Ho già spiegato nel topic su Cesare Brandi perche questi due messaggi su Pharaon li ho messi qui.
"Così salveremo la valle”,
Articolo apparso su Pharaon Aprile 2006 pag. 7
In questo articolo il lavoro che il dottor Zahi Hawass e la De Agostini Editore stanno realizzando nelle tombe delle valli: il rilievo fotografico digitale con ricostruzione delle immagini intere che non possono essere comprese in un solo scatto.
Ciò servirà a creare una banca dati in cui i dipinti delle tombe potranno essere sempre accessibili e ammirabili da tutti, restituendo inoltre una situazione cristallizzata allo stato attuale, preziosissima viste le previsioni di perdita di alte percentuali del patrimonio artistico in loco.
Ma non è tutto.
Come spiegato nell’articolo seguente “Fermare il Tempo”, a pag. 15, la fotografia digitale consente la ripresa con metodo fotogrammetrico, grazie al quale si possono ricostruire pareti grandissime di corridoi o stanze anguste, restituendone una visione non ottenibile dal vivo.
Dalla foto a pag. 14 si capisce bene la differenza fra la visione di un osservatore sul posto e quella rilevata dalle fotografie e ricomposta; nella foto della parete della tomba di Horemheb le figure circa a grandezza naturale sono ripetute in scene affiancate: un osservatore nello spazio fisico percepisce comunque la prospettiva, facendo loro assumere una partecipazione allo spazio reale che è aliena all’arte egizia.
Ricordiamo che non era previsto che occhio umano (di turista in processione lungo corridoi affollati e ristretti) le contemplasse, ma erano raffigurazioni liturgiche, e come tali rispondevano alla loro funzione: un libro di “preghiere” figurato, svolto sulle pareti dello spazio buio sotterraneo, in cui si genera la vita ultraterrena del defunto. Egli era il destinatario di tante immagini.
Quelle che nell’articolo vengono indicate come “visioni impossibili” interpretano molto più della visione prospettica, quindi realistica, l’intento dell’artista mentre esegue la sua opera, sapendo di rivolgerla ad occhi che non sono più di questo mondo.
Con tutto ciò intendo sottolineare l’utilità di questo progetto, sempre che venga opportunamente divulgato e reso disponibile per tutti, oltre che l’aspetto grottesco del turismo tombale; come già detto nel primo topic sulla KV63, è il turismo che ha un effetto maggiormente devastante su queste opere; inoltre non si capisce come mai la gente si sottoponga a questo macabro rituale, soprattutto se non giustificato da un concreto interesse di studio.