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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Erotismo

Ultimo Aggiornamento: 20/06/2016 00:03
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di ATON
Thiatj

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25/01/2006 20:47
 
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Frutto della cultura di antichi contadini e allevatori, la mentalità egizia non poteva guardare al sesso che come al più naturale degli atti, e come al più potente simbolo di fecondità. La loro religione politeista intrisa di naturalismo dava all'atto sessuale il valore che esso ha nella natura, con il giusto equilibrio di amore, procreazione e piacere; non esistevano dunque i veti di culture posteriori, e quest'assenza diede del sesso una visione più sana, senza la morbosità dei Greci e dei Romani o anche della cultura moderna.

Un tale simbolo di fecondità creativa occupò un posto importante nella religione, a partire da Osiride, simbolo della vegetazione e della fecondità della terra, che ancora nei Bassi Tempi è rappresentato disteso e mummiforme, mentre dalle bende sorge il fallo, simbolo dell'energia vitale che sconfigge la morte.

Ben noto è il dio Min, caratterizzato dal fallo eretto, simbolo di fecondità assoluta, ossia della divinità, dell'uomo e della terra; la stessa simbologia passò ad Amon-Min con il sincretismo delle due figure. Ad un livello più umano troviamo di fronte all'immagine di Hathor, a Deir el Bahari, degli ex-voto in forma di modelli di falli in legno e pietra, con cui si voleva pregare la dea di concedere dei figli.

Delle rappresentazioni di unione sessuale si trovano nelle theogamie, ma in questi casi il rapporto fra donna e dio era simbolizzato dalle loro mani allacciate, mentre il dio avvicinava alle narici della donna il simbolo ankh (vita). Nei geroglifici l'immagine del fallo era usata nel segno biconsonatico "mt" e in molte parole come "seme", "progenitura", "gloria", "concubina". La vulva era rappresentata solo nei simboli geroglifici per "donna".

Sovente delle dee dell'amore, come Quadesh, o della divina procreazione, come Nut (il cielo che al mattino partoriva il sole) erano rappresentate nude, e il triangolo pubico è trattato con estrema semplicità e purezza, non essendo nè oggetto di particolare rilievo nè di censura.

Nelle pitture egizie la nudità dei giovani appare in tutta la sua semplice purezza; le serve, giovani adolescenti, sono in genere vestite di una semplice centurina che cinge i fianchi come motivo ornamentale, e questo non era che la più semplice normalità. Altro caso è quello di un papiro erotico, conservato al Museo Egizio di Torino, che però è di carattere satirico e non ufficiale; si tratta in effetti di un documento non ufficiale e satirico-erotico in cui le scene sono di gusto goliardico-lupanaresco.

28/09/2006 09:57
 
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Tempo fa ho letto che in egitto hanno trovato alcune pitture di uomini che adoravano il dio della procreazione, dove in mano teneva una foglia di lattuga. In effetti al tempo degli antichi egizi era il simbolo dell'attività sessuale.. Ma è vero quanto ho detto? [SM=x822719] [SM=x822717] [SM=x822725] [SM=x822724]

28/09/2006 10:24
 
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Sì, tempo fa su un quotidiano era apparso proprio un articolo inerente pitture o rilievi di uomini che onoravano il dio Min offrendogli proprio la lattuga... [SM=x822750]
10/04/2007 19:30
 
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La Donna Nell'Antico Egitto
- Le Pratiche Sessuali-
A cura di Sabrina Bologni - Iside

Pubblicato il 26/05/2006




L'importanza della componente erotica presso gli egizi è ancora, per la moderna archeologia, un vasto campo d'indagine, dato che sino ad ora questo tema è stato rimosso dalla ricerca a causa di un superficiale pudore. In Egitto non vi sono raffigurazioni erotiche che descrivano i rapporti interumani. Ciò potrebbe far supporre che l'erotismo sulle sponde del Nilo sia tabù. Non è vero. Basti pensare che, se gli egizi non ci hanno tramandato immagini erotiche ( come invece hanno fatto greci e romani), ci hanno lasciato sull'argomento parecchi scritti. Il grande papiro di Torino dimostra che tremila anni or sono nella Terra delle piramidi circolava già la pornografia. Gli antichi egizi erano soliti anche usare dei misteriosi miscugli afrodisiaci. Se confrontiamo la lettura erotica degli egizi con quella dei greci e dei romani, emerge che nel Paese del Nilo la donna in amore era molto libera, seducente ed aggressiva, del tutto diversa da colei che si legge dai racconti di Ovidio ( Ars Amandi) o di Luciano ( Dialoghi). Le donne egiziane contavano molto più delle donne del rrsto del mondo. E ciò valeva anche e soprattutto per la componente erotica. In nessun'altra parte del mondo c'erano gli strip tease, le danzatrici così belle. Le troviamo per la prima volta alla corte del quarto Thutmosi, bisnonno di Tut: uno scriba templare di Thutmosi IV fece riprodurre nella propria tomba una di quelle danzatrici chiamate "della bellezza". Da allora, esse comparvero spesso nelle sepolture private tebane. E' possibile ammirarle anche nel sacro tempio di Luxor; una cosa oscena per il pudico Erodoto.

FONTE:
www.dada.net
10/04/2007 19:31
 
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Gli antichi egizi avevano una visione sana dell’erotismo.
Amore, procreazione e piacere erano il significato dell’atto amoroso a cui davano lo stesso valore che esso ha nella natura. La rappresentazione degli déi stessi indica il rapporto stretto che c’era tra sessualità e religione: il Dio Min, come altri déi, veniva rappresentato con il fallo eretto, simbolo assoluto di fecondità dell’uomo e della terra; Osiride, dio della vegetazione e della fecondità della terra, veniva anche rappresentato disteso e mummiforme, ma con il fallo che si ergeva dalle bende, simbolo dell’energia vitale che sconfigge la morte. La cultura erotica (e religiosa) egizia è piena di raffigurazioni riguardanti il sesso: déi minori raffigurati da un fallo e sempre il simbolo del fallo,nei geroglifici, significava seme, progenitura, gloria o progenitura, mentre
il geroglifico per rappresentare la donna era, ovviamente, una vulva che, comunque, veniva sempre rappresentata come un triangolo pubico semplice, non essendo ritenuto un oggetto di particolare rilievo o censura.
Benché non esistano raffigurazioni erotiche di atti sessuali umani veri e propri nella cultura egizia, essa ci ha lasciato parecchi scritti sull’argomento, anche pornografici e goliardici e già a quell’epoca esistevano gli strip tease e le danzatrici che usavano la loro arte per sedurre; del resto, la donna dell’antico Egitto era una donna che comandava come nessun’altra sul resto della terra e quindi libera, seducente ed aggressiva.


“E’ giocando che spesso nasce l’amore”.



FONTE:
www.rossoscarlatto.com/public/850.asp
10/04/2007 19:32
 
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Nella storia il concetto di sessualità viene spesso associato alla volgarità e all'impurezza, l'argomento sesso fino a qualche decennio fa è stato un tabù per molte civiltà e ancora oggi ci sono persone e popoli che lo vivono come un grosso problema; nell'antico Egitto era diverso.
Dal ritrovamento del papiro satirico-erotico di Torino del XII sec.a.c., si è riscoperto un lato della civiltà egizia prima quasi del tutto sconosciuto, il papiro illustra alcune acrobazie sessuale fatte da due amanti, prima si vedeva la società egizia sotto un grande rigore, mentre gli egizi vivevano la loro sessualità con grande libertà e naturalezza.
Nell'arte a parte qualche raffigurazione di Min(rappresentato come un Dio dal fallo eretto) e di Atum(il dio compì l'atto della creazione tramite la masturbazione), non sono raffigurate scene di sesso esplicito o che richiamino tale atto, infatti per indicare il rapporto sessuale venivano rappresentate gambe intrecciate; ma ciò non ostante ci sono pervenute diverse ostrake dove l'atto sessuale è pienamente rappresentato(caso celebre è quello di Hatshepsut che fa l'amore con Senenmut).
Mentre nell'arte veniva celato ciò che è il rapporto in se, la poesia e la letteratura amorosa è ben più esplicita, anche se ricche di metafore e doppi sensi.
La medicina presso gli egizi era molto avanzata per quei tempi, e anche nella sfera sessuale avevano fatto grandi passi, infatti la contraccezione includeva anche metodi a barriera come il diaframma, si praticavano visite ginecologiche e si conoscevano alcuni metodi per sapere in anticipo il sesso del nascituro.
I rapporti interpersonali venivano gestiti con gran disinvoltura, gli egizi non ritenevano indispensabile la verginità, poteva essere una dote in più ma niente di eccezionale, infatti in vari poemi vengono incoraggiati i giovani a storie ed esperienze poichè dopo il matrimonio la fedeltà è indispensabile, la masturbazione non era vista con sdegno e disapprovazione, un uomo che avesse sognato di fare l'amore con la sua donna, era un uomo fortunato poichè a breve la fortuna l'avrebbe benedetto.
Nei miti egizi ci sono molti richiami alla sfera sessuale, il dio Seth cercò di violentare Horus in preda all'istinto sessuale, il concepimento di Horus, il mito di Atum...ecc...ecc...e gli dei che richiamano questo settore sono diversi, le Dee Hathor e Bastet, e gli Dei Min e Bes.
Mentre nella mitologia il povero Horus stava per subire un abbuso incestuoso e omosessuele, la società egizia non tollerava tale fenomeno, arrivando perfino alla pena di morte, neanche l'adulterio era possibile me l'incesto, soprattutto e quasi esclusivamente della famiglia regale, era concesso.
10/04/2007 19:32
 
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La lirica del Nuovo Regno riflette l'interesse degli egizi per i temi amorosi. Le rappresentazioni artistiche mostrano le relazioni della coppia in modo simbolico, anche se i disegni degli ostraka e dei graffiti raffigurano l'atto sessuale in maniera realistica.

Gli egizi manifestarono grande interesse per l'amore. Durante il Nuovo Regno (1552-1069 a.C.) la lirica amorosa divenne un genere letterario indipendente. I poemi esprimevano i sentimenti d'amore comuni a tutti gli amanti di qualsiasi epoca: la felicità e il piacere, ma anche le sofferenze e le difficoltà che generava l'amore e la sua conseguenza più grave, la gelosia. La descrizione della bellezza fisica e spirituale degli amanti mostrava il desiderio che nasceva tra gli innamorati. Come sappiamo dalle ricette presenti sui papiri medico-magici, donne e uomini ricorrevano alla magia per far sì che la persona amata ricambiasse il loro sentimento. In Egitto l'omosessualità era considerata un peccato. In un passaggio del Libro dei Morti, il defunto spera che venga tenuto in conto il fatto che in tutta la sua vita egli si sia astenuto dal commettere atti omosessuali. La relazione omoseesuale più eclatante fu quella del faraone Neferkare che amava il generale Sisene.

L'arte egizia rappresentava con grande naturalezza la sessualità femminile; non si può dire lo stesso di quella maschile. Tuttavia, va precisato che nei templi e nelle tombe, l'atto sessuale non veniva raffigurato. Solo partendo dallo studio di diversi elementi simbolici, presenti in alcune scene di caccia e pesca (i fiori o i pesci, laddove questi ultimi rappresentano chiari riferimenti fallici), appare possibile intravvedere alcune allusioni alla sfera sessuale. La pratica amorosa raffigurata nella sua forma più realistica ricorreva invece di frequente nei graffiti e negli ostraka realizzati dagli operai dei villaggi degli artigiani, come Deir el-Medina, oppure anche sugli amuleti propiziatori, di cui disponevano sia gli uomini sia le donne allo scopo di potenziare la sessualità e la fecondità. Gli amuleti femminili si moltiplicarono nella Bassa Epoca e durante l'epoca greco-romana, anche se non sempre con fini riproduttivi; a volte, infatti, l'unico scopo era quello di soddisfare il desiderio sessuale. Era il caso di due "deviazioni": la necrofilia e la zoofilia. È noto, attraverso le testimonianze di Erodoto, che gli addetti all'imbalsamazione davano sfogo alle loro necessità approfittando dei corpi di defunte giovani e belle; e al fine di evitare questo contatto carnale con i cadaveri, i familiari lasciavano trascorrere alcuni giorni prima di portare la defunta all'imbalsamazione. Diversi racconti narrano le relazioni di uomini e donne con animali; un'invettiva recitava: «Che un asino abbia rapporti sessuali con tua moglie!».

La letteratura parlava della parrucca come di un ornamento che stimolava la passione, e l'espressione "ponte della parrucca" era in relazione con l'atto sessuale. Anche la musica aveva una certa rilevanza nella pratica sessuale. Le relazioni amorose in ambito divino venivano rappresentate in modo simbolico. La nascita di un erede, seguita alla relazione tra la divinità e la regina, veniva illustrata con l'immagine della coppia seduta sul letto e il dio che toccava il simbolo della vita mostrato dalla regina. Un'eccezione è rappresentata dalla scena del coito, in cui i protagonisti sono la dea del cielo Nut e il dio della terra Geb, che appaiono raffigurati nel momento in cui stanno per concepire le due grandi coppie divine: Iside-Osiride e Seth-Nefti. Anche la coppia Iside-Osiride è un caso particolare, che potrebbe essere considerato, da un punto di vista moderno, un esempio di necrofilia, in quanto Iside aveva relazioni sessuali con il corpo inerte di Osiride. Il frutto di questa relazione "innaturale" e incestuosa fu Horo. Gli dei non venivano rappresentati nudi se non in casi particolari, come quello di Min e Amon-Min, connessi con la fecondità.

In una grotta di Deir el-Bahri furono rinvenuti alcuni graffiti, nei quali erano raffigurati esseri umani che praticavano atti sessuali. Le rappresentazioni, piuttosto realistiche, erano accompagnate da lunghi testi scritti in ieratico accompagnati da provocanti commentari inerenti alle fantasie erotiche. Gli amuleti con scene di coito o con uomini provvisti di un organo sessuale di notevoli dimensioni sono esemplari di scarsa qualità artistica, poiché avevano solo uno scopo: proteggere la sessualità, la fertilità e la virilità del possessore. Gli amuleti avevano una stretta relazione con la magia; anche i rimedi contro l'impotenza erano accompagnati da formule magiche. Nell'idioma egizio l'organo sessuale maschile veniva indicato con una grande varietà di nomi e di aggettivi, come potente, bello e virile. Nei geroglifici, il pene, con i testicoli, veniva frequentemente disegnato come un ideogramma o fonogramma, ma anche come determinativo in diverse parole ("toro", "asino", "maschio", "marito", "copula"). Il linguaggio erotico era ricco di espressioni, che vanno dallo stile diretto di narrazioni mitologiche fino ad arrivare ai doppi sensi dei poemi amorosi. Si conoscono oltre venti termini per dire "coito"; il più usato nei testi giuridici era nek, che equivarrebbe al nostro "copulare"; in ambito letterario, invece, venivano usate parole come benben, con cui si intendeva "compiere l'atto sessuale".

I documenti di Deir el-Medina parlano di infedeltà, violenze, divorzi, aborti e dell'esistenza di donne che si facevano pagare per le loro prestazioni sessuali. Sembra che le prostitute, largamente documentate dalle fonti letterarie, fossero ben collocate all'interno del villaggio. È noto che esistevano donne denominate "le altre", che non erano sposate e non avevano figli. In alcune località del Vicino Oriente, si realizzava l'atto sessuale nei templi attraverso l'istituzione della "prostituta sacra". Ma in Egitto, i sacerdoti praticavano una purificazione rituale che includeva la depilazione completa, il lavaggio del corpo diverse volte al giorno e l'astensione dalle pratiche sessuali mentre esercitavano le loro funzioni. Erodoto narra che i maschi dovevano lavarsi dopo aver compiuto l'atto sessuale se volevano entrare in un tempio. Da ciò si deduce che l'attività erotica era relegata all'ambito del focolare domestico, in quanto era considerata come qualcosa di intimo e privato.
10/04/2007 19:32
 
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Già i faraoni.... anche da mummie amavano il dolce piacere della fellatio. Nell'antico Egitto era una pratica molto diffusa; una nota "fellatrix" fu infatti Cleopatra, soprannominata "bocca che divora" ("borneman").

10/04/2007 19:34
 
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Spero l'intervento sia stato di vostro gradimento, e non noioso...se vi chiedete come faccio a sapere tanto, ehm..ho fatto una ricerchina di recente... [SM=x822706]
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10/04/2007 22:18
 
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l'intervento è senza dubbio interessante e sono lieta di sapere che ci sono persone ancora motivate da curiosità che approfondiscono sugli argomenti a 360°.
Una piccola nota: nei testi citati ci sono un certo numero di inesattezze, frutto, ahimè, della mancanza di filtri sul materiale pubblicato in rete. Mi riservo di segnalarle a breve, ma, nell'attesa, se posso permettermi, ti consiglio di approfondire le informazioni repertite con controlli incrociati su siti attendibili o, ancora meglio su testi che ormai è facile reperire in numerose biblioteche, senza dover necessariamente affrontare l'onere dell'acquisto.

Non volermene per quanto scritto. In proposito ci tengo a sottolineare che si tratta di errori comuni, largamente diffusi tra chi non approfondisce in maniera particolareggiata sull'argomento. Quindi lungi da me l'intenzione di aggredirti o di essere sgarbata nei tuoi confronti
Comprenderai da te, approfondendo man mano su EgiTToPhiLìa, che ciò che desideriamo è offrire uno strumento storicamente attendibile a chi decide di avvicinarsi alla storia dell'antico Egitto, proprio in virtù della larga diffusione di materiale non controllato. Converrai con me che è davvero un peccato non avere la garanzia di accedere a informazioni veritiere ed è solo per questo che mi sono permessa di segnalarlo [SM=x822712]
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