Nel 1887 alcuni contadini egiziani scavando tra la collina di macerie di Tell el Amarna, un antico insediamento, rinvengono circa 400 tavolette di terracotta coperte di caratteri cuneiformi, che vendono di nascosto ad alcuni mercanti di oggetti d’arte.
Passando di mano in mano, 300 esemplari arrivano ai musei europei, alcuni dei quali rifiutano di comprarli, definendoli una grossolana imitazione. Il museo Egizio di Berlino, invece, acquista oltre 200 di queste tavolette e scopre, poco dopo, che si è trattato di un colpo di fortuna, dato che contengono una parte della corrispondenza diplomatica intercorsa tra l’Egitto e alcuni governanti dell’Asia Minore.
La zona di Tell el Amarna, che fino a quel momento non è mai stata presa in considerazione come probabile sito archeologico, attira così improvvisamente l’interesse del mondo scientifico.
Nel 1891 il famoso archeologo inglese William Flinders Petrie inizia i primi scavi di prova sulla collina e stabilisce che lì si trovava la capitale del regno di Akhenaton (1364-1347 a.C.), abbandonata poco dopo la morte del faraone. Le ricerche tedesche a Tell el Amarna iniziano invece alla fine del 1910 a opera della Società Occidentale.
Il 7 dicembre del 1912, una squadra di archeologi diretta dallo studioso tedesco Ludwig Borchardt scopre l’officina dello scultore Thutmosis, dove rinviene il famoso busto della regina Nefertiti.
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La scultura, che raffigura la regina Nefertiti, sposa di Akhenaton, diventa presto famosa in tutto il mondo. In base all’accordo di concessione concluso con il governo, gli archeologi possono tenere per sé la metà dei reperti trovati, a meno che l’ispettore incaricato di controllare gli esiti degli scavi non neghi il permesso di esportazione.
Così, il 20 gennaio del 1913, l’egittologo Ludwig Borchardt chiede al direttore francese dell’Amministrazione per le antichità egiziane, Gaston Maspero, di recarsi personalmente sul luogo degli scavi per esaminare i reperti. Maspero si limita a inviare sul posto un suo giovane collaboratore. A tutt’oggi non è ancora accertato se la figura di Nefertiti fosse compresa tra la rassegna di oggetti sottoposti all’esame dell’ispettore. In ogni caso, questo sensazionale ritrovamento viene portato fuori dall’Egitto. Alla fine del 1920 il principale finanziatore degli scavi avvenuti nel 1912, il banchiere James Simon, che fino a quel momento è stato considerato il proprietario del reperto, decide di donarlo al museo Egizio di Berlino, dove viene esposto al pubblico a partire dal 1922.
Poco dopo scoppia una vivace polemica: le nazioni vincitrici della prima guerra mondiale pretendono l’immediata restituzione del busto di Nefertiti all’Egitto, richiesta peraltro mai accolta. La vita della regina Nofret-Ete (“la bella è arrivata” è ancora avvolta nel più totale mistero.
Sappiamo solo che la sposa di Akhenaton è vissuta nel XIV secolo a.C. e si ritiene che la splendida scultura, che risale a oltre 3.000 anni fa, fosse stata consegnata allo scultore Thutmosis perché la usasse come modello per altri busti raffiguranti la regina.
Da allora la polemica non ebbe mai fine... e Nefertiti non trova pace.
(*) fate caso anche voi a una cosa: è risaputo che uno degli occhi di Nefertiti sia stato lasciato incompleto, mancante della pupilla... se date uno sguardo alle immagini in rete che riguardano il busto a volte è l'occhio destro, a volte quello sinistro!
Ciò mi crea confusione.... ora non ricordo più quale dei due occhi è rimasto neutro. Se qualcuno di voi (Francis, in particolare) avesse uno scatto del busto fatto personalmente, le sarei grata se volesse postarlo o inviarmelo via mail ;)