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Sondaggio:: L'autore di un romanzo storico
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Contenuti di un romanzo storico

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2010 14:18
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
11/10/2010 16:27
 
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Fino a che punto l'autore deve essere preparato?
In più di un'occasione ci siamo trovati a dibattere su questo argomento, quindi ho pensato di proporre un sondaggio per un'analisi più ponderata dei nostri relativi punti di vista.
Mi riferisco a questo:

Per definizione, con "Romanzo" si intende un "componimento letterario in prosa di una certa ampiezza che narra una vicenda in tutto o in parte immaginaria". Si tratta però di un "genere" che vanta un certo numero di varianti, tra le quali è contemplata quella che ci interessa più da vicino: il "romanzo storico".

A sua volta, però, il romanzo storico può essere tale, ovvero propriamente detto, oppure può rientrare tra i "romanzi ad ambientazione storica".
Per quanto la differenza tra i due generi possa sembrare, di primo achito, assai sensibile, in realtà i due si distinguono in modo netto. Ciò che hanno in comune è che entrambi si svolgono in un'epoca storica ben definita e lontana dall'epoca in cui vive l'autore.
Parlando del primo, dovremmo però più propriamente definirlo "un’opera che narra in forma romanzata alcune vicende biografiche di uno o più personaggi realmente esistiti" e, in quanto tale, narra di eventi in modo attinente al vero. Il Romanzo di ambientazione storica, invece ha "le caratteristiche fondamentali dell’epoca prescelta dall’autore, ma i personaggi che lo popolano sono di pura invenzione".

In tempi moderni, purtroppo, questa distinzione è ampiamente passata in secondo piano, ragion per cui quando si parla di "romanzo storico" si tende ad abbracciare entrambe le varianti.
I primi a commettere una tale "leggerezza" sono proprio gli editori, i quali non si danno la pena di operare dichiaratemente distinzioni, compromettendo contenuti ed esiti dell'impegno profuso dall'autore, accendendo gli animi dei lettori preparati che, invece, ne tengono debito conto.
Sempre più ci si trova in balìa di una certa confusione, dettata dal fatto che ci si prende la libertà di curare in modo assai superficiale un dettaglio che invece influirà in modo determinante sulla critica di un'opera. Ed ecco che ci si imbatte in scritti che non solo sono ambientati in un'epoca storica ben definita, ma che propongono vicende di personaggi realmente esistiti, sui quali l'autore si prende la libertà di "fantasticare". Sostanzialmente ci troviamo al cospetto di un genere nuovo, a sè, che però nessuno si è dato la pena di categorizzare.

Il risultato è principalmente questo: il confine tra reale e fantastico viene meno, alimentando la confusione e incrementando il numero dei malinformati.

A chi attribuirne la reale responsabilità? Agli Editori che hanno la priorità delle tirature e degli incassi, o all'Autore, che in quanto "creatore dell'opera letteraria", si assume, in prima persona, il dovere di divulgare?
[Modificato da -Kiya- 11/10/2010 16:35]
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Colei/Colui che siede alla
destra della Sacerdotessa
Scriba Reale

- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
11/10/2010 17:11
 
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Ho votato l'opzione 3 perchè sono consapevole che in un romanzo storico, che si svolge in epoche molto precedenti alla nostra, pur essendo lo scrittore preparato e studioso del periodo, deve per forza di cose inventarsi situazioni per riempire centinaia di pagine.
Ho sempre detto che basterebbe evitare di usare nomi di personaggi storici realmente vissuti quando di loro si conosce poco o niente, a meno che l'autore abbia la necessaria modestia di evidenziare, prima dell'inizio del romanzo, che certi avvenimenti sono solo il frutto della sia fantasia e non comprovati storicamente.
Così come ha fatto Giuseppe Esposito.
In caso contrario si scrive un romanzo ad ambientazione storica, con nomi inventati, e con i quali lo scrittore può scatenare completamente la sua fantasia, tenendo però presente la realtà e l'ambientazione di allora.
Non come ha scritto l'autore di Nefertiti che ci racconta che gli egizi si recavano al ristorante e chiedevano la listi dei vini, oppure che attraversavano il Nilo grazie ad una galleria scavata sotto all'alveo.
Il responsabile primario è sicuramente l'autore. All'editore interessa vendere, non sta certo a censurare imprecisioni o bufale storiche.
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
11/10/2010 17:27
 
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Inviterei tutti coloro che hanno votato, e che voteranno, a non limitarsi semplicemente ad esprimere il giudizio tramite votazione, ma anche a motivarlo brevemente qui a seguire, per una migliore comprensione della posizione assunta.

Grazie
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Scriba
11/10/2010 22:19
 
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Premesso che non sono appassionata di questo genere letterario, ho optato per la risposta n.3.
Secondo me nell'ambito della narrativa qualche sfondone storico ci può stare, purchè messo bene in evidenza;ciò a beneficio di coloro che pur essendo affascinati da una certa epoca non sono particolarmente eruditi e possono essere portati facilmente "fuori pista".
Purtroppo gli autori che hanno l'onestà di evidenziare i passaggi in cui hanno lavorato un po' troppo di fantasia sono pochi; credo però che la colpa sia da addebitare soprattutto agli editori, che - com'è logico -pensano essenzialmente al profitto.
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Scriba Reale
La Divina Cantatrice
- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
12/10/2010 00:27
 
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Dovrei dare due voti e non è possibile, quindi spiegherò la mia posizione.
Credo che l'autore di un romanzo storico che veste i suoi personaggi di nomi reali debba avere una preparazione adeguata ed una ottima conoscenza dei luoghi e contesti nei quali essi si muovono e permettere alla sua penna solamente di "romanzare" o meglio fantasticare sul loro privato e fino a quando questo non pregiudica la corretta lettura storica dei fatti. Con questa premessa voterei il primo punto del sondaggio.
Se i nomi sono di fantasia e affatto riconducibili a quelli veri, l'autore, penso io, potrebbe avere una buona preparazione storica e concedersi qualche licenza letteraria in più che comunque, vista la preparazione, non altererà in modo eclatante i fatti veri. Così voterei per il numero 3.

Non amo il genere "romanzo" in nessun caso se non quando lo scritto è in grado di narrare la storia arricchendola di quelle emotività, proprie degli attori delle vicende raccontate, delle atmosfere che nascono intorno a loro e che le righe di un "saggio"non possono raccontare; la sensibilità dello scrittore di un romanzo restituisce la vita ai personaggi ma non dovrebbe cambiare i fatti e confondere il lettore.

Alla fine ho votato 1.
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Post: 781
Post: 781
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
TA makA nen ka neKet
12/10/2010 14:38
 
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Premetto che preferisco un buon romanzo di Christian Jacq ad un saggio di Franco Cimmino.
Io sono un egittomane del lunedì e certi modi di trattare l'argomento Egitto lo trovo un pò pesante.
Nel romanzo di Ramses Jacq ipotizza di un fratello maggiore che tenta in tutti i modi di eliminare il figlio prediletto di Seti I ma morirà schiacciato sotto il colosso crollato ad Abu Simbel a cui seguirà damnatio memoriae. La maggior parte dei figli di Ramses non sono genetici ma adottivi. Mosè è un suo carissimo amico di infanzia.
E' ovvio che è frutto della fantasia dell' autore come è ovvio che lo siano tutti i dialoghi, il fidanzamento con Nefertari, il rapporto amichevole con lo scriba Ameni. Per quanto riguarda i fatti storici comprovati mi sembra che rispecchi la realtà (certo, la battaglia di Qadesh è nella "versione" egizia), gli utensili, i cibi, gli usi e costumi sono quelli dell'epoca e ti fanno sentire parte di quell'ambiente. Attenersi strettamente ai fatti senza alcuna divagazione renderebbe il tutto un pò pesante e monotono. (non me ne vogliano i cimminiani).Naturalmente c'è un limite, Philipp Vandenberg e Nick Drake l'hanno oltrepassato
Quindi ho votato 3
12/10/2010 14:42
 
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Sono stato incerto fino all'ultimo... ma alla fine ho votato la terza opzione.
Penso che se si vuole scrivere un romanzo storico non si debba dare libero spazio alla fantasia. O meglio, sì, però nei dovuti limiti. Voglio dire: la ricostruzione dei periodi storici, dell'ambientazione dev'essere quantomeno realistica, o perlomeno abbastanza attinente alla realtà. Poi i nomi, uno li può anche inventare, però non mi sembra corretto che i personaggi si muovano all'interno di un villaggio, o di una città con fattezze differenti da quello che erano realmente
[Modificato da Hatshepsut76 12/10/2010 14:43]
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Post: 1.148
Registrato il: 21/06/2009
Scriba
12/10/2010 15:47
 
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Giudizio speculare a quello di Francis
neferneferure
[Non Registrato]
Viandante
12/10/2010 16:16
 
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Per anni ho adorato i romanzi perchè mi facevano sognare, poi..con l'età la mia preferenza
è andata sempre di più al vero, al concreto, amo le biografie e quando il racconto è
invenzione desidero però che l'ambientazione storica sia il più possibile aderente alla
realtà. Per questo la mia preferenza va al voto 1.
Chiedo a Kiya una cortesia: nel PC dal quale scrivo non mi è possibile votare (non me lo
prende..) lo puoi fare tu per me? Te ne sono grata.



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Post: 820
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Artista del Re
- MerytMaat SitenAton -
12/10/2010 16:58
 
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Dedico EgiTToPhiLìa a colui che ha saputo insegnarmi che cos'è l'umiltà, senza parole, ma coi gesti e con l'esempio quotidiano.
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