| | | OFFLINE | | Post: 7.073 Post: 6.865 | Registrato il: 12/02/2006 | Colei/Colui che siede alla destra della Sacerdotessa | Capo del Tesoro | - ShemsetRa - Architetto Reale | |
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13/12/2007 23:29 | |
Sugli egizi, sempre d’accordo!
Non vorrei andare troppo OT e nemmeno vorrei scrivere messaggi troppo lunghi, visto l’argomento…
Non sono sicura che per i greci la conoscenza fosse un’esclusiva divina; come spiega Platone ciò che possiamo vedere sono ombre distorte sulla pareti, tremolanti alla luce dei fuochi, ma è già qualcosa per avere un’idea di cosa succede dove non possiamo guardare.
Se l’uomo fosse stato considerato del tutto incapace o escluso dalla sapienza non sarebbero stati essi stessi grandi pensatori.
Non è la stessa cosa, certo, però l’idea che la sapienza si trovi presso gli dei e gli uomini possano attingerne esiste sia presso gli uni che presso gli altri.
Thot è una divinità buona, che dona agli umani parte delle sue conoscenze,mentre gli dei greci sono un po’ più cattivi, mettono gli uomini alla prova e attraverso una specie di percorso iniziatico danno loro la possibilità di avvicinarsi.
Adesso faccio un compendio: l’Occhio di Horus con le sue frazioni rappresenta un tutto in cui la somma delle parti non da l’intero, le frazioni sono solo 6 ma è ovvio che, per quante frazioni si possono aggiungere, mancherà sempre qualcosa per completare il tutto.
Lo stesso vale per l’uomo, egli può diventare scriba e sapiente, sacerdote al massimo grado gerarchico, ma sarà sempre carente per qualcosa.
E’ come se Thot potesse dare sempre qualche nozione in più, ma ogni volta darebbe la metà della frazione mancante alla ricostituzione del tutto.
Il Faraone è dio anche in vita Nefer Netjer, l’uomo normale solo con la morte può assurgere a divinità e chiamarsi Osiride (questo vale dopo la democratizzazione dell’aldilà, per il periodo precedente si potrebbero fare altre considerazioni).
Thot è anche lo psicopompo, colui che conduce il defunto al di là.
Dover attendere la morte per aspirare ad uno stato superiore è simile a quanto detto del cristiano.
Smetto di fare confronti perché vedo sempre troppe relazioni.
Sembra che ad un certo punto della storia, la filosofia, la scienza, la teologia egizie abbiano iniziato a circolare per il Mediterraneo, sovrapponendosi alle varie culture locali ancora caratterizzate da un’organizzazione primitiva, per “nomi”, fornendo una spinta verso lo sviluppo delle varie discipline, così come l’abbiamo appreso noi.
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