Già da un po’ di tempo ho deciso di leggere saggi sull’Egitto e temi correlati di archeologia e storia, perché attualmente sono il mio genere preferito, però ho scoperto di apprezzare molto anche i cataloghi delle mostre, quelli pieni di brevi saggi scritti da professori molto conosciuti e dai loro allievi, da famosi scienziati stranieri e da giovani emergenti di casa nostra, da specialisti delle varie branche dell’Egittologia e da tecnici di discipline diverse, chiamati per dare un contributo oggettivo.
Mi piace anche la parte in cui vengono descritti gli oggetti uno per uno, si apprendono cose applicabili all’analisi di tutti i reperti, regole valide, con l’aggiunta di una certa esperienza, per riconoscere certe caratteristiche anche quando verranno incontrate senza l’accompagnamento di alcuna spiegazione.
Invece non amo leggere i romanzi, soprattutto quelli “tutto d’un fiato”, perché finiscono troppo presto e quando sono troppi cominciano a diventare un oggetto di consumo, e secondo me la letteratura non deve prestarsi all’usa e getta.
Infatti, perfettamente coerente
con tutti i miei propositi,
mi sono appena comprata “Il Cimitero di Praga”, l’ultimo romanzo di Umberto Eco, e mi accingo a leggerlo…