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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Tushratta, Re dei Mitanni

Ultimo Aggiornamento: 22/05/2009 12:55
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15/05/2009 12:05
 
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Riporto dall’Enciclopedia storica Feltrinelli

Pag. 21

«[…] Mitanni, in preda a gravi scissioni interne dopo la morte di Shutarna e l’assassinio del successore, era governata da un re ancora fanciullo, Tushratta. […]»

Pag. 127
«[…] Dopo la morte di Shutarna, il successore fu assassinato, e salì al trono il fratello ancora minorenne di questi, Tushratta. […]»

«[…] Un testo di Shuppiluliumas nomina accanto a Tushratta, re di Mitanni, con cui era in conflitto armato, anche Artatama, re del paese dei Khurriti, che egli poteva guadagnare alla sua causa stipulando un trattato. […]. Qui, nell’opposizione del nemico Mitanni e dell’alleato Khurri, sembrerebbe ovvio che si trattasse di due Stati diversi, ma è più verosimile forse che si tratti di un conflitto dinastico risultante dall’ascesa al trono di Tushratta, conflitto che Shuppiluliumash intendeva sfruttare politicamente appoggiando il pretendente in primo momento più debole. […].»



Fra le 382 lettere cuneiformi scoperte in Egitto nel sito di Akhetaton sono state trovate alcune lettere indirizzate da Tushratta ad Amenhotep III, Tiye e Akhenaton


EA 17
A Nibmuaria (Amenhotep III – Nebmmatra), re dell’Egitto, mio fratello, così parla Tushratta, re di Mitanni, tuo fratello. Io sto bene. Spero sia così anche per te, per Kelu Heba (Gilu Heba), mia sorella, per le tue mogli, i tuoi figli, i tuoi guerrieri, i tuoi cavalli e i tuoi carri e infine la tua terra.
Quando io salii sul trono di mio padre, io ero ancora giovane e Tuhi imperversava sulla mia terra e uccideva i miei signori. E allora egli non si comporto bene con me, né coloro che mi dovevano essere amici. Io comunque, a causa di questi comportamenti scorretti, fui costretto a uccidere prontamente gli assassini di mio fratello Artashumara.
Grazie alla tua amicizia con mio padre, io ti scrivo, così che mio fratello possa udire. Mio padre ti amava e tu amavi mio padre ancora di più. Mio padre ti ha inviato mia sorella. Chi altro si è comportato con mio padre come hai fatto tu? Lo scorso anno le genti fedeli a mio fratello si allearono con Hatti. Quando i nemici penetrarono nelle mie terre, Teshub, il mio Signore,entrò nelle mie terre e li distrusse. Nessuno di loro ritornò alle proprie case.
Ti ho inviato parte del bottino di guerra: un carro, due cavalli e due prigionieri (maschio e femmina). Ti ho inviato inoltre, come omaggio personale per mio fratello, cinque carri e cinque coppie di cavalli. Ho inviato, infine, come omaggio a mia sorella Kelu-Heba, una set di spille d’oro, un set di orecchini d’oro, un idolo d’oro e un contenitore di olio profumato.
Ulteriore frase di convenevoli.

La lettera sembra dunque scritta alcuni anni dopo l’incoronazione al trono di Tushratta, forse fra il 15 e 20 anno di regno di Amenhotep III.

EA 23
A Nimmuaria, re dell’Egitto, mio fratello che amo e che ricambia il mio amore. Così parla Tushratta, che ti ama, tuo suocero. Ogni cosa va bene per me. Così spero per te, la tua casa, Tadu-Heba, mia figlia, tua moglie, che tu ami. Possa essere tutto bene per le tue mogli, i tuoi figli, i tuoi cortigiani, i tuoi carri, i tuoi cavalli, i tuoi soldati, il tuo paese e ogni cosa ti appartenga. Possa ogni cosa essere a te favorevole!

Così parlò Shauskha di Nineveh (la dea Ishtar): io desidero andare in Egitto, la terra che amo, e quindi ritornare qui.
Quindi io ti invio questa lettera e Lei. Quando ai tempi di mio padre Lei andò nel tuo paese, e così come in alter occasioni, Lei fu onorata. Possa mio fratello onorarLa ora dieci volte più delle altre volte. Possa tu lasciarla andare quando Lei lo vorrà, così che Lei possa ritornare. Possa Shauskha, Signora del cielo, proteggere noi due per centomila anni e possa la tua Regina recare a entrambi grande gioia e possa trattare gli altri come amici. …

Questa lettera fu protocollata nel 36° anno di regno di Amenhotep III, quando il re si trovava nella città meridionale di Per Hai. Da essa si ricava che il matrimonio fra Amenhotep III e Tadu Heba era precedente e che Tushratta si proclamava ormai suocero di Amenhotep III.

EA26
A Tiye, Signora dell’Egitto.
Così parla Tushratta, re di Mitanni.
Tutto va bene per me. Possa ogni cosa star ben anche per te. Possa ogni cosa andar bene anche per la tua casa, per i tuoi figli, per i tuoi soldati e per ogni altra cosa ti appartenga.
Tu sei la sola che conosca quanto io sia stato amico di Mimmuriya (Nimmuaria), tuo marito, e come Mimmuriya, tuo marito, sia sempre stato mio amico. Le cose che scrissi a tuo marito e quelle che egli mi scrisse sono ben note a te, Keliya and Mane. Ma sei tu che conosce meglio di qualsiasi altro ciò che io ho detto.
Tu dovresti continuare a mandarmi le tue gioiose ambasciate. Non eliminarle. I non dimenticherò l’amicizia per Mimmuriya, tuo marito. In questo momento e più di sempre l’amicizia per tuo figlio Napkhuria (Akhenaton Neferkheperura) è decuplicata.
Tu sei la sola che conosce le parole di Mimmuriya, tuo marito, ma tu non mi hai ancora inviato gli omaggi che tuo marito aveva ordinato di inviarmi. Io avevo chiesto a tuo marito statue di oro zecchino, ma tuo figlio ha inviato statue di legno dorato. Visto che l’oro è abbondante nella terra di tuo figlio, quali sono state le ragioni per questo dolore, che tuo figlio non doveva darmi?

E’ una lettera scritta da Tushratta dopo la morte di Amenhotep III, per pregare Tiye di intercedere su suo figlio Akhenaton per il rispetto delle promesse fatte dal padre.

Ea….

A Napkhuria (Akhenaton Neferkheperura), re dell’Egitto, mio fratello, mio genero, che mi ama che io amo, così parla Tushratta, re di Mitanni, tuo suocero, che ti ama, tuo fratello.
Io sto bene. Possa essere così anche per te, per Tiye, tua madre, Signora dell’Egitto, per Tadu Heba, mia figlia, tua moglie, per le tue altre mogli, per i tuoi figli, per i tuoi cortigiani, per i tuoi carri, per i tuoi cavalli, per i tuoi soldati, per il tuo paese e ogni altra cosa ti appartenga. Possano tutti loro godere di eccellente salute.

Tushratta si rivolge direttamente ad Akhenaton. Egli rende omaggio prima alla regina madre Tiye e quindi alla regina Tadu Heba. Non si parla di Nefertiti per cui o costei è compresa fra le altre moglie o cosa più probabile Tadu Heba e Nefertiti sono la stessa persona.
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18/05/2009 09:31
 
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L'ultima lettera è il cuore del problema. E' la n. 27, ma la numerazione risente quasi sicuramente di un errore fatto dagli Egittologi.
Essa è infatti protocollata nell'anno 2 di Amenhotep IV, quando il sovrano si trovava a Waset / Tebe.
Contradistinguerla col n. 27 significa non ammettere la coreggenza fra Amenhotep III e IV, in quanto la 26, indirizzata a Tiye, è chiaramente posteriore alla morte di Amenhotep III.
Nel caso di coreggenza essa è chiaramente riferita al suo 2° anno, quando tutti e due i faraoni vivevano a Waset.
Data la lentezza delle Poste è dunque evidente che si tratta di una conferma del matrimonio di Tadu Heba con Amenhotep IV.
Tushratta usa ancora il nome mitannico della figlia e non accenna ad un'altra sposa reale importante come Nefertiti. Accenna a possibili altre spose, ipotizzando forse che anche Amenhotep IV avesse l'harem pieno di concubine.
Nella lettera n. 26 Tushratta non parla di nuovo sovrano, né esiste una lettera in cui il re di Mitanni faccia gli auguri ad Amenhotep IV.
Egli assicura Tiye dice ora, dopo la morte del marito, la sua amicizia verso Akhenaton è decuplicata.
Egli spera ancora in un appoggio militare dell'Egitto in difesa degli Ittiti, ma quest'appoggio non potè essere dato nel giusto modo e Tushratta, quasi sicuramente fu ucciso poco tempo dopo, a causa di intrighi di palazzo.


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18/05/2009 22:14
 
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Re:
antonio crasto, 18/05/2009 9.31:

L'ultima lettera è il cuore del problema. E' la n. 27, ma la numerazione risente quasi sicuramente di un errore fatto dagli Egittologi.
Essa è infatti protocollata nell'anno 2 di Amenhotep IV, quando il sovrano si trovava a Waset / Tebe.
Contradistinguerla col n. 27 significa non ammettere la coreggenza fra Amenhotep III e IV, in quanto la 26, indirizzata a Tiye, è chiaramente posteriore alla morte di Amenhotep III.
Nel caso di coreggenza essa è chiaramente riferita al suo 2° anno, quando tutti e due i faraoni vivevano a Waset.





E' possibile esminare questo "errore degli egittologi" in modo inequivocabile ? Quale motivo induce gli egittologi a numerare due lettere da farle ritenere una successiva all'altra ?


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20/05/2009 09:59
 
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In merito alla EA 26 e 27 riporto quanto asserisce A. Gardiner “La civiltà egizia” pag. 196:

«[…] La lettera alla regina Tiye lascia chiaramente intendere che il nuovo re salì al trono dopo la morte del padre, e lo stesso afferma in modo ancor più esplicito una lettera al giovane sovrano del monarca hittita Suppiluliumas. Perciò la tanto dibattuta coreggenza dev’essere frutto di un’errata interpretazione. In una lettera, probabilmente la prima indirizzata da Tushratta a Napkhuria (così è reso in caratteri cuneiformi il prenome di Amenophis IV, Neferkheprure), una postilla ieratica porta la data dell’anno 2 e conferma che la corte risiedeva ancora nella Tebe occidentale. Da essa apprendiamo, fra l’altro, che i doveri coniugali di Tadukhipa erano ora passati da padre al figlio, e qualcuno ha supposto che questa principessa non fosse altri che la bella Nefertiti, ben nota ai nostri contemporanei attraverso la meravigliosa testa scolpita e dipinta del museo di Berlino. A questa ipotesi si oppone, però, il fatto che Nefertiti aveva una sorella in Egitto, e che Tey, moglie dell’anziano funzionario Ay poi divenuto re, sosteneva di essere stata la sua nutrice. […].»


Ho trovato un commento alla EA 27 anche sul libro “Toutankhamon” della Noblecourt. In esso si dice:

«[…] Jusqu’à présent on avait admis que la suscription hiératique, tracée sur la tranche de la tablette au moment où elle avait été consignée dans les archives de Pharaoh à Malgatta, son palais à l’ouvest de Thèbes, était datée de l’an 12. Pourtant, le premier chiffre de cette date était reconstitué dans une lacune provoquée par une détErioration du texte. Il est question, maintenant, de ne plus restituer un signe dont on doute. Ce sarait alors en l’an 2 que cette lettre serait arrivée auprès d’Aménophis IV-Akhenaton, séjournant dans la capitale de son père, peu après le funérailles de ce dernier, funérailles auxquelles il semble être fait allusion dans la missive.[…].»


E’ dunque possibile che Egittologi di chiara fama abbiano commesso degli errori di valutazione.

Per quanto riguarda la EA 26 non è vero che si parla di salita al trono di Amenhotep IV dopo la morte del padre. Si dice semplicemente che, dopo la morte del padre, l’amicizia di Tushratta verso Napkhuria sarà decuplicata.

L’unica obiezione proposta da Gardiner contro la coincidenza di Tadu Heba e Nefertiti è inconsistente. E’ evidente che Tey ebbe l’importante incarico di “nutrire” Tadu Heba della cultura egizia. Una giovane principessa di Mitanni avrebbe avuto bisogno di imparare lingua, religione e modo di vivere. Tey era una delle nobili più importanti e nel caso di eguaglianza Tuia – Tey era addirittura la madre della regina Tiye.

In merito al protocollo della EA 27 mi sembra che voler aggiungere il geroglifico della decina, così da portare il passaggio di Tadu Heba all’harem di Akhenaton intorno al 10-12° anno di coreggenza, sia opera di fantaarcheologia. Non sono esperto di scrittura ieratica, ma mi sembra inequivocabile che si parla dell’anno 2 di Amenhotep IV. Il fatto che la tavoletta fu trovata a Malgatta è chiaramente spiegato col trasferimento della reggia da Waset a Malgatta intorno all’anno 27-30 di Amenhotep III, probabile data d’inizio della coreggenza, e con la permanenza di Amenhotep IV in questa località per i primi 5 anni di coreggenza.

Ritengo sempre più probabile che Tadu Heba sia stata inviata a Amenhotep III in corrispondenza del suo 27° anno di regno e che il suo matrimonio con l’anziano re sia durato alcuni anni, forse fino al giubileo del 30° anno.
Insieme alla coreggenza con Amenhotep IV, il vecchio re avrebbe allora deciso di essere divinizzato in terra. Egli edificò così una reggia nella Waset occidentale, quella dedicata alle sepolture e ai templi dei milioni di anni. Abbandonò così le gioie terrene, chiuse l’harem e cedette Tadu Heba / Nefertiti ad Amenhotep IV.
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21/05/2009 18:47
 
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L'errore a cui ti riferisci, presumibilmente commesso dagli egittologi, quale sarebbe, nello specifico?
L'interpretazione della data, apposta in ieratico o la numerazione della lettera come EA27?

Personalmente ho sempre voluto credere all'ipotesi di una coreggenza lunga, ma più approfondisco a riguardo dell'epoca, più mi ricredo in proposito. A questo punto, lo confesso, ne metto addirittura in dubbio l'esistenza.

Se Amenhotep IV si trovava a Waset, la lettera non può risalire al suo XII anno di Regno. A quell'epoca la corte si trovava ad Akhetaton già da circa 6 anni. Quindi l'anno II mi pare attendibile.

Anche l'ordine cronologico sembrerebbe corretto. La lettera EA26 è rivolta a Teie, vedova del Re e madre del suo successore, Amenhotep IV, che Tushratta cerca di ingraziarsi attraverso la Regina.

Tushratta non accenna ad un'altra Sposa di Amenhotep IV, perchè probabilmente ancora non c'era.
ThaduKipa passò di padre in figlio, proprio per rendere il nuovo sovrano degno del titolo "toro possente". Probabilmente, in un primo tempo fu lei la Grande Sposa Reale, spodestata successivamente da Nefertiti, in onore della quale venne rimossa ogni traccia del titolo riferito alla precedente.
Almeno è, questa, un'ipotesi che va tenuta in considerazione.
Il matrimonio tra Amenhotep IV e Nefertiti ebbe luogo più avanti, presumibilmente intorno al suo IV anno di Regno. Si ritiene che i rilievi rinvenuti nel Tempio di Karnak ne siano testimoni.

Non è possibile nemmeno affermare che non esistano, o meglio, non siano esistite, altre missive scritte da Tushratta e rivolte ad Amenhotep IV, antecedenti a quella di cui parliamo qui, nelle quali possano essere stati espressi auguri riferiti all'incoronazione del nuovo Re.
Molte tavolette andarono, infatti, distrutte prima che se ne comprendesse l'effettiva importanza.
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22/05/2009 08:33
 
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Anche Moran concorda, chiaramente, sul fatto che la EA27 fu indirizzata da Tushratta ad Amenhotep IV e fu scritta poco dopo la morte del padre.

L'ambiguità della lettura dell'etichetta in ieratico è data dal fatto che i segni che dovrebbero corrispondere al numero degli anni sono interpretabili duplicemente.
Mentre il secondo è chiaramente un "2", il primo da adito a dubbio, non riuscendo a comprendere con chiarezza se si tratta della cifra "1" o se invece è la lettera che termina la parola "anno".

Qualora la data sia effettivamente quella di "anno 2", l'ipotesi di coreggenza verrebbe meno o, al più, se ne potrebbe considerare una molto breve, che non superò i due anni. Se invece è reale la prima ipotesi, e fu riportato "anno 12", al contrario non si potrebbe che accettare una coreggenza lunga, protrattasi almeno per 10 anni.

Non è possibile tuttavia ottenere questi riscontri attraverso le lettere di Amarna, già profondamente analizzate in questa direzione. Per tentare di trovare una risposta a questo interrogativo, è necessario, quindi, verificare l'esistenza di prove certe, per un verso o per l'altro, in altri documenti coevi, egizi o non.
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22/05/2009 12:45
 
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Io ritengo che come dice Gardiner debba intendersi anno 2° di Amenhotep IV.
La lettera non parla della morte di Amenhotep III, per cui ritengo che si possa considerare il 2° anno di coreggenza.
E' pur vero che non porge i saluti al vecchio re, ma ritengo che ciò possa essere giustificato in qualche modo (forse questioni di protocollo).
Nel 2° anno di coreggenza Amenhotep IV si trovava ancora a Tebe e aveva quindi già sposato Tadu - Heba.
Tushratta parla di altre mogli, ma potrebbe essere una frase fatta, per lasciar spazio a possibili concubine.
Io ritengo che Nefertiti fu sposata proprio in occasione dell'incoronazione, per cui la soluzione più probabile, a mio parere, è che Amenhotep III abbia deciso, dopo il 1° giubileo di "abdicare", lasciare i poteri a Amenhotep IV e Tadu Heba / Nefertiti e ritirarsi nella regione dei morti e degli dèi. In pratica tenne la coreggenza ma si divinizzò in terra.
In caso di coreggenza lunga è dunque possibile che la EA 27 (32/33 anno) sia precedente alla EA 26, in cui Tushratta annuncia la "spedizione" della statua mircolosa di Ishtar (36° anno).


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22/05/2009 12:55
 
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Re:
antonio crasto, 22/05/2009 12.45:

Io ritengo che come dice Gardiner debba intendersi anno 2° di Amenhotep IV.
La lettera non parla della morte di Amenhotep III, per cui ritengo che si possa considerare il 2° anno di coreggenza.





In caso di coreggenza, si teneva computo degli anni di Regno del Re più anziano. Il conteggio, quindi non veniva modificato se non in seguito alla morte del medesimo. Soltanto da allora in poi, credo, il conteggio veniva rettificato con riferimento al Sovrano in essere, riferendosi agli anni complessivi.

L'unica possibilità che quella lettera sia riferita effettivamente al 2° anno di Regno di Akhenaton, in coreggenza con il padre, ancora in vita, è che quella nota in ieratico sia stata apposta in fase successiva, magari in seguito a verifiche atte a stabilire quali questioni potessero essere definitivamente archiviate e quali no.

In ogni caso, appare strano che Amenhotep III non fosse citato. Resto del parere che fosse deceduto poco prima.

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