Per considerare in modo opportuno un puntamento celeste, ipotizziamo di disporre di un telescopio posizionato lungo il piano Nord-Sud, così da poter osservare per esempio una porzione del cielo settentrionale. Se non spostiamo il nostro telescopio e lo lasciamo puntato con azimut a 0° e non cambiamo la sua elevazione, potremmo vedere le stelle con una data declinazione. Il puntamento non è però puntuale, in quanto il telescopio è dotato di lenti di un certo diametro, per cui potremmo vedere un’area circolare di area dipendente dalle caratteristiche delle strumento.
Detto questo, le stelle si muovono giornalmente percorrendo apparentemente circonferenze intere (quelle imperiture) o archi di circonferenza (quelle a bassa declinazione). Il nostro telescopio potrà dunque vedere tutte le stelle con un certo intervallo di declinazione.
Questo presupposto perde validità nel tempo, in quanto per il fenomeno della Precessione degli Equinozi il cielo viene visto dalla Terra in spostamento “verso l’alto” per circa 13000 anni e quindi “verso il basso” per altri 13000 anni.
Nel 3° millennio a.C. lo spostamento era “verso l’alto” così che per esempio Sirio sarebbe stata vista nel 2500 a.C. con un’elevazione maggiore rispetto al 3000 a.C.
Ammesso che i condotti stellari delle camere della regina e del re costituiscano dei telescopi simbolici, caratterizzati dall’apertura nella camera (1° “lente” quadrata o rettangolare) e dall’apertura all’esterno (2° lente quadrata), essi presenteranno un certo campo di vista dipendente dalla sezione delle due aperture e dalla loro distanza.
Sappiamo che i due condotti stellari della camera della regina hanno una lunghezza simile mentre quelli della camera del re hanno una lunghezza differente, per cui è opportuno definire i differenti campi di vista.
Si può calcolare che, malgrado la Precessione, i condotti stellari potrebbero inquadrare simbolicamente una data stella per una durata di circa 60-70 anni, per cui Se Cheope scelse un’elevazione tale da inquadrare la stella al limite inferiore del campo visivo, si sarebbe assicurato la persistenza della stella nel campo visivo per circa 60-70 anni, un tempo compatibile con una durata pur ottimistica del suo regno.
Non è facile calcolare le esatte elevazioni dei condotti stellari. Esse furono calcolate da Petrie e rimisurate dai robottini di Gantenbrink , ma rimane la problematica della mancata individuazione delle aperture di uscita dei due condotti della camera della regina. Si ritiene in generale che per questi l’elevazione media del condotto meridionale abbia ancora un certo errore di 0,2°, mentre quella del condotto settentrionale presenti ancora un elevato errore di circa 2 gradi.
In considerazione delle elevazioni stimate si può ritenere che i condotti della camera del re fossero orientati per traguardare simbolicamente a nord α Dra – Thuban e a sud una regione centrale della grande costellazione di Orione, mentre quelli della camera della regina considerassero come target a sud la stella α CMa - Sirio e a nord una delle due stelle γ o β UMi.
In considerazione che i canali stellari avevano quasi sicuramente una funzione per la sola cerimonia funebre di Khufu, dobbiamo ritenere che i quattro puntamenti debbano avere una importante valenza simbolica e che il progetto abbia richiesto la loro validità per uno stesso arco di tempo (60-70 anni).
Robert Bauval ho provato a dimostrare che il puntamento verso Orione potesse essere intorno al 2450 a.C. la stella ζ Ori, corrispondente, nella sua ipotesi di correlazione: stelle della Cintura – piramidi di Giza, proprio alla piramide di Cheope.
Questa estrema correlazione lo ha portato ad ancorare la datazione del regno di Cheope a questa data, data poi spostata al 2500 a.C. per non discostarsi troppo dalle cronologie cortissime in uso.
In realtà considerando le declinazioni dei supposti target non si riscontra una comune finestra temporale, così come ha dimostrato il Prof. Castellani della facoltà di Fisica dell’Università di Pisa (articolo una volta su internet alla pagina:
www.mporzio.astro.it/~vittorio/arclez4.htm).
Una comune finestra temporale per i quattro puntamenti è verificata invece intorno al 3000-2950 a.C., dando un’ulteriore validità alla mia revisione della cronologia lunga di Manetone / Africano.
Il lavoro è abbastanza complesso è, prima di pubblicarla nel mio sito, vorrei provare a presentarlo in qualche congresso di archeoastronomia.
Vi chiedo pertanto di credere alle mie osservazioni o provare con santa pazienza a farvi i calcali.