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Torino:Sacra Sindone datazione da rivedere

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2008 20:33
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
26/01/2008 21:45
 
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Christopher Bronk Ramsey, direttore del Radiocarbon Accelerator di Oxford, era poco più di un ragazzino quando gli scienziati del laboratorio nel quale già lavorava cercarono di datare il tessuto della Sindone. Il risultato dell’esame, effettuato nel 1988 con il metodo del carbonio 14, oltre che a Oxford, anche a Tucson e a Zurigo, stabilì che il lenzuolo custodito nel Duomo di Torino non poteva essere quello che aveva avvolto il corpo di Gesù dopo la crocifissione. Il decadimento delle particelle dell’isotopo radioattivo nel tessuto di lino indicava infatti una data tra il 1260 e il 1390, in pieno Medioevo.

Ma quell’esame forse era sbagliato. Il dottor Ramsey, il quale passa il suo tempo a datare ossa di dinosauro e uomini di Neanderthal, ha dichiarato in un’intervista alla Bbc, che verrà trasmessa alla vigilia di Pasqua, che i risultati delle rilevazioni dell’88 potrebbero essere messi in discussione dall’evoluzione tecnologica che ha reso nel frattempo più raffinata l’osservazione del carbonio 14. Ad anticipare i contenuti dell’intervista è stato monsignor Giuseppe Ghiberti, presidente della Commissione diocesana per la Sindone di Torino, intervenuto a Novara a un convegno dell’associazione culturale «La nuova Regaldi».

Monsignor Ghiberti, che non ha mai avuto bisogno del conforto di esami scientifici per restare impressionato dalla corrispondenza tra il racconto letterario dei Vangeli e l’immagine impressa nel lenzuolo, ha spiegato che il ripensamento del dottor Ramsey è dovuto probabilmente alle stesse ragioni che all’epoca erano state addotte per contestare la datazione medioevale: la Sindone non è arrivata agli scienziati del Novecento in un contenitore sigillato. È stata esposta all'aria, custodita in condizioni che non conosciamo, maneggiata e parzialmente bruciata nell’incendio del 1532 della cattedrale di Chambéry, trasportata dalla Palestina in Francia. Un lungo e tormentato viaggio nei paesi e nei secoli, che può avere contaminato il lenzuolo rendendo l’esame del C14 approssimativo. Lo stesso chimico statunitense Willard Frank Libby, che aveva ideato il metodo e vinto il premio Nobel per questo, aveva sconsigliato di applicarlo alla Sindone. Ramsey avrebbe scoperto che la datazione di una particolare materia organica presente sul lenzuolo varia proprio a seconda delle condizioni in cui è stata custodita, cosa che nell’esame del 1988 era ignota agli scienziati.

La Sindone di Torino riapre dunque il suo mistero, che ci accompagna da secoli e sembra non trovare mai una soluzione. Quando il criminologo svizzero Max Frei Sulzer scoprì che sul tessuto di lino sono presenti spore e pollini caratteristici della Palestina venne duramente contestato e accusato di avere manipolato i risultati. «Frei - dice monsignor Ghiberti - era stato straordinariamente preciso. Le spore che aveva individuato erano caratteristiche di una zona che andava da Gerusalemme a una zona limitrofa nel deserto arabico». Se si trattava di un falso medioevale, come l’esame dell’88 aveva affermato, era stato sicuramente molto ben congegnato: il lino è filato e tessuto a mano a spina di pesce e con torcitura in senso orario, una tecnica usata in Medio Oriente ai tempi di Gesù. Sul lenzuolo sono state inoltre trovate fibre di cotone (che all’epoca era coltivato in Egitto e Palestina, ma non in Europa) e nessuna fibra di lana, in osservanza della legge mosaica che nel Deuteronomio (22,11) prescrive di tenere separata la lana dal lino.

«Questi sono indizi importanti - afferma monsignor Ghiberti - ma la verità è che nessuno scienziato è riuscito finora a spiegare come sia stato possibile imprimere l’immagine sul lenzuolo. Qualunque ricercatore coscienzioso è costretto ad ammettere che questo è ancora un mistero irrisolto». Ma non è il solo: l’incredibile corrispondenza dei tratti con quella di un corpo crocifisso lascia ancora attoniti tutti gli osservatori, come avvenne nel 1898 quando un fotografo notò per la prima volta che l’immagine impressa in negativo era molto più riconoscibile di quella in positivo. L’uomo della Sindone è un maschio di circa 30 anni, con tratti mediorientali, muscoloso e più alto della media dell’epoca, abituato a lavori manuali. Le tracce di sangue raccontano il suo martirio, l’assenza dei pollici delle mani, ripiegati all’interno, confermano la lesione del nervo mediano, provocata dai chiodi infissi nei polsi.

«Questa visione di sofferenza - afferma monsignor Ghiberti - ci lascia attoniti per due caratteristiche toccanti, che non sono presenti in altri racconti di crocifissioni: la corona di spine e il colpo di lancia inferto a un cadavere, come dimostrato dagli esami del professor Baima Bollone. È l’osservazione di questi particolari confrontata con il racconto del Vangelo di Giovanni ad avermi convinto che ci sono altissime probabilità che nella Sindone si veda proprio il corpo di Cristo».

(da La Stampa 26/01/2008)
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EgiTToPhiLo/a
Suddito
26/01/2008 21:53
 
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Al di là della datazione che sollevò ampie polemiche nel 1988 per i metodi non del tutto limpidi, almeno nella consegna dei materiali ai laboratori (alcuni sapevano di chi era e da dove proveniva il campione di stoffa in teoria segreto)... di questo mistero nessuno sembrò prendere in cosnsiderazione che a qualunque data corrisponda il lenzuolo, non è mai stato chiaramente detto come si è formata quell'immagine che il lenzuolo reca.
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EgiTToPhiLo/a
Scriba Reale
27/01/2008 17:58
 
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Va bene...ma chiediamoci allora anche PERCHE' un documento simile avrebbe dovuto trovarsi a Chambery per poi essere portato a Torino???
Non credete che Emanuele Filiberto avesse un interesse particolare in quel momento storico??
Non voglio mettere in dubbio la fede di chicchessia, ma quel lenzuolo ci racconta tante cose "scomode" che in troppi non vogliono rammentare....
27/01/2008 19:03
 
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Io sono d'accordo con maat...
la sacra sindone racconta delle cose che quasi nessuno vuole rammentare...
e sicuramente Emanuele Filiberto aveva un interesse per quel momento storico...

Ma non so il perchè quell'oggeto si trovava a Chambery e che poi è stato portato a torino... boh, non so che dire...
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EgiTToPhiLo/a
Scriba
27/01/2008 19:44
 
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Mi pare che la Chiesa ritenga la Sindone qualcosa di misterioso, la cui validità non rientra nella fede cristiana, non è cioè una verità rivelata.
Come spesso è accaduto e continuamente accade, la credulità popolare e la Chiesa si impossessano dei misteri e li attribuiscono a miracoli divini.
Tutti gli studiosi che hanno analizzato la “reliquia” hanno avuto difficoltà a giustificare l’immagine. Non è sicuramente un dipinto e sembra difficile considerarla un’opera dell’uomo.
La rappresentazione è sicuramente fedele alle testimonianze vangeliche, cosa che porta i credenti a ritenere che sia stata realizzata grazie a un miracolo di Dio per testimoniare il momento di sepoltura di Gesù.
Questa interpretazione è lacunosa e risente, come quasi sempre per i miracoli, di una visione tendente a rendere realtà ciò in cui uno vuol credere.
A prescindere dalla datazione al C-14, si potrebbe controbattere che:

- qualcuno potrebbe aver scoperto, anche per caso, un metodo per imprimere delle immagini non fotografiche;
- in tal senso si è dimostrato che queste potrebbero essere frutto di azioni chimiche catalizzate da particolari condizioni di temperatura;
- l’autore di questa scoperta potrebbe aver realizzato una falsificazione del lenzuolo con cui fu avvolto Gesù;
- egli, o qualcuno che potrebbe aver ordinato il falso, potrebbe aver utilizzato un lino più o meno antico originario della Palestina e impregnato di pollini del luogo e potrebbe ancora aver sottoposto il cadavere a quelle ferite e situazioni descritte dai Vangeli.

Il falso sarebbe entrato in possesso di personaggi che avrebbero visto nell’opera una “reliquia” da venerare, un segno di potere o semplicemente una sorgente di cospicui introiti.

La Chiesa avrebbe sfruttato la situazione, sempre che l’eventuale falso non sia stato commissionato da un suo rappresentante, e in tal modo avrebbe condizionato il sentimento religioso dei suoi fedeli.
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EgiTToPhiLo/a
Scriba Reale
27/01/2008 22:16
 
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...per l'appunto, debitamente sfruttato da Emanuele Filiberto nell'intento di dare conferma e valore alla sua "venuta" a Torino, una sorta di sacralità....i Savoia hanno sempre fatto leva sui sentimenti religiosi, e sulla superstizione soprattutto, del popolo per dare valore alle loro azioni, come in questo caso il trasferimento della capitale sabauda da Chambery a Torino, dove il Conte potè contare su una situazione nuova tutta da construire, una posizione di rilievo nel panorama sia francese che poi europeo...non cosa di poco conto, considerata la generale situazione politica del momento e le sue personali ambizioni.
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Capo del Tesoro

Scriba del
Tempio di Thot

28/01/2008 00:08
 
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..partiamo da un presupposto: se potessimo raccogliere tutti i denti di Santa Prassede (protettrice dei dentisti) che sono sparsi per il mondo, scopriremmo, probabilmente, che doveva avere almeno 64 denti (se non più...) e se potessimo raccogliere tutte le schegge della "vera croce" forse potremmo ricostruire una vera e propria foresta.
...e ancora, quanti chiodi furono usati per crocefiggere il Cristo? Non dimentichiamo che uno si trova all'interno della Corona Ferrea... ed almeno altri tre o quattro in altrettante "autentiche" lance di Longino (il centurione che ferì Gesù al costato per intenderci)...

D'altro canto, le stesse venerate reliquie di San Francesco non furono forse tumulate, dalla Chiesa, in un sarcofago di roccia viva sotto l’altare maggiore della Basilica Inferiore, proprio per proteggerle dei "cacciatori di reliquie".

Tornare dalla Terra Santa portando una "vera" reliquia era la massima aspirazione che un cavaliere poteva avere ed esisteva un vero e proprio meracto delle reliquie (non dimentichiamo, inoltre, che la protettrice degli archeologi è l'Imperatrice Flavia Giulia Elena, madre dell'Imperatore Costantino, che portò a Roma addirittura la scala Santa (di San Giovanni in Laterano), ovvero, la "vera" scala del palazzo di Pilato, a Gerusalemme, salita e discesa da Gesù e su cui si noterebbero ancora oggi le tracce del Suo sangue...

Insomma, in tuto queso bailamme, questo mercato di "autentiche" reliquie vogliamo meravigliarci per l'ennesima rappresentata dalla Sindone?
Certo, l'oggetto, in se, è davvero pregevole, ma, come peratrlo sottolineato da Anotnio, neppure la Chiesa si è mai espressa circa la sua autenticità... un po' come dire che ci vuole un truffatore per riconoscerne un altro...
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
28/01/2008 16:10
 
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Resta il fatto che molti ritenevano la datazione fatta tramite il C-14 come la prova probante che la sindone era un falso, questa è l’ennesima dimostrazione di quanto può essere fuorviante l’utilizzo di questo tipo di metodologia.
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EgiTToPhiLo/a
Suddito
28/01/2008 17:08
 
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Chiediamo un parere in merito a Giacobbo...
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Scriba Reale
La Divina Cantatrice
- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
28/01/2008 21:26
 
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Akhenaton ha scritto :

Chiediamo un parere in merito a Giacobbo...



certo che sì non potrà non sfruttare l'occasione di imbastire una trasmissione proprio per mettere il suo punto interrogativo....come ha sempre fatto.
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