio", dopo il Dryas recente, che ha avuto i maggiori effetti sul Mar Nero. Anche il Golfo Persico è salito molto, probabilmente allagando aree agricole e urbane anche intorno al III mill. a.C., per poi retrocedere di 3-5 m. Dire di sicuro non è accettabile, ma molto probabile sì: l'evento del Mar Nero ha senza dubbio avuto effetti anche migratori nell'area anatolico. ma forse i Sumeri (diciamo gli ubaiti)hanno subito più direttamente l'innalzamneto del Golfo Persico. L'archeologia è una scienza; pure la geologia e la climatologia. L'innalzamento del mare di 120 metri in 15-20.000 anni in tre fasi ababstanza repentine è un dato di fatto. Le conseguenze sono quantomeno immaginabili. Se è anche sensazionale, pazienza.

Scusa la puntualizzazione; non contesto ciò che hai detto, ma poteva sembrare che questi eventi fossero stati un po' montati per fare scena...

Ric [SM=x822709]
Riccardo Banchi
00martedì 26 febbraio 2013 16:56
Finito di leggere giorni fa il libro di Andrea De Pascale: "Turchia - le origini".
Ottimo testo che affronta Paleolitico e Neolitico, con particolare attenzione al Neolitico Preceramico.
Una lettura che oltre a Gobekli Tepe farà conoscere un'infinità di altri siti davvero notevoli, quali Hallan Cemi, Kortik Tepe, Cayonu, Nevali Cori, Asikli Huyuk, Catal Hoyuk, Jarmo, ecc.
Lo consiglio vivamente.

Ric [SM=x822709]
Hatshepsut76
00mercoledì 27 febbraio 2013 00:01
Interessante questo testo, Ric... di Çatal Hüyuk avevo già letto qualcosa: forse proprio nel testo di Schmidt...
Mi sa che metto in lista il testo che hai proposto... [SM=g999103]
Riccardo Banchi
00mercoledì 27 febbraio 2013 08:41
Se sei interessato al periodo preistorico, il libro di De Pascale te lo consiglio caldamente.
Sul Paleolitico sono piuttosto scarso, ma molte pagine sono dedicate anche all' "Età della Pietra Antica". Il Neolitico Aceramico è poi il corpo principale del testo, insieme al Neolitico classico (quindi Calcolitico escluso). I siti vengono descritti permettendo una facile comprensione. All'inizio di quasi ogni capitolo, c'è una sorta di ricostruzione dello stile vita del periodo, suggestiva, ma non per questo archeologicamente poco attendibile.
La seconda parte del libro tratta musei e siti archeologici della Turchia.
La terza parte è un vocabolario turco-italiano-inglese, partendo da ciascuna delle tre lingue, con riferimento a parole di tematica archeologica; utile per un viaggio...

Ric [SM=x822709]
Hatshepsut76
00mercoledì 27 febbraio 2013 09:32
Grazie, Ric! Solo una curiosità: ho provato a cercare il testo, e mi dà solo il testo Anatolia- le origini. E' quello lì? Grazie [SM=g999103]
Riccardo Banchi
00mercoledì 27 febbraio 2013 09:40
E' quello!
E scusa per l'errore sul titolo, che anch'io correggo ufficialmente:

"ANATOLIA - le origini" di Andre De Pascale.

Ric [SM=x822707]
Hatshepsut76
00mercoledì 27 febbraio 2013 10:14
Non c'è problema! Volevo solo essere sicuro che non avessi sbagliato ad effettuare le ricerche...
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