Turchia: Gobekli Tepe, ritrovato il tempio più antico

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-Kiya-
00mercoledì 27 febbraio 2008 17:27
Torna alla luce il primo tempio dell'uomo. Si trova in una collina alta 15 metri, in un'arida steppa a sud della Turchia che chiamano Gobekli Tepe (Monte dell'ombelico) dove un'opera misteriosa e gigantesca è stata trovata dai ricercatori del Dai (Istituto archeologico tedesco di Istanbul) e del Museo di Urfa guidati dall'archeologo tedesco Klaus Schmidt. Si tratta di una costruzione descritta e analizzata nel numero di marzo di Focus, la rivista scientifica dalla Mondadori. La struttura è formata da 240 enormi pilastri sepolti sottoterra risalente al 9000 a.C. I pilastri, fino a 14 per cerchio, sono alti circa 4 metri. Al centro di ogni cerchio ve ne sono due più alti degli altri, quasi tutti hanno il lato stretto rivolto verso il centro. Gli archeologi li hanno trovati totalmente sepolti nella collina, ma ce ne sono ancora 200 sotto terra. «Abbiamo eseguito una carta geomagnetica - spiega Schmidt - Per realizzare un tempio di questa portata era indispensabile un piano logistico e una divisione del lavoro con progettisti, capisquadra, scalpellini, trasportatori». Eppure questi uomini non conoscevano ancora l'agricoltura, ma erano tutt'altro che 'non civilizzatì.Ma chi ha pianificato le costruzioni di Gobekli Tepe? Secondo i ricercatori, il progetto deve essere stato concepito da un'elite sciamanica o sacerdotale. «Non fu insomma una causa esterna - dice l'archeologo tedesco - ma una rivoluzione interiore , fu la scoperta della religiosità, del trascendente». In queste costruzioni, sono state ritrovate molte punte di lancia in uso 11 mila anni fa. L'esame di resti vegetali, con il metodo di datazione del carbonio 14, ha dato risultati concordanti. Dalle 100 mila ossa fossili finora raccolte si è infatti visto che il 50% appartenevano a gazzelle persiane, circa il 17% a uri (antenati del bue), ad asini selvatici, cinghiali e cervi. Nessun indizio di razze domestiche.


[fonte: www.culturalnews.it]
EGIZIA72
00venerdì 29 febbraio 2008 12:48
Grazie per questa notizia Kiya!!!!!!!!!
pizia.
00venerdì 29 febbraio 2008 12:54
Accidenti! [SM=x822740]
pizia.
00mercoledì 12 marzo 2008 20:22
Gobekli Tepe
Sono riuscita a leggere su Focus di Marzo 2008 l'articolo, adesso ve lo racconto.

Autore dell’articolo è Franco Capone, vice capo redattore della stessa testata, cosa che fa intendere l’articolo come una specie di “redazionale”.

L’archeologo che si è occupato degli scavi nel sito e ha realizzato questa importante scoperta è Klaus Scmidt, dell’Istituto Archeologico Tedesco di Isanbul, in collaborazione con il museo dei Urfa.
Ed è proprio vicino a questa città che si trova Gobekli Tepe, nella zona sud-est della Turchia, dove nasce il fiume Eufrate, poco distante dal confine con la Siria, un’arida steppa presso il Monte Tauro.
Manufatti simili sono stati trovati a Nevoli Cori, località sull’Eufrate, ma sono più piccoli e presentano braccia e mani stilizzate.

All’interno di un tell alto circa 15 metri sono stati scavati e portati alla luce una quarantina di pilastri sagomati, ma si stima ve ne siano ancora un paio di centinaia sepolti nel terreno di accumulo.
Le dimensioni si aggirano attorno ai 4 m. di altezza, 1.5 m. di larghezza e 0.5 m. di spessore; il loro peso si aggira attorno alle tre tonnellate; sono pilastri isolati a forma di T, intagliati in una vicina cava di pietra nella quale ne sono stati rinvenuti alcuni in via di lavorazione oppure abbandonati.

Si incideva una trincea intorno alla forma da realizzare, vista distesa sulla sua faccia maggiore, quindi si staccava dalla roccia sottostante con una sinergia di più leve; portati sull’area sacra venivano disposti di taglio, cioè con il lato corto rivolto verso il centro, lungo circonferenze al centro delle quali se ne trovavano posizionati due più grandi.

In base agli studi eseguiti sui Moai, si calcola che sarebbero stati necessari 40 uomini per movimentare i blocchi di pietra.

Secondo i ricercatori operanti rappresenterebbero figure umane stilizzate, viste di profilo “… siamo di fronte a un’adunata di esseri mitici rappresentati da pilastri. Guardano in direzione del centro…”; potremmo trovarci davanti ad un antico cimitero, in cui i defunti venivano sepolti tutti attorno alla coppia più vecchia, gli antenati plantangeneti.

Alcuni blocchi hanno delle figure di animali incise sopra: rapaci, serpenti, cinghiali, fiere, ecc.; questa particolarità ha fatto ipotizzare che l’area cimiteriale fosse utilizzata durante un antico rito funerario (presente anche presso altre civiltà, in India, gli zoroastriani) secondo il quale le spoglie dei defunti venivano esposte per qualche tempo in modo che gli animali selvatici se ne cibassero, ripulendo le ossa dalla materia deperibile; in seguito i resti potevano essere sepolti.

Più semplicemente potevano essere gli animali degli ordini totemici sui quali si basavano gli ordinamenti sociali.

Il primato di antichità nell’architettura religiosa era finora detenuto dalle mura megalitiche di Malta, risalenti al sesto millennio a.C., ma la costruzione di Gobekli Tepe sembra essere più antica.
Nelle stratigrafie coeve sono state rinvenute punte di lancia databili a circa 11000 anni fa, datazione concorde con le analisi del radiocarbonio sui resti vegetali.

Non sono presenti resti di ceramica, ossa di animali domestici (e nemmeno raffigurazioni di questi), resti di cereali coltivati, oggetti in metallo, dunque gli archeologi attribuiscono l’opera a gruppi di cacciatori-raccoglitori.

Solitamente i cacciatori raccoglitori del neolitico non sono considerati costruttori di opere megalitiche e di edifici organizzati, perché si mette in relazione questa evoluzione della tecnica e delle strutture sociali con l’aumento demografico, la disponibilità di tempo, la stanzialità degli uomini che iniziarono a coltivare le piante commestibili e ad allevare il bestiame necessario al sostentamento.

In questo caso invece la realizzazione di un’area sacra con manufatti megalitici sarebbe giustificata solo dal rapporto di questi uomini con il mito e la fede, che “…resero più forte e positiva per l’uomo la sua relazione mai facile con l’ambiente naturale”.

Gli stregoni, o sommi sacerdoti, riuscirono a rendere più sopportabile la condizione di vita, sempre segnata dalla speranza nella fortuna di trovare cibo e catturare prede, anche solo con l’illusione di poter fare qualcosa per volgere il fato in modo favorevole, attraverso l’invocazione degli antenati prima, e per il loro tramite con gli dei dopo.

Seguono mie considerazioni, visto che non mi va giù che qualcuno sia più bravo, più antico, più grande, più forte, più bello dei nostri! [SM=x822739]
antonio crasto
00mercoledì 12 marzo 2008 21:05
Non credo si possa parlare di una scoperta recente.
Il sito fu individuato nel 1964 e gli scavi ebbero inizio nel 1994.
Se ne parla già su wikipedia: en.wikipedia.org/wiki/G%C3%B6bekli_Tepe .

Vorrei sottolineare come questa scoperta sia un duro colpo per le ipotesi degli studiosi “ortodossi”, che ovviamente si guardano bene da diffondere la notizia. Lo sviluppo della civiltà sembra non essere andato come la maggior parte degli studiosi ritiene. La fine dell’Era Glaciale non vide uno sviluppo della civiltà in modo lineare, dall’uomo preistorico (Età della pietra) all’uomo evoluto (Età del rame, bronzo e ferro). Si fa avanti con sempre più forza l’ipotesi che una civiltà globale evoluta del Paleolitico Superiore sia stata distrutta da immani catastrofi e che per alcune volte l’umanità abbia dovuto ripartire, come diceva il buon Troisi, da tre.
Come si possono giustificare altrimenti i molti miti, i racconti di Platone su Atlantide, ma soprattutto la città fortificata di Gerico in pieno Mesolitico e il templi colossale in Turchia alla fine del Paleolitico.
pizia.
00mercoledì 12 marzo 2008 22:06
Sinceramente io alla civiltà globale proprio non posso crederci. Non ci riesco, è più forte di me.

Nel riassuntino che ho fatto dell'articolo di qualche pagina che ho letto su Focus, non ho mai usato la parola "tempio", inflazionata invece, nell'originale.

Che i raccoglitori-cacciatori abbiano spostato delle pietre nel 9000 a.C., può essere ancora verosimile, ancorché provato, ma sono pietre diposte in circolo, sagomate da un bravo scultore, d'accordo, bravo almeno come il pittore di Altamira, una mano invidiabile.

Ma oltre a ciò punte di frecce e ossa di animali selvatici.
E' ancora troppo poco per convincermi a credere ad Atlantide.
pizia.
00giovedì 20 agosto 2009 02:58
Gobekli Tepe

Visto che l'ho tradotto per leggerlo lo posto qui.


Gobekli Tepe: Santuario/complesso templare
Questo sito è il più antico santuario o complesso templare al mondo, il più antico esempio di architettura monumentale del pianeta. Ha anche prodotto la più antica sagoma conosciuta di figura umana.
Rispetto a Stonehenge, Carnai o le Piramidi d’Egitto, questi sono megaliti relativamente umili. Nessuno dei circoli scavati (quattro su 20 stimati) misurano più di 30 m. di diametro. Ciò che rende la scoperta notevole sono le squisite e intricate sculture di cinghiali, volpi, leoni, uccelli, serpenti e scorpioni, e la loro età. Datate attorno al 9500 a.C. queste pietre sono più vecchie di 5500 anni rispetto alle prime città della Mesopotamia.

Gobekli Tepe: (Collina con la pancia, Ombelicus Mundi) Prima venne il tempio, poi la città
Descrizione – Lì non c’è alcuna abitazione, le strutture sono interpretate come templi. Dopo l’8000 a.C. il sito fu abbandonato e volutamente coperto di terra.
(nota 1, link a Wikipedia )
Si ritiene che il colle sia stato luogo di pellegrinaggio per le comunità entro un raggio di circa un centinaio di miglia. Le pietre più alte guardano tutte a sud-est.
Nel numero Gen-18 della rivista “Science”, l’archeologo tedesco Klaus Schmidt è intervistato sulla sua opera presso il sito, vecchio di 11000 anni di Gobekli Tepe (Collina dell’Ombelico) in Turchia.

Secondo Andrei Curry, autore dell’articolo su “Science”, Gobekli Tepe è situato sulla collina più evidente da molte miglia attorno. E’ costituita da almeno 20 ‘stanze’ sotterranee contenenti serie di pilastri a “T” in pietra, di 8 m. di altezza e del peso di circa 7 tonnellate. Essi sono incisi con immagini di animali, compresi leopardi, serpenti e ragni.
Questo non è il luogo in cui la gente viveva, è troppo lontano dall’acqua, come può esserlo in questa regione. Invece è un luogo di culto, e secondo Scmhidt è “il primo luogo santo artificiale”.

Time Europe: 6 dicembre 1999, vol. 154, n° 23
Di Maryann Bird Grazientep
Un antico luogo di culto, un sito religioso, datato col carbonio alla seconda metà del IX millennio a.C., Gobekli Tepe è un sito buono come un altro per cominciare un tour dei diversi luoghi archeologici della Turchia, un paese straordinariamente ricco di resti preziosi di imperi e di civiltà, dall’uomo delle caverne agli inizi del XX secolo.
“Questo posto è importante come la scoperta dell’arte delle caverne del 14000 a.C. in Francia”, dice Harald Hauptmann, il team leader e direttore dell’Istituto Archeologico Tedesco ad Istanbul, “Gobekli Tepe riflette ciò che gli esperti definiscono sia il punto di svolta dall’Epipaleolitico al Neolitico antico nel nord della Mesopotamia, cioè il momento in cui gli antichi stavano cominciando a controllare la natura, prima dell’avvento della produzione del cibo, all’inizio della domesticazione di piante e animali”
“In questo sito e in quello di Nevali Cori, 45 km a nord-est da qui”, spiega Hauptmann, “abbiamo trovato manufatti mai conosciuti prima, non sui muri delle grotte, ma in edifici pubblici, con sculture e alto-rilievi dipinti (pannelli scolpiti in pietra ).
Quello che abbiamo constatato è che l’arte non è qualcosa inventata da qualcuno un giorno, come la ruota o il fuoco. Essa è sempre stata una parte attiva della psiche umana, fin dal suo inizio.”

[foto] Gobekli Tepe, 15 km a nord-est della città di Sanliurfa, quattro pilastri megalitici in calcare, alti 7 m e pesanti circa 50 tonnellate.
Due di essi recano l’immagine di un leone ringhiante, a difesa di ciò che Hauptmann crede essere un santuario di culto o un sacrario. Eretto senza l’aiuto di animali addomesticati 6000 anni prima delle strutture giganti costruite nell’Egitto faraonico, i pilastri suggeriscono come i lavoratori del primo Neolitico conoscessero come usare pali, assi e pulegge per maneggiare enormi pietre.
Nel sito di Hauptmann compare anche un rilievo unico, con una donna accovacciata, forse partoriente, rilievi di vari animali e un campo di schegge di selce che indica come il sito abbia anche ospitato operazioni di produzione di strumenti e armi abbastanza sofisticati.

Architettura—
Case e templi sono circondati da costruzioni megalitiche. Le pareti sono costituite di pietra grezza a secco e comprendono molti pilastri monolitici in pietra calcarea a forma di T alti fino a 3 m. Un’altra grande coppia di pilastri è piazzata al centro della struttura. I pavimenti sono fatti di terrazzo (calce bruciata) e vi è una bassa panca che corre lungo l’intera parete esterna.
I rilievi sui pilastri includono volpi, leoni, bovini, cinghiali, aironi, anatre, scorpioni, formiche e serpenti. Alcuni dei rilievi sono stati deliberatamente cancellati, forse in preparazione di nuove immagini. Ci sono sculture libere che potrebbero rappresentare volpi o cinghiali. E’ difficile spiegare come siano pesantemente incrostate con calce, statue simili sono state scoperte a Nevali Cori. Le cave sono situate sulla stessa piattaforma, alcuni pilastri incompiuti vi sono stati trovati in-situ. Il più grande pilastro incompiuto è lungo ancora 6.9 m., ma è stata stimata una lunghezza di 9 m.
La costruzione del complesso di Gobekli Tepe implica un grado di organizzazione non ancora riconosciuto alle società pre-neolitiche. Gli archeologi stimano che fino a 500 persone furono necessarie per estrarre i pilastri da 10-20 tonnellate (in realtà alcuni pesano fino a 50 tonnellate) da cave locali e spostarli da 100 a 500 m. verso il sito. (Ref: / en.wikipedia.org /)

La Top-50 delle pietre di tutti i tempi
Finora 40 singole pietre stanti (da 2 a 4 m. di altezza) sono state scavate. Esse sono a forma di T e sistemate in ambienti chiusi di varie centinaia di metri quadrati. Tuttavia, una pietra spaccata, mezza cavata è stata trovata in un letto di calcare a circa un chilometro dal sito principale. E’ lunga 9 m. ed era ovviamente destinata ad unire i pilastri a Gobekli: ci possono essere anche altre pietre, finora sotterrate, di questa grandezza. Indagini geomagnetiche indicano che ci sono più di 250 pietre stanti seppellite nel sito.
Nota: i pilastri a forma di T appaiono coperti con una specie di tazza sul lato superiore. Ci si chiede in proposito se potessero avere, una volta, sostenuto un tetto, in tal caso sarebbero state invisibili.

Cronologia – Il sito ha fornito date attorno al 7500 a.C. – 7000 a.C.
Intorno all’inizio del VIII millennio a.C., la Montagna dell’Ombelico ha perduto la sua importanza. L’avvento dell’agricoltura e della zootecnia portarono nuove condizioni per la vita umana nella zona. Ma il complesso non è stato progressivamente abbandonato e semplicemente dimenticato per essere cancellato dalle forze della natura nel corso del tempo. Invece è stato deliberatamente coperto con 300-500 metri cubi di terreno. Perché ciò accadde non è noto, ma ha conservato i monumenti per la posterità.
La più recente fase di costruzione a Gobekli Tepe (Livello II) è stata datata sia comparativamente che assolutamente (C14) al 8000 circa a.C., con una precedente prima fase di costruzione primaria (Livello III) terminata già nel 9000 a.C. L’epoca della prima occupazione non può ancora essere determinata; la profondità del deposito comunque, suggerirebbe un periodo di diversi millenni, ciò significa che per i primi tempi il sito sarebbe esistito nel Paleolitico.

Siti di interesse nelle vicinanze:
Karahan Tepe, un sito scoperto solo alla fine degli anni ’90 e ancora in attesa di uno scavo completo. Si trova vicino a Sogmatar sulla pianura Harran e risale almeno a 11000 anni fa. Già un gran numero di pilastri a forma di T e pietre in riga sono stati scoperti qui.
Karahan Tepe si trova 60 km. Ad est da Urfa in una zona denominata Tektek Daglari. Circa 266 pilastri in-situ (come i pilastri di Gobekli, solo più piccoli) coprono il campo e sono visibili 50-60 cm. sopra il livello del suolo, il resto dei pilastri è ancora coperto sotto al terreno.


Riccardo Banchi
00mercoledì 8 febbraio 2012 18:15
Adesso è uscito un bel libro proprio su questo, redatto da Klaus Schmidt, il direttore degli scavi. E per il mio compleanno me lo hanno regalato:
"Costruirono i primi templi. 7000 anni prima delle piramidi". [SM=x822710]

Avete comunque perfettamente riassunto la trattazione.

Ric
Hatshepsut76
00giovedì 9 febbraio 2012 09:31
Ric, a questo link puoi leggere la presentazione del libro di Schmidt, che ho letto e ho trovato molto interessante! Buona lettura!
Riccardo Banchi
00giovedì 9 febbraio 2012 11:37
Grazie. Vado a darci un'occhiata.
Comunque, sì; il libro è ovviamnete di grande interesse. Ed è scritto per coivolgere il pubblico in una lettura piacevole e istruttiva ad ampio raggio.

Ric [SM=x822712]
Hatshepsut76
00mercoledì 21 marzo 2012 11:55
Qualche giorno fa, su Live Science, è apparso un articolo relativo a questo tempio turco. Qui sotto trovate la traduzione:


Le antiche lame fatte di roccia vulcanica che sono state scoperte in quello che può essere definito il più antico tempio del mondo suggerisce che il sito in Turchia fosse il fulcro di un pellegrinaggio che attrasse un gruppo cosmopolita di persone circa 11 mila anni fa.
I ricercatori hanno trovato circa 130 lame, che sarebbero state utilizzate come strumenti, con la loro origine vulcanica, riscontrando che le persone trovate sarebbero venute da lontano per riunirsi presso il sito del tempio antico, Göbekli Tepe, in Turchia meridionale. Le lame sono fatte di ossidiana, un vetro vulcanico ricco di silicio, che si forma quando si raffredda rapidamente.
La ricerca è stata presentata a febbraio alla settima conferenza internazionale delle fabbriche di pietra scheggiata e rotonda del Neolitico pre-ceramico a Barcellona, in Spagna.

Tempio misterioso
È stata scavata solo una piccola porzione di Göbekli Tepe, ma quello che non è stato percepito è stato accennato dagli archeologi come sorprendente, per la sua età elevata ed abilità artistica. Il sito contiene almeno venti anelli di pietra, un cerchio costruito all’interno di un altro, i cui diametri vanno dai 30 ai 100 piedi. I ricercatori sospettano che la gente riempirebbe l’anello più esterno con macerie, prima di costruire un nuovo cerchio all’interno.
I blocchi calcarei a forma di T delimitano i cerchi, ed il loro centro è costituito da due pilastri massicci alti circa 18 piedi. Statue e rilievi di persone ed animali sono stati incastonati in questi blocchi e pilastri. “Alcune delle pietre (i grandi pilastri) sono più grandi di Stonehenge”, ha affermato Tristan Carter, uno dei ricercatori di ossidiana, e professore di antropologia alla McMaster University in Hamilton, Canada. (la ricerca sul sito va avanti dal 1994, ed è condotta da Klaus Schmidt dell’Istituto Archeologico tedesco.)
Ancor più strano è quello che non è stato trovato. Gli edifici contengono focolai, e le piante gli animali restanti non mostrano alcun segno di addomesticazione. Inoltre, finora non sono stati scoperti edifici che gli archeologi possano confermare siano stati utilizzati per la vita quotidiana.
Presa nell’insieme, la ricerca indica che il sito è stato creato da cacciatori/contadini, piuttosto che da allevatori, che vennero da una vasta area per costruire prima, ed abitare poi il sio per scopi religiosi. Questa ricerca è comprovata dallo stile di alcuni degli attrezzi di pietra ed ossidiana, che suggeriscono che la gente venisse da Iraq, Iran, dall’Eufrate e dal mediterraneo orientale.
Le scoperte fatte a Göbekli Tepe negli ulimi vent’anni hanno condotto ad una gran quantità di dibattiti. Ted Banning, professore di antropologia alla University of Toronto in Canada recentemente ha pubblicato uno scritto nella rivista Current Anthropology dimostrando che le interpretazioni sul sito siano erronee. Banning suggerisce che le strutture ad anelli di pietra possano essere state dotate di pavimentazione, ed usate come case, sebbene alcune siano piene di arte, tanto da pensare che possa essere servita sia come spazio domestico, che come area religiosa. Egli suggerisce inoltre che la gente di Göbekli Tepe possa essere cresciuta in gruppi puntualizzando che alcuni degli attrezzi di pietra sarebbero stati utili per la mietitura, e che ad un certo punto della storia, è difficile dire la differenza tra piante ed animali selvatici, e quelli che la gente stava provando ad addomesticare.
Banning ha detto a LiveScience che ha bisogno di rivedere l’ultimo risultato del team sull’ossidiana, prima di fornire un commento adeguato a riguardo

Prova vulcanica
Per cercare di risolvere alcuni dei misteri che avvolgono il sito, il team di Carterha usato una combinazione di test scientifici per accompagnare la composizione chimica degli artefatti ai vulcani da cui ebbe origine l’ossidiana.
“La vera forza del nostro lavoro è l’incredibile specificità; per l’esattezza possiamo dire da quale montagna proviene, e talvolta anche da quale lato”, ha detto Carter a LiveScience in un’intervista.
Almeno tre delle fonti di ossidiana si trovano nella Turchia centrale, in una regione chiamata Cappadocia, che che si trova quasi a 300 miglia da Göbekli Tepe. Almeno tre altre fonti sono nella parte più ovest del paese, molto vicina a Lake Van, a circa 150 miglia dal sito. Un’altra fonte si trova nella Turchia nordorientale, a circa 300 miglia.
I ricercatori affermano che quello che rende speciali questi risultati non sono tanto le distanze -300 miglia sarebbero un viaggio da New York City a Buffalo, N.Y., senza l’ausilio di cavalli addomesticati – ma piuttosto la pura varietà delle fonti di ossidiana usata.
“È un’aberrazione,” ha detto Carter. L’ossidiana comprova “l’idea di molta gente proveniente da molte aree diverse che vengono al sito”, ha detto.

Più mistero
Si è premunito che proprio perché alcune delle ossidiane provenirono da diversi paesi, non significava che la gente stesse in quell momento viaggiando da quelle regioni a Göbekli Tepe. L’ossidiana può essere stata acquistata tramite commercio, trasformata in un oggetto, poi portata al sito.
Per cercare di risolvere questo problema, il team sta facendo attenzione al modo in cui gli oggetti di ossidiana sono stati fatti. Ad esempio: hanno trovato che gli oggetti di ossidiana originari dalla Cappadocia, nella Turchia centrale, tendono ad essere stilisticamente simili a quelli trovati a sud di Göbekli Tepe, nella regione della Mesopotamia nel medio Eufrate. Anche alcuni oggetti provenienti dalla Turchia orientale, la regione di Lake Van, presentano similitudini con quelli fatti in Iraq e Iran. Questi ritrovamenti suggeriscono che alcune delle ossidiane hanno fatto in lungo e largo la strada (possibilmente per il commercio), prima che fosse trasformata in attrezzo e portata al sito, un ulteriore indizio di dove la gente proveniva.
Sebbene sia necessaria più ricerca per trarre delle conclusioni, se il team ha ragione allora Göbekli Tepe era un’imponente luogo di pellegrinaggio, vecchio più di 11 mila anni, che ha atirato la gente da tutta la regione.
“Se il Professor Schmidt avesse ragione, ciò rappresenterebbe un’area molto cosmopolitana, rappresenta quasi il punto di snodo del Nord Est”, ha detto Carter “In teoria, potresti avere gente con linguaggi differenti, culture molto differenti, coesistere”.
I campioni di ossidiana sono stati analizzati ... al Louvre, e alla McMaster University. Oltre a Carter e Schmidt, il team include François-Xavier Le Bourdonnec e Gérard Poupeau del Centre National de la Recherche Scientifique.

Riccardo Banchi
00mercoledì 21 marzo 2012 13:15
Sostanzialmente sono le conclusioni che emergono alla fine del libro son queste. E cioè che pare non è essere stato lo sviluppo di un area geografica ha strutturare una società poi in grado di costruire questi templi, ma il contrario: vari gruppi, magari uniti da simili credenze religiose potrebbero essersi unite per portare avanti un progetto comune e da qui sia maturata la necessità di diventare più stanziali e dipendenti da una sussistenza di carattere neolitico.
Sicuramente questo sarà argomento di discussione per i prossimi anni.

Ric
Diego Baratono.
00giovedì 22 marzo 2012 08:35
Ric, che traduttore automatico hai? [SM=x822741] [SM=g999108] [SM=g999108] [SM=g999108] [SM=g1621248]
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