Torna alla luce il primo tempio dell'uomo. Si trova in una collina alta 15 metri, in un'arida steppa a sud della Turchia che chiamano Gobekli Tepe (Monte dell'ombelico) dove un'opera misteriosa e gigantesca è stata trovata dai ricercatori del Dai (Istituto archeologico tedesco di Istanbul) e del Museo di Urfa guidati dall'archeologo tedesco Klaus Schmidt. Si tratta di una costruzione descritta e analizzata nel numero di marzo di Focus, la rivista scientifica dalla Mondadori. La struttura è formata da 240 enormi pilastri sepolti sottoterra risalente al 9000 a.C. I pilastri, fino a 14 per cerchio, sono alti circa 4 metri. Al centro di ogni cerchio ve ne sono due più alti degli altri, quasi tutti hanno il lato stretto rivolto verso il centro. Gli archeologi li hanno trovati totalmente sepolti nella collina, ma ce ne sono ancora 200 sotto terra. «Abbiamo eseguito una carta geomagnetica - spiega Schmidt - Per realizzare un tempio di questa portata era indispensabile un piano logistico e una divisione del lavoro con progettisti, capisquadra, scalpellini, trasportatori». Eppure questi uomini non conoscevano ancora l'agricoltura, ma erano tutt'altro che 'non civilizzatì.Ma chi ha pianificato le costruzioni di Gobekli Tepe? Secondo i ricercatori, il progetto deve essere stato concepito da un'elite sciamanica o sacerdotale. «Non fu insomma una causa esterna - dice l'archeologo tedesco - ma una rivoluzione interiore , fu la scoperta della religiosità, del trascendente». In queste costruzioni, sono state ritrovate molte punte di lancia in uso 11 mila anni fa. L'esame di resti vegetali, con il metodo di datazione del carbonio 14, ha dato risultati concordanti. Dalle 100 mila ossa fossili finora raccolte si è infatti visto che il 50% appartenevano a gazzelle persiane, circa il 17% a uri (antenati del bue), ad asini selvatici, cinghiali e cervi. Nessun indizio di razze domestiche.
[fonte: www.culturalnews.it]