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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Ultimo Aggiornamento: 03/11/2009 21:17
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

01/09/2009 00:20
 
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Certo Luca, ogni opera costa fatica, ma ne vale la pena no?
01/09/2009 00:47
 
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Kiya, non lo so se è finito, o meno... so solo che questo mi sta prendendo più di quanto avessi mai pensato! E' la prima volta che riesco a scrivere un racconto come si deve; ricordo che ci ho sempre provato da piccolo, ma senza mai alcun risultato! Come scrivevo a Franca, non ho intenzione di interromperlo qui (a meno che la fantasia non si esaurisca); le mie fonti di ispirazione sono state frasi buttate qua e là da amici/che; oppure frasi di film/telefilm, oppure frasi (oppure ancora semplici parole dai libri) che suscitavano in me delle sensazioni che via via rielaboravo, oppure dalle persone che conosco (o, in certi casi) che ho conosciuto. Per non parlare, naturalmente dell'ispirazione presa dalla mia vita, dal mio vissuto...

Quello che dici, Ivana è verissimo! Però è una fatica piacevole; anche se - lo ammetto - talvolta la strada è piena di incidenti di percorso, o di anacronismi, o altro; comunque sia è bello affrontare questa strada, talvolta piana, talaltre dissestata... ne vale proprio la pena! E' una bella sensazione scrivere, e rendersi conto che le idee che hai, o che avevi, prendono forma, si concreetizano, dando poi spazio ad un insieme finito, con un capo ed una coda, tra i quali si alternano molte vicende...

Grazie ancora di cuore ad entrambe!
16/09/2009 15:41
 
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sto portando avanti il primo capitolo (sono un piccolo gambero... eheh...), e ho aggiunto un po' di indicazioni... meteorologiche più che altro. Attualmente non ho il file originale, perciò abbiate un po' di pazienza fino a stasera... [SM=g999103]
16/09/2009 20:16
 
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Eccomi! Poiché le innovazioni sono sparse un po' all'interno di un capitolo (il primo) ve lo propongo in toto, suddividendolo per non appesantire troppo la lettura:

prima parte:

Decise di scappare di casa... Fu quello il primo pensiero che catturò la testa di Veronica, quella sera...
A Torino quella sera si percepiva un’aria particolare: era piovuto per tutto il giorno, e solo da poche ore l’intensità della pioggia era diminuita; nell’aria si sentiva l’umidità lasciata dal temporale, mista all’odore forse un po’ acre delle gocce che cascavano sulla terra, rendendola umida… Scappare, proprio in quella sera, non era semplice; ci si poteva imbattere nelle punte degli ombrelli, oppure inciampare proprio in uno di questi. Sebbene stesse ancora piovendo un po’, adesso, di volta in volta, le stelle stavano ricominciando a comparire da dietro la spessa coltre di nuvole …e Veronica si soffermò a guardarle: di lì a poco il cielo avrebbe offerto uno spettacolo tale che non si era mai stancata di ammirare!!
In quei giorni, per due settimane, ogni sera si sarebbe svolta la festa del patrono della città; quello scelto da Veronica per fuggire era un momento particolare: infatti, anche se non aveva ancora smesso di piovere, la folla si era comunque riversata nella piazza, dove per l’occasione si esibivano dei giocolieri, che avrebbero catturato soprattutto l’ attenzione dei bambini. Nella piazza le bancarelle vendevano libri, oppure dolciumi per i più piccoli, che a poco a poco le circondavano, il più delle volte senza mai essere sicuri di quello che volevano che i genitori comprassero loro. Anche le vie erano piene di gente: molti negozi, infatti, per quell’occasione avrebbero prolungato il loro orario d’apertura, perlomeno fino a notte fonda, e le persone ne avrebbero potuto approfittare per fare acquisti, oppure per dare una semplice occhiata...

16/09/2009 20:16
 
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seconda parte:

Sarebbe uscita dal portone sul retro, e poi si sarebbe immessa in una delle stradine adiacenti la piazza. Passò davanti a numerosi negozi, boutique, bar... ma nessuno sembrava vederla, presi com’erano dall’euforia causata dal momento... Eppure non era difficile notarla: era una bella donna, che si portava molto bene i suoi quarant’anni: sorriso smagliante, slanciata, occhi verdi e capelli lunghi lisci neri.
Mentre procedeva, in parte a passo svelto, in parte correndo, verso la libertà, dalla piazza sentiva provenire il rumore dei fuochi d’artificio. Mentre in passato questo per lei era un rumore piacevole, adesso era un frastuono… non lo tollerava…. Inconsapevolmente il pensiero volò ai genitori, a tutte quelle volte che, da piccola, la avevano portata a vedere gli spettacoli pirotecnici. Da piccola faceva salti di gioia, amava vedere tutte le forme che avevano i fuochi: a girandola, a sfera, a fontana… e poi erano bellissimi tutti i loro colori; soprattutto le piacevano quelli con i colori più sgargianti: giallo, arancione... e poi tutti gli altri…
Passò indisturbata tra il rumore e la folla, prendendo a spintoni la gente, pur sapendo che si sarebbe presa tanti insulti; ma non gliene importava nulla: tanta era la fretta di fuggire... Dove andare, però? Non lo sapeva; nella sua testa c’era tanta confusione, e questa confusione era ulteriormente aggravata dalle voci di quel vicolo, che nella sua testa formavano un turbinio incessante... Eppure doveva scappare... Gli ultimi avvenimenti del periodo l’avevano turbata: le discussioni con il suo capo, le troppe incombenze da svolgere a casa, i bambini esuberanti... Non ce la faceva più a resistere a tutto questa situazione pesante, che la rendeva prigioniera…
Nella sua corsa affannosa, si ritrovò senza accorgersene davanti alla Mole Antonelliana. Si voltò a guardarla. Era sempre rimasta affascinata da quella costruzione che adesso, dall’alto della sua guglia, faceva scivolare le residue gocce di pioggia, che contribuivano ad inzuppare i suoi vestiti… Che bello trovarsi lì, nel mezzo della via, sola, mentre ammirava la Mole, e lasciarsi bagnare dalla pioggia, che le scioglieva il trucco: il rimmel, scivolando, lasciava sulle sue guance delle lacrime nere che le rigavano il viso… Ma non gliene importava nulla: la gioia di trovarsi lì davanti era tanta…
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

22/09/2009 23:46
 
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Bravo Luca, qualche parola spesa per l'ambientazione, il clima, anche quello meteorologico aiuta sempre a rendere più concreto il racconto.
Sembra di poter alzare la testa e vedere la guglia della Mole...
23/09/2009 00:13
 
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Grazie, Ivana! ... e le modifiche non sono ancora finite! Non penso, almeno!
28/10/2009 19:18
 
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Eccoci qua.
Ultimamente ho ripreso il cap. 15, e ho conferito allo stesso un taglio allo stesso tempo un po'... erotico, se volete; in parte ansiogeno... Giudicate un po' voi! [SM=g999103]

prima parte:

Dopo una giornata molto intensa aveva bisogno di relax, e quale migliore modo di rilassarsi se non facendosi una doccia? Lasciò cadere i vestiti in camera e, nuda, si avviò in bagno. Traversò il corridoio di parquet, volteggiando, a braccia alzate, a passo di danza; le sue ascelle erano depilate. Aveva un corpo bellissimo…. Pur andando ogni tanto in palestra, non aveva raggiunto quella forma scultorea dei palestrati; Veronica non amava il corpo in quel modo; preferiva mantenere la dolcezza sul suo corpo, le sue curve, la sua sinuosità….

Dopo aver percorso il corridoio, e varcata la porta del bagno, la prima cosa che fece fu porsi davanti allo specchio del bagno, e guardare il suo corpo, snello e di belle forme: i suoi seni, rotondi e sodi, sembravano rasentare la perfezione, le sue curve sembravano non presentare alcun difetto. Veronica si chiese se Marco avesse mai fatto fantasie erotiche a riguardo… I suoi piedi, visti così, nudi, erano bellissimi… Su di loro Marco aveva spesso fatto fantasie erotiche, di cui mai aveva fatto parola con nessuno; lo avrebbero deriso e sbeffeggiato. Eppure, com’erano belli…. Vederli percorrere il parquet era quanto di più bello ci potesse essere: il loro candore contrastava con il marrone del pavimento; nonostante tutto, però, questa divergenza di colori costituiva una strana armonia… Dava per certo che Marco avrebbe voluto essere lì in quell’istante...
Si infilò nella vasca, ma prima se ne stette rannicchiata qualche minuto, con le braccia che le cingevano le ginocchia: aveva voglia di restare un po’ in solitudine, e questo era il metodo che spesso utilizzava per estraniarsi quando c’era qualcosa che non andava. E questa volta c’era: aveva la percezione che la storia con Marco fosse arrivata in un momento troppo particolare; ancora non aveva risolto molti dei suoi problemi, restavano ancora diverse cose da aggiustare… Eppure adesso c’era lui vicino a lei… Non se lo sarebbe mai aspettato, seppure ne fosse felice... Sperava intensamente che Marco sarebbe rimasto con lei fino alla fine, e l’avrebbe aiutata a risollevarsi dal brutto momento che stava passando…
Interruppe le sue riflessioni, ed iniziò a farsi la doccia.

28/10/2009 19:18
 
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seconda parte:

Appena aprì la doccia, il getto d’acqua ebbe immediatamente un effetto dirompente su Veronica. Inarcò la schiena: le gocce che scendevano dal tubo le sembravano punte di ghiaccio che penetravano il corpo, quel corpo di cui andava fiera.
Ricordi.

Improvvisamente fu sopraffatta da tutta una serie di avvenimenti passati, che col tempo aveva dimenticato, ma che adesso riaffioravano: la sua infanzia, le tenerezze dei suoi genitori (che aveva completamente rimosso).
Ora, a contrastare questi ricordi contribuiva Marco.
Finalmente ora la vicinanza di qualcuno la faceva stare serena, e prima o poi sarebbe tornata a sorridere…
Ricordi vicini e lontani si avvicendavano senza tregua nella sua testa…
Rabbrividì.
Uscì dalla doccia ancora tremante e sconvolta. Mai fino a quel momento era stata assalita in modo così invasivo dai ricordi…
Si vestì ed uscì per andare all’appuntamento con Marco.
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- Waenra,
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28/10/2009 20:09
 
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Bravo Luca, continua così!
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