pizia., 08/03/2008 19.53:
Dal giorno in cui fu spostato in avanti di 13 giorni il nostro calendario per ri-allinearlo, la data dei solstizi e degli equinozi ha continuato a spostarsi oppure l’introduzione delle correzioni alla successione degli anni bisestili (mancanza di anno bisestile all’inizio secolo se questo non è divisibile per quattro) è sufficiente per mantenere il conto preciso del tempo?
Nel 1582, quando l'equinozio di primavera era ormai slittato all'11 marzo, fu deciso ripristinare la data del 21 marzo, saltare 10 giorni (dopo il 4 ottobre si passò al 15 ottobre).
Considerando un anno medio di 365,25 giorni si aveva però che in un secolo la durata sarebbe stata di 36525 giorni contro i circa 36524,22 giorni dell’anno tropico, con un spostamento dell’equinozio di - 0,78 giorni ogni cento anni.
Per evitare che il problema si ripresentasse in futuro, si pensò in un primo momento di non considerare bisestili gli anni secolari (ovvero divisibili per cento), riducendo così mediamente la durata a 36524 giorni e abbassando lo spostamento a 0,22 giorni ogni cento anni.
Per migliore ancora il risultato fu quindi deciso di fare il calcolo su quattro secoli e considerare non bisestili solamente gli anni secolari non divisibili per quattro. Per esempio fu bisestile il 1600, mentre non bisestile il 1700, 1800 e 1900).
Per cui mediamente si ha (365,25 x 400 -3) / 4 = 36524,25 portando lo spostamento a – 0,03 giorni ogni cento anni.
Col calendario gregoriano l’Equinozio di primavera resta in pratica fissato al 21 Marzo per circa 3300 anni, fino a circa il 4900, quando occorrerà tagliare un altro giorno.