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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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KV55: gli oggetti iscritti

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2014 00:55
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EgiTToPhiLo/a
Scriba
Maestro degli Scribi
06/02/2014 22:26
 
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Il caso della tomba KV55 è senz’altro conosciuto da tutti gli appassionati dell’antico Egitto, soprattutto per due motivi.
Il primo è l’alone di mistero che circonda il proprietario/a di questa tomba.
Il secondo, diretta conseguenza del primo, è la metodica di scavo (no comment), che ha portato alla perdita di tutte le notizie utili, che potevano chiarire molto, se non tutto, su chi fosse veramente inumato o a chi fosse destinata.

Non mi soffermerò sulle ipotesi di appartenenza della tomba, già ampiamente trattata negli anni scorsi, e che forse avrebbe bisogno forse di un aggiornamento, ma solo sugli oggetti ivi rinvenuti, e in particolare quelli contenenti scritti, che in parte, anche questi, sono già stati pubblicati in altre discussioni del forum.
Cercherò di dare al tutto la stessa metodica, ossia tutti i testi saranno riscritti con l’editor Jsesh e, linea per linea, verrà aggiunta la traslitterazione e traduzione, insomma la procedura standard che ho usato finora.

Saranno allegate le foto dell’oggetto preso in esame che visualizza il testo, nella condizione attuale. I testi verranno inseriti uno alla volta con le relative osservazioni, soprattutto sulle incongruenze, che portano a trascrizioni diverse (aggiunte e/omissioni) di alcune parti testuali.

Gli oggetti contenenti testi, risultano (a me) i seguenti:

Coperchio (cofano)
Cofano (contenitore)
Cofano (base)
Vasi canopi (contenitore ?)
Tenoni
Mattoni magici (2 +1 parz.)
Scrigno Tiye (parz.)
Sacello ( resti - ricostruzione)

Per iniziare, inserisco il testo della linea centrale del coperchio, da cui è stato ritagliato in modo abbastanza accurato presumibilmente il cartiglio.

Le immagini che seguono danno la visione del testo originale.







G. Daressy, nel suo scritto nel volume di T. Devis, (p.16-19) omette la parte di testo della parte finale in prossimità dei piedi. Non mi so spiegare il perché ?
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Capo del Tesoro

Scriba del
Tempio di Thot

07/02/2014 13:03
 
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Plaudendo, ancora una volta, all'iniziativa di Nec, eccomi a dare qualche informazione sul sito di cui in questo 3D ci interesseremo, la KV55, una delle tombe più "misteriose" della Valle... ma andiamo con ordine!

"'KV55" è ubicata a poca distanza da quella di Ramses IX e quasi di fronte all’area in cui, 15 anni più tardi, Howard Carter scoprirà laTomba di Tutankhamon (KV62).
Nonostante precisi indizi del contrario, Ayrton e Davis , gli scopritori nel 1907, considerano la tomba intatta.
Ciononostante, operano una campagna di scavo che può, a buona ragione, essere presa ad esempio di come NON si esegua uno scavo archeologico.

Quasi non esiste documentazione delle operazioni svolte all’epoca e poco, o nulla, esiste che consenta di stabilire i metodi impiegati per non disperdere tracce (ma, considerati i risultati, si può ritenere che nulla, appunto, sia stato fatto) e le poche descrizioni, disordinate ed incomplete, sono spesso tra loro difformi e talvolta contrastanti.

Sulle prime sembra si tratti di una sepoltura femminile, nel corridoio, ingombro di macerie, compare, infatti, il nome della Regina Tye, madre di Amenhotep IV/Akhenaton.

Nella camera funebre, regna il caos più totale sia a causa di infiltrazioni d’acqua susseguitesi nei millenni sia, e specialmente, per i danni che sono stati palesemente, e volontariamente, causati da esseri umani; si tratta, infatti, di danneggiamenti selettivi che non possono essere annoverati ne’ tra quelli dovuti alle intemperie, ne’ a saccheggiatori.

Vengono rinvenute le “macerie” di una cappella funeraria rivestita in foglia d’oro (probabilmente dello stesso tipo di quella che sarà poi rinvenuta nella tomba di Tutankhamon) ed uno splendido sarcofago; i nomi sono stati abrasi, o meglio strappati, ed anche le fasce d’oro che circondano le bende sono state tagliate là dove solitamente si trovano i cartigli.
Nonostante l'Ureo sulla fronte, la presenza del cartiglio di Akhenaton su almeno due dei quattro “mattoni magici” presenti nella tomba, la presenza di vasellame intestato ad Amenhotep III e di piccoli cartigli con il nome di Tutankhamon, per Davis non ci sono dubbi, si tratta della Regina Tye.
Di tutt’altro avviso altri studiosi che ritengono invece trattarsi della sepoltura di Akhenaton qui traslato dalla sua tomba di Tell el-Amarna/Akhetaton a cura, forse, dello stesso Tutankhamon.
I vasi canopici, da cui pure sono stati asportati gli urei, sono di chiaro stile amarniano, e su un pannello di legno marcio Tye appare alle spalle di Akhenaton che adora Aton; sono inoltre presenti frammenti di mobilio che recano i nomi di Amenhotep III e della regina Tye.

La maschera d'oro del sarcofago, purtroppo molto malridotto per l’umidità, è stata intenzionalmente strappata e non rimane che il sopracciglio e una parte dell'occhio destro.

Per avere idea di quale scempio sia stato perpetrato (e non solo dai millenni), si consideri che, a tomba ormai vuota, Davis la fa visitare ad alcuni suoi ospiti che autorizza, per souvenir, ad asportare frammenti della foglia d'oro che, secondo un testimone, si trova sparsa nei locali e su cui, letteralmente, si cammina!

La mummia contenuta nel sarcofago è molto malridotta e viene ulteriormente danneggiata dallo stesso Davis che ne fa cadere i denti.
L'esame delle ossa cui la mummia viene sottoposta, in maniera molto empirica nel 1907, conferma, alla luce delle conoscenze dell'epoca, che si tratta proprio del corpo di una donna il che concorda, peraltro, con la posizione delle braccia(braccio sinistro poggiato sul petto, mentre l'altro è disteso lungo il fianco) .
Purtuttavia qualcosa non convince altri studiosi e la mummia viene trasferita all’Istituto di Medicina del Cairo dove il Dr. Smith dichiara trattarsi non di una donna, bensì di un uomo dell’apparente età di 23-25 anni: nonostante la diversità di età, considerando la presenza del suo nome all’interno della tomba, la mummia viene perciò assegnata, da Gaston Maspero, ad Akhenaton, giustificando così, peraltro, l’opera di danneggiamento cui la tomba ed il corpo sono stati sottoposti in epoca antica.

Ma la polemica non si placa e la cosa si complica ancor più quando Norman de Garis Davier, considerando che all’epoca della morte Akhenaton avrebbe dovuto avere almeno 30-35 anni, assegna invece la mummia a Smenkhara che, quale coreggente dell’”eretico” certamente ne seguì la sorte della “damnatio memoriae”.

Nel frattempo,a complicare ulteriormente le cose, sono state trafugate da un inserviente anche le fasce d’oro che stringevano le bende e non è più possibile alcun controllo neanche su quelle...

Si tenta, allora, di risalire all’identità della mummia tentando di ricostruire la storia delle suppellettili funebri, purtroppo estremamente danneggiate anche dai lavori di “recupero” e spesso non più restaurabili, e si “conclude”, perciò, che la tomba era originariamente stata preparata per Tye (il che giustificherebbe la presenza della cappella d’oro); dedicati ad Amenhotep IV, prima che cambiasse il proprio nome, sarebbero stati, invece, i vasi canopici, mentre il sarcofago era stato originariamente concepito per Nefertiti.

La posizione delle braccia, infine, potrebbe rientrare tra quelle "regole" imposte da Akhenaton secondo cui il faraone eretico sommerebbe in se i due principi sessuali, maschile e femminile, e quindi, da solo, simboleggerebbe la coppia reale.
Si obietta comunque che, come abbiamo sopra accennato, il cadavere sarebbe troppo giovane per essere quello di Akhenaton (nonostante la certezza di due dei più grandi studiosi di egittologia, Sir Alan Gardiner e Cyril Aldred) e pochi sembrano essere gli elementi a suffragio di tale ipotesi.

Considerando, invece, Smenkhara, si fa notare che tale personaggio avrebbe, negli ultimi anni, rivestito il ruolo simbolico della defunta (?) Nefertiti, ciò giustificherebbe anche la postura tipicamente femminile; purtuttavia, nessuna iscrizione viene a dare un qualsivolgia elemento di positività a questa ipotesi.

Ulteriori esami clinici cui la mummia venne sottoposta nel 1963 consentirebbero oggi definitivamente di chiarire, a meno di ulteriori sviluppi, che il corpo appartiene ad un maschio morto intorno ai 20 anni il che ha fatto dichiarare allo stesso Aldred (che, come sopra detto, si era espresso altrimenti) che si tratta senza alcun dubbio del corpo di Smenkhara.

Tuttavia il sarcofago, che ricorda come perfezione della fattura quello di Tutankhamon e del quale solo di recente è stato ultimato il restauro, ha continuato a suscitare dubbi; si ritiene infatti che fosse, comunque, destinato ad una donna, la stessa Tye, Nefertiti o la sposa secondaria di Akhenaton Kiya, o una delle figlie del Farone.
In quest’ultimo caso potrebbe trattarsi di Merytaton , forse moglie di Smenkhara, quindi adattato al corpo del Re.

Sempre sulla KV55, vedi anche:
Smenkhara KV55
Iscrizione relativa a Kiya nella KV55
SCAN CT sulla mummia KV55
Corredi e Sarcofagi della KV55
[SM=g999100]
[Modificato da Hotepibre 07/02/2014 13:09]
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EgiTToPhiLo/a
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Maestro degli Scribi
12/02/2014 21:26
 
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Proseguendo nella illustrazione dei reperti scritti della tomba KV55, prendo in esame quel che resta del sarcofago contenente la mummia.
Essendo in legno, è andato completamente perso, si è salvato in parte il rivestimento in oro, che poteva essere ben più consistente, se l’intervento di recupero e conservativo fosse stato fatto a regola d’arte.

Prima di tutto, due parole su G. Daressy che citerò spesso.

Georges Jules Émile Daressy (1864 - 1938 ), egittologo francese .
Ha lavorato dal 1887 al Museo Egizio del Cairo . Egli fu un importante scrittore del catalogo generale del museo. È stato coinvolto in scavi nella Valle dei Re , a Medinet Habu , Karnak , Luxor , Malqata (Tebe Ovest) , presso il Palazzo di Amenhotep III e ad Abydos.
Ha collaborato con T. Devis al volume sulla tomba di Tiye (KV55) catalogando le scritte.

Il sarcofago si presenta presso il Museo del Cairo in questo Modo:


vista lato destro


Particolare


Lato sinistro



Non ho potuto verificare con certezza se le scritte sui due lati del sarcofago (che partono dalla testa) sono identiche.
Presumibilmente si, almeno da ciò che è visibile dalle immagini.




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EgiTToPhiLo/a
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Maestro degli Scribi
16/02/2014 22:02
 
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E’ preso qui in esame il testo inciso sulla base del coperchio del sarcofago.
È scritto su una lamina d’oro, che purtroppo è l’unica immagine a disposizione.
E’ molto scadente e non da la possibilità di vedere praticamente nulla.
Allego perciò il disegno, tratto da: “Nefertiti l’ultima dimora” di G.S.Busi.
Queste immagini sono già state inserite in un post di anni fa, ma ho ritenuto opportuno reinserirle per completare il quadro informativo.





Il testo è stato reso praticamente completo grazie alle versioni di Daressy e del disegno per i geroglifici, della traslitterazione da Frankh, e della traduzione italiana da Frankh e del Prof. Sesane.

Io, mi sono limitato alla impaginazione, all’ inserimento di una nota e di una parola (in rosso) per completare il tutto.

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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
20/02/2014 16:05
 
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Ho letto anch'io, più di una volta, il libro della Busi, e l'ho trovato molto interessante.
Sono d'accordo con le sue conclusioni, anche se il libro è un po' datato: per me il sarcofago è di Akhenaten, e la tomba il nascondiglio dove lo hanno trasferito.
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EgiTToPhiLo/a
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Maestro degli Scribi
20/02/2014 18:27
 
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Carissima, sono lieto attraverso questo intervento, di fare la tua conoscenza.
Come avrai visto, il mio punto di vista della tomba KV55, è improntato solo agli oggetti scritti. Non ho la competenza di entrare nel merito della storia delle successioni o ha chi appartiene un sepolcro. Lascio agli utenti del forum che vogliono intervenire questa “incombenza”.
Ti ringrazio perciò per l’intervento.

PS. Nel post del 24-1-2007 sulla KV55, hai accennato al testo delle bande contenuto nel libro della Busi (che io non possiedo) con queste parole:

Ci sono inoltre le traduzioni delle bande:
A) Il buon sovrano, immagine di Ra, il re dell'alto e basso Egitto, ...ecc
(segue testo B…C…D…ecc.)


di cui però io non trovo tracce di bande scritte da nessuna parte, tanto meno nel libro di Davis.

Ti chiedo lumi.

Grazie, …Nec.
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
20/02/2014 19:18
 
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La traduzione che hai riportato della base dei piedi del coperchio è identica a quella tradotta e pubblicata sul libro della Busi (pag. 88) del prof. Angelo Sesana. Per quanto riguarda le bande riporto quanto scritto dalla Busi (pag. 86):
"Le lamine d'oro delle bande a, b e c presentavano geroglifici intarsiati ed allocati su di esse; su quelle delle bande d ed e i segni erano stati incisi nel legno e la lamina era stata pressata su di essi, prendendone l'impronta; sul lato piedi f le iscrizioni erano state incise direttamente sul metallo prezioso con un arnese appuntito. Le parti iscritte portavano tracce di modifiche dei geroglifici; sulle bande del feretro le alterazioni si trovavano sia all'inizio che alla fine del testo, mentre la parte mediana risultava originale (e identica). Su tutte lo spazio che una volta aveva contenuto il cartiglio o i cartigli presumibilmente con il nome del re appariva vuoto: in pratica l'intero ovale era stato estirpato.
I segni geroglifici intarsiati delle prime tre bande erano stati tolti e sostituiti con altri incastrandoli nel gesso che era stato usato per riempire gli incavi lasciati dai primi. Nelle altre due bande i geroglifici erano stati modificati. Sul lato piedi le alterazioni erano sparse lungo tutto il testo e consistevano in abrasioni e sostituzioni di pezzi di lamina.
Le sostituzioni riguardavano principalmente le figure-determinativi (in questo caso con la funzione di pronomi suffissi) che erano stati originariamente femminili ma in seguito sostituiti con altri maschili e in alcuni casi frasi di importante rilievo e significato. Figuravano inoltre lunghi spazi vuoti, frutto di abrasioni, uno dei quali di lunghezza consistente. Va ora specificato quale fosse il contenuto delle iscrizioni che in un secondo tempo furono sostituite alle prime: la traduzione che verrà proposta sarà quella quasi unanimemente accettata."

Segue poi la descrizione delle bande che tu già conosci.

Per me è inequivocabile che le iscrizioni fossero state relative ad Akhenaten, e proprio per questo abrase, ma resta tutto ciò che non è stato cancellato a dimostrare che quanto ritrovato in quella tomba fosse del faraone.

Purtroppo non ricordo dove l'abbia letto (è passato troppo tempo) che qualcuno affermava che erano state ritrovare in Germania delle bande d'oro sottratte nella tomba, ma nessuno ne parlò più.
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EgiTToPhiLo/a
Scriba
Maestro degli Scribi
20/02/2014 21:43
 
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Se non ho capito male, correggimi se sbaglio, viene definita “bande” la scritta che corre orizzontalmente nella parte superiore del sarcofago.
Ora, dalla immagine, sembra una scritta continua che corre tutt’attorno al sarcofago.
Al momento della scoperta forse era scomposta in pezzi, da li la definizione bande.
A questo punto devo rivedere l’affermazione:

Non ho potuto verificare con certezza se le scritte sui due lati del sarcofago (che partono dalla testa) sono identiche.
Presumibilmente si, almeno da ciò che è visibile dalle immagini.


Retifico, affermando che le scritte sono diverse nei due lati.

Non posso purtroppo completare il testo per mancanza della scritta geroglifica mancante.
Per informazione quella postata qui, equivale al testo C che avevi postato nel 2007.

La confusione sulle “bande” deriva dal fatto che vengono definite così anche queste:



Che corrono sullo bordo in spessore del sarcofago.
Altra materia per portare confusione sono i cosiddetti “fogli” conservati al Metropolitan Museum. Tutto questo si trova scritto in inglese e per me genera altri dubbi.

Si parla di oggetti della KV55 finiti in via ufficiosa ad un museo Tedesco definiti di secondaria importanza:

….Riesumati ed esaminati di recente, tra di essi sarebbe stata trovata una sottile lamina d’oro appallottolata, la quale, una volta distesa, si sarebbe rivelata come uno dei cartigli asportati dalla bara della tomba KV55 a scopo dissacratorio (non per furto, altrimenti non sarebbe stata buttata via nella tomba stessa), non restava che leggere il nome: Smenkhkara……..
Cit. da: Horemeb – E.Moschetti

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EgiTToPhiLo/a
Suddito
21/02/2014 19:26
 
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Salute a tutti, intervengo nella discussione nella speranza di riuscire a fare un poco di chiarezza sul problema delle “bande “ o lamine d’oro. Bisogna premettere che nel corso degli anni una miriade di persone si sono interessate a questi oggetti, purtroppo ne è risultato un bailamme di pareri, interpretazioni, attribuzioni, ecc. ecc., che ha provocato una confusione tale da non capirci più niente.
Se ancora oggi siamo qui a scardinarci le meningi su questo argomento la responsabilità è dovuta in primis agli scavatori che non compresero in pieno, o sottovalutarono, il valore storico della scoperta e colpevolmente documentarono in maniera tanto approssimativa quanto superficiale il contenuto della tomba. Stupisce molto che uno studioso del calibro di Gaston Maspero (che era sul posto in quei giorni di gennaio del 1907) non imponesse la sua autorità e pretendesse una rigorosa documentazione dello scavo. Sembrava che tutti avessero una fretta dannata di concludere il lavoro, col risultato che nel breve giro di una quindicina di giorni la tomba era stata completamente svuotata ad eccezione di alcuni pannelli del sacello di Tiye.

Detto questo premetto che per il momento farò citazioni di autori ma senza riferimenti bibliografici. In seguito se sarà necessario posterò anche quelli.

Bisogna innanzitutto considerare che le cosiddette “bande” con iscrizioni e non, associate al feretro della KV55, erano di TRE tipi diversi.

1) Quelle realizzate specificamente per la mummia: cioè costituite da una sorta di “nastri” larghi circa sei centimetri che erano stati posizionati distanziati fra loro in modo che avvolgessero il corpo bendato (in parole povere come una sorta di nastro da “pacco”) che originariamente portavano inciso il nome di Akhenaton. E’ stato affermato (Aldred lo riporta ma né Weigall né Lindon Smith accennano a questo particolare) che queste furono spedite al Cairo con i resti della mummia stessa. Al loro arrivo al Museo furono messe in un cassetto del laboratorio di Elliot Smith, ma quel giorno stesso furono nientemeno che sottratte dal cassetto e in pratica RUBATE! E qui inizia la confusione, perché Weigall affermò di avere visto le lamine mesi dopo al laboratorio del Museo. Ma come è possibile se Elliot Smith disse che erano state rubate? La risposta sta nella probabilità che entrambi i funzionari fossero in buona fede e che facessero, semplicemente e inconsciamente, riferimento ad elementi diversi.
2) Quelle realizzate specificamente per la bara: cioè le vari iscrizioni a “banda” apposte sia sul coperchio sia sulla cassa della bara. Queste si presentano in maniera composita, vale a dire che erano state realizzate incidendo il legno per alloggiare incastonature in pietre dure raffiguranti geroglifici e decorate con un rivestimento di sottile lamina d’oro. Mentre il lato piedi (Banda F) di tutto il feretro era stato rivestito di sola lamina d’oro incisa con geroglifici. Anche per questi oggetti le vicissitudini furono molteplici, addirittura con implicazioni di natura legale internazionale che causarono una sorta di insabbiamento o depistaggio per la ricostruzione della storia (mi riferisco al fatto che per motivi “misteriosi”, il coperchio della bara restò al Cairo mentre la cassa finì in Germania.
3) Infine i cosiddetti fogli (“sheets”) d’oro. Vale a dire pezzi squadrati di lamina d’oro delle dimensioni approssimative di un foglio protocollo ma senza iscrizioni che erano stati utilizzati per rivestire l’interno sia del coperchio sia della cassa del feretro. In questo modo il corpo del defunto sarebbe stato isolato in una sorta di "capsula" d'oro e non a contatto diretto col legno. Oggi questi fogli si trovano in parte al Cairo e in parte al Metropolitan Museum di New York assieme a tutti i reperti della KV55 che Maspero donò a Davis come compenso per il ritrovamento, (ma negli Stati Uniti esistono degli altri reperti di piccole dimensioni che andarono all'asta e oggi si trovano in mani private).

Quella sepoltura (di carattere secondario è bene ricordare) non rimase tranquilla a lungo. Dopo la fine della XVIII/XIX Dinastia è possibile che il sepolcro fosse stato riaperto per cause accidentali nel corso dei lavori di realizzazione di un’altra tomba nelle vicinanze. Forse fu in quella occasione che constatato il contenuto i responsabili della necropoli cercarono di occultare per sempre il nome di Akhenaton (ancora considerato come un “eretico”) e la tomba richiusa. Poi il tempo fece il resto: da una lunga spaccatura presente sul soffitto della camera sepolcrale penetrò nel sepolcro dell’acqua piovana che percolò direttamente sul feretro che era sistemato su un cataletto (piedistallo) di legno in forma di leone. Il legno marcì facendo collassare la bara al suolo, questo provocò uno slittamento del coperchio e l’esposizione della mummia all’umidità. Dulcis in fundo sempre dal soffitto caddero dei blocchi di roccia che causarono ulteriori danni al feretro e al suo contenuto.
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
22/02/2014 11:11
 
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Grazie Claudio. La tua esposizione è stata chiarificatrice. Infatti le letture del ritrovamento e dei reperti di questa sfortunata tomba secondaria sono piene di imprecisioni e contraddizioni.
Anch'io mi meraviglio della superficialità di Maspero (molto meno di quella di Davis, che pensava solo al denaro e alla fama) ed anche la facilità con la quale hanno regalato letteralmente reperti ritrovati nel sito. Resta però aperto il mistero di quello che disse la direttrice del museo di Monaco. Sono state pubblicate le iscrizioni a cui lei fa riferimento?
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