Roma,3 luglio.(Adnkronos/Adnkronos Cultura)-C'è uno stretto rapporto che lega Roma all'Egitto,come testimoniano gli obelischi,i leoni egizi alla base della scalinata del Campidoglio,i reperti del tempio di Iside nel rione Campo Marzio,il grande mosaico del Nilo custodito nel Tempio della Fortuna di Palestrina,la Piramide Cestia.Un legame che sarà al centro della mostra "La lupa e la Sfinge.Roma e l'Egitto dalla storia al mito",a Castel Sant'Angelo dall'11 luglio al 9 novembre. Il Rinascimento si innamorò degli antichi profeti,di Ermete Trismegisto e dei segni geroglifici;i Borgia vollero la storia del bue Api dipinta nelle loro sale in vaticano;a Roma fiorirono gli studi sulla religione e sui riti mistrici:una passione intesa per L'Egitto attraversò per secoli la storia dell'arte e la società romana.Le opere esposte documentano in particolare l'arco cronologico che va dal I secolo a.C.all'Età dei Lumi.La mostra,particolarmente ricca di sculture,si apre con il tema della "doppia immagine",egizia e classica,in cui si fecero raffigurare,imitando Alessandro Magno,gli imperatori romani.Immancabile lo spazio dedicato alla celebre storia d'amore tra Antonio e Cleopatra:la battaglia di Azio del 31 a.C,che mise fine ai sogni della coppia,è rappresentata in mostra da due rare teste marmoree.Tra le altre opere esposte,una Iside in terracotta del I secolo a.C;l'enigmatica statua del Cronocrator rinvenuta alle pendici del Gianicolo; le statue-personificazioni del sacro fiume egizio simboleggiato dalla sfinge,e del Tevere con la lupa,Romolo e Remo,provenienti da Villa Adriana a Tivoli.