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Dal Primo Periodo Intermedio alla fine del Medio Regno

Ultimo Aggiornamento: 19/02/2009 13:16
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
Colui che divenne Re
per onestà
19/02/2009 10:04
 
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Molto è stato scritto in questo forum sull'Antico Regno e sul Periodo Predinastico ma mi rendo conto che dalla fine della VI Dinastia all'inizio del Nuovo Regno nulla o poco è stato trattato.

Come per "Storia della XVIII Dinastia" reputo di far cosa gradita inserendo un post che, seppur in forma ridotta e riduttiva, possa dare un minimo di sequenza alla storia di questo periodo e stimolare le curiosità che animano la nosta passione.

Ciao, BATA.


DAL I PERIODO INTERMEDIO ALLA FINE DEL MEDIO REGNO


Al termine del lungo regno del re Pepi II, a cui successe l’effimero re Merenra e poi la regina Nitocris, intorno al 2.180 a.C., nel paese avvenne una rivoluzione
I nomarchi dell’Alto Egitto si resero indipendenti arrogandosi, ognuno per il territorio su cui governava, i diritti della corona e amministrando i nòmi con avidità e crudeltà.
I nòmi erano la suddivisione territoriale del regno di Kemet e, grossolanamente, potremmo considerarli come delle province o governatorati diretti dai nomarchi ovvero i governatori dei nòmi.
La rivolta popolare contro l’aristocrazia e quello che rimaneva del potere centrale assunse una violenza inaudita che, nonostante il silenzio dei documenti ufficiali, si riscontra in vari ammonimenti del periodo.
La principale di queste composizioni è “Ammonizioni di un Savio Egizio” che traccia un quadro sufficientemente completo della situazione: “Si va ad arare con lo scudo …….”, “Le leggi della Sala di Giustizia sono disperse ……”, “I figli dei nobili sono gettati nella via …….”.
A questa rivoluzione si aggiunse un’invasione di popolazioni asiatiche e negli scritti è riportato: “….dovunque i Beduini sostituiscono gli Egizi …..”, “…il paese è deserto, i nòmi sono devastati …”, “….il vile Asiatico occupa le officine del Delta ….”
Sono pure da far risalire a questo periodo opere letterarie di indubbio interesse intrise di un pessimismo generato dell’insicurezza dei tempi come: “Le parole di Ankhu”, “Il dialogo del disperato con la sua anima”, “L’insegnamento per Merikara” e “Il canto dell’arpista”.
Il malcontento popolare che diede inizio all’anarchia del Primo Periodo Intermedio infranse tutte le strutture sociali dell’Antico Regno.
La conseguenza che ebbe per la vita spirituale del popolo egizio fu incommensurabile, l’immortalità che fino ad allora era riservata al sovrano e ai pochi eletti da lui prescelti venne estesa a ogni egizio purché adempisse a determinate condizioni.
Inoltre se il rovesciamento della classe politica fu un atto transitorio, la democratizzazione delle credenze funerarie fu una costante per tutta la storia dell’antico Egitto.
Il risultato di questa rivoluzione fu quello che potremmo definire una sovrapposizione dinastica in uno stato spezzettato con una IX Dinastia al governo del Medio Egitto fino a Menfi, i nomarchi di Waset, gli Antef della XI Dinastia, in Alto Egitto, e una X Dinastia a capo del Basso Egitto e di tutto il Delta conquistato da Uakhra Khety dopo che riuscì a liberarsi degli asiatici.
Benché quest’ultimo nei suoi insegnamenti consigliasse suo figlio Merikara a lasciare in pace il meridione, attaccò e prese la città di This innescando una guerra con la dinastia degli Antef, causa anche della concomitante scomparsa della IX Dinastia, che proseguì per lungo tempo.
Bisognerà attendere Montuhotep II affinchè l’ultimo discendente della X Dinastia fosse sconfitto e si tornasse all’unificazione che diede inizio al Medio Regno.
Quando salì al trono dell’Alto Egitto Montuhotep II si trovò a regnare su un territorio che si estendeva dalla prima cataratta al X nomo dell’Alto Egitto.
E’ quindi possibile dedurre che nel nord del Paese regnava ancora la X Dinastia.
Inizialmente tra i due regni, si stabilì una pace armata, una sorta di tacito armistizio che crollò non appena una carestia che colpì il X nòmo dell’Alto Egitto fornì a questi l’occasione per ribellarsi e passare nelle file del re del Basso Egitto.
Montuhotep II mosse subito guerra e quasi senza colpo ferire conquistò Sauti, oggi Asyut, provocando in tal modo la caduta di Henen-Nesut, l’attuale Ihnasya el Medina, sede del governo del Basso Egitto, ponendo fine alla contrapposizione del Basso e Alto Egitto.
Ma l’autorità di Montuhotep II non era ancora riconosciuta in tutto il paese e gruppi di ribelli si nascondevano nelle oasi, in particolare il grosso degli oppositori si nascondeva nell’area dell’attuale oasi di Dakhla dove il sovrano andò a stanarli.
Bisognava inoltre che l’autorità sovrana fosse oltre che recepita, anche presente ed esercitasse le sue prerogative.
Montuhotep II confermò nelle loro cariche i nomarchi che si erano dimostrati fedeli e creò la carica di “Governatore del Nord” e altre cariche necessarie affinché, in uno stato fortemente burocratico come da sempre era quello di Kemet, tutto fosse sotto controllo.
Oltre a occuparsi delle riforme amministrative fu un grande costruttore continuando le opere di ricostruzione e ampliamento dei templi iniziate da Antef III e costruendone di nuovi e nuovi santuari.
La maggiore di queste opere fu il suo complesso funerario inserito nell’anfiteatro roccioso di Deir el Bahari.
S’impegnò anche militarmente per rafforzare le frontiere e impedire il ritorno degli asiatici da lui scacciati e inseguiti fino al fiume Litani. Tentò anche di ripristinare il dominio di Kemet sulla Nubia ma nonostante una campagna fortunata che lo portò fino al paese di Uauat, il risultato fu più un controllo territoriale armato fino alla seconda cataratta che non un’annessione vera e propria.
Dopo circa cinquanta anni di regno Montuhotep II muore lasciando il trono delle Due Terre al suo secondo figlio Montuhotep III che ereditò un paese organizzato nella sua struttura amministrativa e ricco per la buona gestione delle risorse.
Il successore era già anziano quando fu incoronato e, sembra, abbia governato per dodici anni.
Continuò nelle opere del padre e, a Deir el Bahari, iniziò a farsi costruire l’ultima dimora che, però, non portò a termine.
Militarmente intervenne per rafforzare le frontiere orientali del Delta erigendovi una serie di fortificazioni che si aggiunsero a quelle che aveva iniziato a costruire re Khety III della X Dinastia.
Montuhotep III intraprese con successo spedizioni verso sud aprendo una via tra la valle del Nilo e il Mar Rosso, lungo la quale vennero scavati dodici pozzi per assicurare la provvista d’acqua sul percorso diretto a un punto d’imbarco per la terra di Punt.
Alla sua morte la situazione interna non era delle migliori a causa di disordini innescati da un principio di carestia.
In questo clima salì al trono Montuhotep IV.
Di questo sovrano conosciamo ben poco e non è possibile escludere che si sia trattato di un usurpatore.
Le uniche opere degne di nota a lui ascritte sono un rafforzamento della pista carovaniera verso il Mar Rosso e la costruzione di un nuovo porto sulla costa, che sarà portato a termine da Amenemhat II.
La successione da Montuhotep IV ad Amenemhat, che avvenne senza soluzione di continuità nell’esercizio del potere e che diede inizio alla XII Dinastia, non fu però scevra da problemi.
La cosa conferma che verso la fine della XI Dinasia vi fu, seppur non ufficialmente riconosciuto, un periodo di coreggenza .
Almeno due pretendenti al trono furono i primi avversari del nuovo re, un certo Antef, come si può intuire dal suo nome un probabile discendente di un qualche ramo collaterale degli antichi sovrani fondatori della XI Dinastia, e un sovrano della Nubia certo Segerseni. Contro di loro Amenemhat dovette impegnarsi militarmente nei primi anni di regno sia per mantenere unito l’Egitto che per far accettare la propria regalità.
Amenemhat non era di origine tebana la sua famiglia proveniva dall’Alto Egitto.
Suo padre era un sacerdote di nome Sesostri, nome che verrà ripreso successivamente da tre sovrani di questa dinastia, sua madre si chiamava Nefret e sembra fosse originaria di Elefantina.
Come i sovrani dell’Antico Regno il nuovo re fece ricorso alla letteratura profetica per sottolineare il suo diritto al trono che altrimenti non avrebbe avuto alcuna legittimazione.
Il racconto è ambientato all’epoca di re Snefru e narra di un sacerdote di Bubasti che prevedeva l’avvento di un uomo proveniente dal sud che avrebbe salvato l’Egitto, quest’uomo si chiamava Ameny.
Seguendo la traccia di questo racconto, Amenemhat, fece costruire edifici sacri a Copto, Abido, Dendera, Menfi e Karnak, costruì anche un santuario nel Fayum per il dio coccodrillo Sobek.
Questo fu forse il primo atto ufficiale dell’interesse che i sovrani della XII Dinastia mostrarono per quella zona.
Contemporaneamente la capitale era stata spostata nei pressi di Ity-Taui, l’odierna Lisht.
La politica estera di Amenemhat si sviluppò sulle direttrici tradizionali ragion per cui la Nubia divenne una base permanente di forze egizie che dovevano garantire il transito delle vie carovaniere e lo sfruttamento delle miniere di diorite.
Parrebbe che la seconda delle due campagne intraprese al tal scopo sia stata affidata al figlio Sesostri il quale nel 20° anno di regno di Amenemhat fu associato al trono.
Le truppe di Kemet sconfissero definitivamente i beduini del Sinai che scorrazzavano lungo la frontiera orientale del Delta e al generale Nesumontu che le comandava venne data disposizione per la costituzione di una linea difensiva detta “Muro del Principe” e formata da una serie di forti.
L’esercito fu impegnato anche al rafforzamento della frontiera occidentale oggetto d’incursioni da parte di tribù libiche.
Fu durante una spedizione in questi luoghi che il principe Sesostri venne informato dell’assassinio del padre a seguito di una congiura di palazzo.
La morte del re è narrata in prima persona dal faraone stesso in un’opera letteraria che riprende lo stile propagandistico e conosciuta come “L’insegnamento di Amenemhat per il figlio Sesostri” fatta vergare dallo stesso Sesostri che, per ribadire la propria regalità, fa dire al padre: “….. tu porti la Corona Bianca del figlio del Dio.”
Il passaggio di poteri non fu tranquillo e ispirò anche il famoso “Racconto di Sinhue” uno degli scritti più conosciuti della letteratura dell’epoca.
E’ certo che le complicazioni di successione derivate dalla congiura di palazzo, detta anche “dell’harem”, ebbero vita breve.
L’esercito riorganizzato durante il regno di Amenemhat, che aveva reso obbligatoria la leva, fu utilizzato da Sesostri per rendere sicuro il paese sia all’interno che da incursione esterne.
La tranquillità e la prosperità segnarono i quasi quarantacinque anni di regno di questo re, anni in cui rifiorirono le arti, dalla scultura alla letteratura, l’economia prosperò e tutto l’Egitto fu percorso da un vero e proprio rinascimento.
Si diede inizio alla bonifica della zona del Fayum, una depressione che ospitava una grande palude alimentata dalle acque delle piene del Nilo che però vi stagnavano per tutto l’anno.
Sesostri diede notevole impulso ai viaggi e alle spedizioni militari frequentemente prendendovi parte in prima persona, spingendosi fino ai confini del regno di Kush, organizzando spedizioni commerciali in tutti i paesi confinanti e in particolar modo nella mitica terra di Punt.
Sesostri regnò in pace garantì la prosperità a tutti i suoi sudditi e associò al trono suo figlio Amenemhat II negli ultimi anni di regno.
Succedere a un padre come Sesostri non fu facile e dobbiamo rendere merito ad Amenhemat II del mantenimento dello status in cui ereditò il gravoso compito.
Nella politica interna seguì le orme del genitore e del nonno, riuscì a mantenere a freno le ambizioni dei nomarchi, promosse lo sviluppo agricolo impegnandosi, anche lui, nella bonifica del Fayum e nello sfruttamento di cave e miniere che pose sotto stretta sorveglianza di funzionari di palazzo.
In politica estera mantenne buoni rapporti commerciali e politici.
Sono attestate varie spedizioni militari per il mantenimento dei confini contro infiltrazioni nubiane e, a nord della terza cataratta, fece potenziare il centro fortificato di Buhen e ne costruì un secondo a Mirgissa.
Negli ultimi anni di governo, così come era ormai consuetudine per questa dinastia, chiamò accanto a sé suo figlio Sesostri II.
Le opere che ci tramandano il nome di questo sovrano, giunto a governare da solo ormai in età matura, non sono di origine guerriera. Sesostri II si recò nei paesi confinanti abbastanza spesso e visitò più volte la Nubia e il Sinai.
Fu iniziatore dei lavori per la costruzione di una diga a Illahun canalizzando il Bahr Yussuf, un corso d’acqua a cui si imputava la causa delle inondazioni che andavano ad alimentare le paludi del Fayum, indirizzandolo in un avvallamento dove formò il lago Qarun.
Sesostri II troncò con la tradizione che vedeva il re farsi affiancare dal figlio designato a essere il suo successore ma ciò non impedì che questi salisse al trono col nome di Sesostri III divenendo uno dei grandi re di questo periodo.
Risale al suo regno una delle rare registrazioni della levata eliaca di Soptu (Sirio) - un fenomeno astronomico ricorrente a intervalli regolari - indicata nel I anno, quarto mese di Peret, 16° giorno.
Si tratta quindi dell’anno 1872 a.C., riferimento fondamentale per la determinazione di numerose e rilevanti date della storia egizia.
Al suo insediamento si trovò ad affrontare il problema dei signori locali che in alcuni casi erano arrivati a detenere un potere non molto inferiore a quello del re.
Con coraggio ma non senza incontrare notevoli resistenze, Sesostri III abolì la carica di nomarca, all’epoca divenuta di fatto ereditaria, e i nòmi, le province in cui era suddiviso l’Egitto fino ad allora.
Ripartì tutto il territorio in tre ministeri: quello del Nord, quello del Sud e la “Testa del Sud” ovvero la Nubia ed Elefantina.
Questi ministeri, detti Uaret, rispondevano direttamente al vizir, ognuno era diretto da un funzionario incaricato affiancato da un assistente e un consiglio, detto Giagiat.
Contestualmente allo sviluppo della nuova amministrazione dello Stato si creò la necessità di interventi a sud della seconda cataratta dove bande di tribù nubiane avevano preso ad infiltrarsi nel territorio egizio minacciando le vie carovaniere.
Sesostri III intervenne militarmente e, per l’occasione, fece ripristinare ampliandolo, il canale fatto costruire da re Merenra facilitando il passaggio delle rapide presso Assuan.
Nel 19° anno di regno di Sesostri III le forze egizie raggiunsero per nave la seconda cataratta e occuparono il territorio.
Il forte fatto costruire nelle precedenti spedizioni a Semna venne trasformato in fortezza e nella tratta tra questo e il forte di Buhen vennero erette altre otto fortificazioni.
Oltre questi interventi presso i confini meridionali durante il regno di Sesostri III si rileva una sola altra campagna militare nella zona tra la Siria e la Palestina che condusse l’esercito di Kemet a scontrarsi con i popoli che occupavano l’area tra Sichem e il fiume Litani.
La politica estera di Sesostri III benché in gran parte supportata da azioni militari rese solida l’autorità dell’Egitto presso i popoli confinanti e il suo successore, Amenemhat III, dovette solo rafforzare le linee difensive a Semna e nel vicino oriente lungo il “Muro del Principe”.
Amenemhat III successe a suo padre senza che vi fosse coreggenza, non ebbe necessità d’impegnarsi in campagne militari il regno era pacifico e le frontiere erano state rese sicure.
L’impegno che assorbì maggiormente l’attenzione del re fu il completamento delle opere di bonifica del Fayum nelle quali si erano già cimentati, con relativo successo, i suoi predecessori.
Durante i suoi anni di regno si dedicò con passione al problema e, con un ben coordinato sistema di dighe, chiuse, sbarramenti, canali di drenaggio e irrigui, ampliò enormemente la superficie coltivabile della zona.
Ciò gli valse un culto che ebbe origine nella zona del Fayum e perdurò fino all’epoca romana.
Oltre all’attenzione verso l’agricoltura Amenemhat III fece erigere o restaurare numerosi templi
Grazie alla grande quantità di lavori intrapresi in tutto il regno vi fu un grande afflusso di manodopera asiatica.
Negli ultimi anni di regno associò al trono suo figlio Amenemhat IV peraltro anch’egli in età avanzata
Amenemhat IV proseguì le opere del padre nessuna spedizione militare gli è ascritta mentre sono certi rapporti diplomatici con i paesi confinanti
Alla sua morte gli successe la sorella Sobeknefrura.
Non esistono documentazioni di una sua associazione al trono del fratello ma fu un vero Horo femmina come testimonia la titolatura completa rinvenuta su un cilindro ora conservato al British Museum.
Sappiamo poco di questo faraone donna, si ritiene che a seguito di dissidi nella famiglia reale sia divenuta sposa del fratello e in seguito alla sua morte abbia regnato da sola.






Segue in:
“Storia della XVIII Dinastia”
Post
“Dagli Hyksos alla XVIII Dinastia”







BIBLIOGRAFIA

Alan GARDINER
La Civiltà Egizia
Ed. Einaudi Tascabili – 1971

Nicolas GRIMAL
Storia dell’Antico Egitto
Ed. Laterza – 1990

Franco CIMMINO
Dizionario delle Dinastie Faraoniche
Tascabili Bompiani – 2003

John BAINES – Jaromir MALEK
Atlante dell’Antico Egitto
Istituto Geografico De Agostini – 1992

Guy RACHET
Dizionario della Civiltà Egizia
Gremes Editore – 2002

Manfred CLAUSS
L’Antico Egitto
Newton & Compton Editori 2002

Cristiane DEROCHES NOBLECOURT
La Regina Misteriosa
Sperling & Kupfer Editori 2003

Christian JACQ
Le Donne dei Faraoni
Arnoldo Mondadori – 1997

Edda BRESCIANI
Grande Enciclopedia Illustrata dell’Antico Egitto
Istituto Geografico DE Agostani – 2005


Sophie DESPLANCQUES
L’Antico Egitto
Newton & Compton Editori 2006

Christian JACQ
L’Egitto dei Grandi Faraoni
Arnoldo Mondadori – 1998

Joyce TYLDESLEY
L’età d’Oro dell’Antico Egitto
Newton & Compton Editori 2003

John Antony WEST
Guida Insolita ai Misteri, alle Leggende e ai Luoghi Sacri dell’Antico Egitto
Newton & Compton Editori 2003

Giorgio P. PANINI
Il Grande Libro dell’Egitto
Arnoldo Mondadori – 2001
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Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
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19/02/2009 12:52
 
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Mi riservo di approfondire la lettura in serata, ma ci tenevo a ringraziare .Bata. per il notevole apporto.

Grazie Roberto!
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EgiTToPhiLo/a
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19/02/2009 12:55
 
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Mi associo nel ringraziare BATA.
C'è qualcosa su cui si può approfondire. In merito alla segnalazione della levata eliaca di Sirio relativa al regno di Sesostri III ho aperto un'altra discussione.
19/02/2009 13:14
 
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Grazie per questo approfondimento. Ho stampato il file per inserirlo poi assieme a tutti gli altri...
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

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S3t n m3't -
19/02/2009 13:16
 
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E' proprio questo lo spirito che speravo adottaste ;)

Pertanto, invito tutti gli Amici a seguire l'esempio di Antonio e a trarre spunti dall'introduzione di .Bata. per proporre nuove discussioni sul Periodo trattato.
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