| | | OFFLINE | | Post: 41.058 Post: 22.720 | Registrato il: 24/08/2005 | Sacerdotessa di ATON | Thiatj | - ḥtm mr r ry.t '3.t wts rn n ՚ḫ n itn, S3t n m3't - | |
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07/03/2006 05:19 | |
In una conferenza sullo stato dei tesori archeologici egiziani, tenutasi a inizio febbraio, diversi addetti ai lavori si sono lamentati del degrado in cui si trovano i siti archeologici del Paese. Colpa degli errori delle agenzie del governo e di molti individui senza scrupoli, hanno concordato gli studiosi, ma anche dell’edilizia sregolata e delle coltivazioni abusive. Il responsabile della protezione dei monumenti storici egiziani è Zahi Hawass, direttore generale del Supreme Council for Antiquities, Sca. Hawass ha parlato di oltre seimila casi di violazioni dei tesori storici del paese, accusando il 90 percento dei custodi dei siti di condurre attività illegali in cambio di mazzette.
Le seimila violazioni citate da Hawass sono avvenute nel 2003, mentre sul periodo successivo non esistono dati certi. Si tratta, secondo molti addetti ai lavori, di un’omissione per coprire le sue responsabilità. Zahi Hawass è infatti considerato il faraone delle piramidi, l’uomo che ha l’assoluto controllo sui tesori del Paese e decide con pugno di ferro tutto quello che si può dire sui reperti scoperti in Egitto. Hawass è una figura controversa, che da un lato cavalca la retorica anticoloniale – come quando dichiara che “se la Gran Bretagna intende rifarsi una reputazione deve per prima cosa rendere all’Egitto la Stele di Rosetta, che è l’icona della nostra identità”, ma che dall’altro si è spesso trovato al centro delle cronache per episodi di conflitto di interessi, abusi e corruzione. Dal 2003 a oggi ha espulso dal Paese 14 spedizioni archeologiche e negato l’accesso a centinaia di altre. Possiede le chiavi di tutti i siti più importanti e decide sistematicamente chi può scavare e dove, ma non solo, lo Sca si riserva l’esclusiva di annunciare qualsiasi scoperta venga fatta sul territorio egiziano: “Ci sono specialisti che scavano sperando di non trovare nulla di significativo - racconta un archeologo britannico – perché, se scoprissero qualcosa, lo scavo verrebbe subito chiuso e il loro posto verrebbe affidato ad altri studiosi locali.” Secondo la testimonianza di una statunitense impiegata nel National Geoghraphic, Hawass avrebbe preso tangenti, depositate su conti esteri, da parte di diverse emittenti internazionali per consentire loro l’accesso ai siti. Diversi produttori si sono anche lamentati dell’obbligo di intervistarlo in ogni documentario e della sua passione per le comparsate televisive, in cui mostra orgoglioso il suo cappello da Indiana Jones. |