Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Gli Egizi estraevano pigmenti organici già 4000 anni fa.

Ultimo Aggiornamento: 12/08/2009 19:38
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
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S3t n m3't -
12/08/2009 17:06
 
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L'evoluzione raggiunta nell'analisi microscopica delle colorazioni permetterà agli studiosi di approfondire in merito alle origini della colorazione impiegata nell'arte dell'antico Egitto. Ciò ha già permesso di stabilire che le capacità chimiche e i processi necessari ad estrarre i pigmenti da piante o insetti, per creare solide colorazioni, sarebbero state note agli Egizi già più di 4000 anni fa. Le analisi precedenti si limitavano a confermare il loro impiego soltanto a partire dal 1200 a.C.

L'analisi dei pigmenti è stata un importante mezzo di identificazione, che ha permesso di studiare l'arte antica per decenni. L'applicazione della chimica può ora raccontare una storia molto più dettagliata a riguardo di quando, dove, come e, talvolta, anche da chi un oggetto è stato eseguito.
Più antico è il reperto, però, minore è la quantità di pigmenti di colore conservatasi. A complicare le cose va aggiunto che finora, in caso di coloranti organici, come quelli derivanti da piante e insetti, erano necessarie quantità elevate, campioni importanti, da sottoporre all'analisi; molto maggiori rispetto a quelli necessari a classificare pigmenti inorganici (minerali).

Prelevare campioni considerevoli di pigmento da una pittura o da una scultura e, quindi, sottoporli ad analisi era da ritenersi assolutamente fuori questione, in quanto avrebbe irrimediabilmente compromesso il reperto. Fino ad oggi, di conseguenza, molte opere provenienti dall'antichità hanno potuto conservare i loro segreti, proprio a causa dell'impiego di pigmenti di origine naturale.
Secondo un rapporto pubblicato da Scientific American, oggi è possibile eseguire tali analisi, senza correre il rischio di danneggiare anche i reperti più datati. Si può infatti ricorrere all'impiego di un laser per l'esecuzione di una microanalisi che, sfruttando nanoparticelle di argento, assorbe minuscole molecole di pigmento da sottoporre poi alle analisi più dettagliate.
L'impiego di questa tecnica ha permesso, ad esempio, di rivelare quello che è, finora, il più antico impiego di colorante organico: un colorante rosso naturale, estratto dalla robbia e utilizzato per decorare le antiche faretre in cuoio egizie, databili in un intervallo di tempo compreso tra il 2124 e il 1981 a.C.
Al risultato si è giunti prelevando quantità millesimali di pigmento, con sorpresa degli stessi studiosi, consci del fatto che con i metodi precedentemente impiegati sarebbe stato necessario prelevare un campione visibilmente più grande.
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Colei/Colui che siede alla
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Capo del Tesoro


- ShemsetRa -
Architetto Reale

12/08/2009 19:38
 
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Secondo me ne vedremo delle belle!
Un popolo così attratto dalle acconciature, erede di culture a loro volta solite praticare il trucco rituale da tempi immemorabili, devono aver scoperto le tinture organiche molto prima di quanto sia, per ora, possibile provare.

Ma i pigmenti colorati derivati dalla macinazione delle pietre sono molto più stabili rispetto a quelli naturali, facilmente deperibili oltre ad essere difficilmente analizzabili.
Inoltre, la durata del colore divenne un problema solo da quando venne usato per colorare oggetti destinati a durare, se non per l'eternità (pitture tombali) almeno per molto tempo (stoffe ad uso del sovrano, scrittura), mentre prima, per le acconciature, era richiesto durasse solo il tempo del rito, quindi a maggior ragione, il pigmento organico poteva essere proficuamente utilizzato.
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