Cito da Kareni:
E per quanto gli egizi stessi si fossero sforzati per dare un’idea di continuità, ciò è ormai ben chiaro ai nostri occhi.
non avrei potuto dirlo meglio, si sono proprio
sforzati per
dare l'idea della continuità, ma ormai noi non ci crediamo più, abbiamo scoperto quanto sia complicato il retroscena.
Si può ben dire che conosciamo meglio noi adesso, a distanza di 5000 anni, il passato del popolo egizio, di quanto non lo conoscessero loro stessi dopo qualche secolo.
il concetto è certamente precedente. Forse uno dei più antichi, sviluppatosi probabilmente, quantomeno in forma embrionale, al di fuori della valle del Nilo, quando l’area sahariana era ancora fertile. Qui è evidente l’essenza animistica e il substrato africano che permea tutta la “religione” egizia (termine improprio poiché moderno, Massimo Izzo me docuit :) )
Sono d'accordo, il concetto di ka è veramente antico, affonda nella notte del paleolitico africano(Massimo Izzo pure me docuit
)
Possiamo individuare (ma è un'ipotesi), nel momento in cui si riscontrano le prime tracce di pietismo verso i defunti l'origine del pensiero metafisico nell'uomo, se non sbaglio, nel libro di Natale Barca "Sovrani Predinastici Egizi", situato più di 100000 anni fa.
Che il pensiero animistico abbia provenienza centroafricana, almeno per quanto riguarda l'Egitto, sembra avallato da quanto successe poi, in fase di codificazione della scrittura, quando si assunse un toro (=ka) per indicare il ka e tutte le sillabe ka nei testi scritti.
Siccome la forza vitale è stata vista come un toro, probabilmente il popolo a cui appartiene questa tradizione ha un'economia legata allo sfruttamento dei bovini, siano essi selvatici o già domesticati.
Quindi escludiamo possa essere identificato con quelli del sud ovest asiatico e persino del delta del Nilo, per la loro vocazione integralmente pastorale, e rivolgiamo la nostra attenzione al popolo di
Nabta Playa, attivo dal 10000 al 5000 a.C. più o meno.