Schienale di del trono di Tut
Seguito...
image24.webshots.com/25/2/50/56/33325056jNoKJB_ph.jpg
A prima vista si nota che la lamina è stata prima posata sul schienale in legno, per prenderne la forma arrotondata. Successivamente, l’artista vi ha inciso, con vari strumenti in legno, od osso, e metallo le figure del re e della regina, e poi le figure di contorno (tavolino, colonne, il disco solare, cartigli e geroglifici), con una pressione della mano molto leggera.
L’incisione veniva, e viene effettuata, su un panno di feltro o qualcosa di simile, per permettere all’artigiano di poter lavorare comodamente senza rovinare la lamina spezzandola, o bucandola, per la troppa pressione.
La smaltatura delle immagini, avvenuta dopo l’incisione a sbalzo, è stata fatta per ultima, in quanto occorreva più tempo per la lavorazione, e più pazienza per evitare errori che non si potevano più correggere.
Il materiale usato per la smaltatura (tecnica molto antica, ed usata ancora ai nostri tempi) ha previsto l’uso di un impasto speciale, composto da “pasta vitrea allo stato liquido” e coloranti diversi.
La parte più difficile è stata proprio quella della smaltatura.
Infatti, occorre molto tempo per ottenere i risultati ottenuti nello schienale. Prima con un piccolo pennello si è colorato con l’impasto ogni parte delle figure (a più riprese immagino, perchè le immagini sono molte e dettagliate), e lasciato essiccare il tutto dopo avere tolto e ripulito le “sbavature” causate nel lavoro.
Una volta essiccato lo smalto, la lamina è stata messa in un forno (anche oggi si fa così) a temperatura costante di 90/100 gradi per qualche ora, per far sì che lo smalto avesse l’indurimento necessario per non essere danneggiato da graffi, e ottenesse la lucentezza, tipica del vetro necessaria. Solo in questo modo l’opera è stata portata a termine. Una volta ultimata la “cottura” non si sarebbe più potuto intervenire per aggiustare eventuali errori. Neanche sulle incisioni dei geroglifici e dei cartigli, per non correre il rischio di spezzare le figure. La lamina d’oro è molto fine (anche se l’oro è un metallo molto malleabile), e la pasta vitrea, sebbene sia abbastanza resistente per non essere graffiata non lo è per gli urti o per successive lavorazioni di ritocco.
I cartigli, geroglifici e il sole di Aton sono incisi in posti che a mio avviso sono difficilissimi da “RITOCCARE” o modificare l’incisione stessa.
1) i cartigli di Tut si trovano tra la sua corona, la colonna e quello che sembra un architrave (tutti smaltati);
2) i geroglifici e il cartiglio della regina, sono stati incisi tra la colonna, la testa della regina, l’architrave e il tavolino (con vaso?);
3) I restanti cartigli, posti ai lati del disco solare, sono ancora più difficili da ritoccare, perché collocati in uno spazio molto stretto (tra disco e architravi);
I cartigli, geroglifici, e le figure del re e della regina, a mio parere, sono originali, e cercherò di dimostrarlo nel prossimo post.
Wh