Le origini e la motivazione della mummificazione
In principio il cadavere, generalmente in posizione fetale, veniva ricoperto, unitamente ai suoi averi, da un mucchio di sabbia (qualche studioso ha azzardato l'ipotesi, peraltro, che l'angolazione delle piramidi derivi proprio dalla naturale disposizione di sabbia precipitata dall'alto).
L'aria calda e secca del deserto favoriva la naturale disidratazione del corpo e la sua conservazione in condizioni quasi perfette (c.d. mummificazione naturale); è molto verosimile che l'usanza della imbalsamazione tragga il suo fondamento dalla credenza, comprovata dalla natura, che solo in tali condizioni il defunto potesse continuare la propria vita nell'aldilà.
In tale fase non esisteva, ovviamente, grande distinzione tra la sepoltura del re e quella del popolo; in entrambi i casi, infatti, si trattava di un cumulo di pietre con intento, principalmente, di protezione del corpo da animali.
Successivamente, al tumulo reale vennero sovrapposte una serie di pietre disposte più orinatamente, a tronco di piramide. Nasce la MASTABA (dal termine arabo che significa "panca") quale tumulo in pietra che ricopre il pozzo sepolcrale vero e proprio.
Ma accadeva che i corpi, non più sottopsoti all'azione disidratante naturale della sabbia e del calore, si decomponessero; di qui, verosimilmente, l'analisi del fenomeno ed i mille esperimenti che porteranno poi alla mummificazione come noi oggi la intendiamo.