| | | OFFLINE | | | Post: 32 Post: 32 | Registrato il: 22/05/2021 | EgiTToPhiLo/a | Suddito | |
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14/06/2021 18:22 | |
Horemhat, 14/06/2021 17:33:
Io credo che la guerra crei sofferenza, non quantificabile sull’unica base del numero dei morti (peraltro anche la popolazione nell’antichità era meno numerosa dunque andrebbe, casomai fatta una proporzione). Credo che in tutte le epoche perdere un soldato sia un dramma per le famiglie, che si tratti di Qadesh, Waterloo o Nassiriya (dove sono morti “solo” 25 soldati italiani). Come ho già detto il ricorso alla violenza è talvolta necessario di fronte a minacce esterne, anche potenziali; posso arrivare anche a capire un attacco per la conquista di risorse naturali ritenute essenziali (in fondo si parla di un mondo estremamente diverso dal nostro, anche come mentalità). Mi risulta, però, inconcepibile un attacco come strategia di cameratismo ed unità nazionale. Credo che l’Egitto fosse una terra ricca e facesse gola a molti popoli confinanti, un re dopo aver unito il paese ne deve assicurarne i confini, altrimenti il suo regno sarà molto breve. L’aggregazione di un popolo dopo una guerra può essere una conseguenza della stessa, non lo scopo che porta a dichiararla.
Forse non mi sono spiegato bene. Non ho mai detto che lo scopo principale di una guerra è quello di creare l'unità nazionale, ma ne può essere un effetto collaterale. Ho fatto l'esempio delle guerre persiane: l'obiettivo principale era scacciare i persiani dalla Grecia, ma come effetto secondario ebbe la capacità di unire le polis greche come mai fatto prima e neanche dopo. Anche l'indipendenza delle colonie americane era contro il dominio inglese, ma l'effetto secondario fu quello di unire le colonie (con economie e società ben diverse tra loro). Colonie che 70 anni dopo avrebbero cercato di annientarsi a vicenda durante la guerra civile.
Quindi visto che gli egizi avevano dei motivi per fare le guerre (difendersi dalle invasioni straniere o conquistare territori per avere più materie prime) una guerra sarebbe stata più funzionale di una piramide ad unire un popolo.
La costruzione dei monumenti non comincia con Djoser, già nella prima dinastia si costruiscono le mastabe, questo potrebbe confermare che fino dall’inizio della sua storia i re d’Egitto abbiano coinvolto la popolazione nella costruzione di grandi monumenti a scopo aggregante.
Sono andato a vedere le dimensioni delle tombe della prima dinastia: www.narmer.pl/groby/qaab_en.htm
Si vede che le dimensioni sono infinitamente più piccole delle piramidi della IV dinastia, quindi non penso proprio che richiesero milioni di lavoratori per costruirle. A me sembrano semplici tombe di re, come ce ne sono tante nel mondo. Quindi che avessero uno scopo aggregante è tutto da dimostrare.
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