| | | OFFLINE | | Post: 14.452 Post: 3.441 | Registrato il: 26/02/2006 | Colei/Colui che siede alla destra della Sacerdotessa | Scriba Reale | - Waenra, MerytWaenRa, Semenet - | |
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23/11/2006 17:14 | |
A te ci penso io! (Sembra quasi una minaccia...).
La mia recensione sul sito Ibs del libro in questione l'ho già fatta, ovviamente non ho potuto dire tutto quello che penso perchè forse miu avrebbero censurato. Però lo dico qua.
Credevo che gli ultimi romanzi di Vandenberg e Jacq avessero toccato il fondo del pozzo, invece mi sbagliavo. Com'è vero che non ce mai limite al peggio!
Oltre alle incongruenze storiche da te citate, aggiungo: la fanfara, le zampogne, il tunnel scavato sotto il Nilo, la neve, gli uffici, le scrivanie, le finestre con le persiane...
Tutankhamen che è ragazzo, e gira con la stampella, nel 12esimo anno di regno di Akhenaten. Secondo i miei calcoli poteva avere al massimo due anni.
E ancora, Akhenaten pure lui zoppo che girava con le stampelle... oltre al solito luogo comune che era un pazzo.
Non ho mai letto un libro così astioso, sprezzante, velenoso, settario, fazioso e dissacrante sul periodo amarniano.
La città, già al 12 anni (che per l'autore è l'anno della sua inaugurazione) cade a pezzi, è marcia, costruita rozzamente. Le persone che l'abitano sono dei pezzenti, tristi, brutti, cattivi e puzzolenti.
I nobili sono tutti alteri, sprezzanti, assassini e complottatori.
La trama del romanzo non ha senso, per lo meno io un senso non l'ho trovato.
Per dare l'idea dell'autore, trascrivo la sua descrizione di Teje (e non Tuya come scritto da lui):
"Dal rumore strascicato che facevano compresi che i piedi della regina madre erano vecchi e deboli; la donna respirava a fatica per la collera. Avrebbe potuto usare tutti i profumi del mondo, ma emanava un pessimio odore, l'odore dolciastro e al tempo stesso acre della decadenza della carne. Tese le mani e afferrò il mio viso. Spiacevolmente colpito da quel contatto, feci un balzo, ma mi trattenneva con forza e quindi fui costretto a rimanere immobile mentre passava le dita dalle lunghe unghie disgustose sui miei lineamneti.
Il tempo aveva trasformato la sua bellezza in un'orribile maschera di rabbia. La stravagante opulenza dell'abito - veli e tuniche drappeggiati intorno alle sue ossa - e la lunghezza dei capelli tinti le davano l'aspetto di una pazza, una selvaggia nomade del deserto. La boccca era simile a una vecchia borsa di pelle, gli occhi, lattiginosi avevano il colore della luna e parlando lei li roteava, la risata era accompagnata dal lezzo di una palude stagnante. Fece una smorfia, come se si rendesse conto della mia reazione, e mise in mostra un dissestato schieramento di falsi denti d'oro e spuntoni anneriti.
Si trascinò intorno alle nipoti come un vecchio animale o un veggente coperto di stracci fantasiosi. Le principesse, istintivamente, si ritrassero. Makhetaten si tappò il naso e fece una smorfia alle sue spalle ma la regina madre, con incredibile precisione, la colpi sul volto".
Immaginate il resto![Modificato da -francis- 23/11/2006 17.17] |