Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Letti e cuscini

Ultimo Aggiornamento: 19/05/2007 18:16
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EgiTToPhiLo/a
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13/12/2005 11:25
 
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Nel corredo funerario del defunto si trovavano letti e cuscini: così come per il riposo nella vita terrena, essi servivano anche in quella ultraterrena. Nei rilievi e nei dipinti delle tombe, i cuscini usati per dormire venivano spesso raffigurati come erano nella realtà: sopra i letti.

A partire dall'Antico Regno (2686-2173 a.C.) fecero la loro comparsa, nel corredo funerario dei defunti, letti e cuscini, come quelli che si vedono nella tomba di Hetephere. Nel corso del tempo la loro forma non cambiò, ma le decorazioni sì. Tra l'altro, essendo le tombe, per loro natura, protette dagli agenti atmosferici corrosivi, ci sono rimasti conservati splendidi modelli. Popolo e classe media dormivano di norma sopra stuoie o lettini, mentre le persone facoltose disponevano di letti sontuosi. Il tipo più semplice di letto consisteva in una rete incastrata in un pezzo di legno che, a sua volta, poggiava su quattro piedi. I supporti dei letti venivano scolpiti già in Periodo Tinita (3065-2686 a.C.), come testimoniano gli esemplari trovati nelle tombe reali di Abido. Durante il Nuovo Regno (1552-1069 a.C.), i letti avevano le sponde leggermente ricurve. Il pianale, nella maggior parte dei casi, era costituito da una rete di giunchi intrecciati e aveva forma concava. I supporti erano lavorati a forma di zampe di leone o di toro, come quelli che fanno parte del tesoro di Tutankhamon. In qualche tomba, come quella di Merit, a Deir el-Medina, con il letto sono state ritrovate anche lenzuola e coperte. Accanto al letto era collocato un banchetto per scendere e salire. Non era raro, infatti, che i letti fossero molto alti. Una volta a letto, gli egizi non poggiavano la testa su un morbido guanciale, bensì sopra un cuscino particolare, fatto con un'anima di legno avvolta da tessuti. Sono stati trovati anche letti pieghevoli, utilizzati durante i viaggi. Il poggiatesta, ueres in egizio, era, sin dai tempi remoti, un oggetto largamente diffuso nel Paese del Nilo. Come è ovvio, serviva per poggiare la testa mentre si dormiva. In Africa, e soprattutto in Etiopia, la sua forma particolare è tuttora usata: è una mezzaluna, ovattata o avvolta da stoffe, sotto cui si trova un sostegno verticale, a sua volta poggiato su piedistallo. I più antichi esemplari sono di avorio o pietra, come quelli di Fiope II, della VI dinastia (2345-2173 a.C.), e avevano natura funebre. Quelli del Nuovo Regno sono invece di legno, per quanto se ne trovino anche alcuni di alabastro.

Il loro carattere funerario è certificato dalle iscrizioni. Molte riportano il nome del proprietario ed epiteti come maa-heru, che significa "giusto di voce", con chiara allusione al defunto. Il ritrovamento di oggetti simili in case di artigiani prova che il loro uso non era limitato esclusivamente all'ambito funerario; essi, infatti, erano utilizzati anche nella vita di tutti i giorni. I poggiatesta venivano decorati con effigi di divinità apotropaiche e la loro funzione di sostegno era spesso esaltata da sculture o dipinti a forma di mani. Essi venivano messi in relazione con il sorgere del sole al mattino e con la sua vittoria sulle forze del male. Non a caso, esattamente come il sole, la testa sostenuta reclinava di notte e si levava allo spuntare del giorno. La connessione tra il sole e la testa che riposa, è chiaramente legata all'idea di resurrezione. Pertanto non deve sorprendere che l'oggetto in considerazione facesse parte di contesti funebri o che avesse rapporti con i Testi dei Sarcofagi. Da notare, infine, che molti poggiatesta furono modellati anche a forma di amuleto, cioè associati simbolicamente alla protezione magica della testa del defunto. Generalmente, il letto egizio era impreziosito da scene che raffiguravano il dio Bes, protettore del sonno. Il letto, trovato nel corredo funerario di Tutankhamon, è di legno, rivestito d'oro e dipinto. Gli elementi laterali raffigurano il corpo della dea-mucca Mehet Uaret con corna e disco solare. L'atto di deporre il cadavere del faraone su questo letto durante la cerimonia funebre aveva funzione rituale. Essa serviva a mettere il defunto in contatto con la divinità, assicurandogli, in tal modo, la resurrezione nell'aldilà. Sul sostegno del poggiatesta si poneva una tela per imbottirlo e renderlo, così, meno duro. Il mobilio aveva grande importanza nel corredo funerario, a cominciare dal letto, considerato essenziale anche nell'aldilà.

[Modificato da -Kiya- 27/10/2006 0.46]

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Scriba del
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16/05/2007 17:03
 
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...rispolvero questo vecchio 3D perchè tratta di un argomento che mi ha sempre incuriosito: l'uso dei poggiatesta non certo come suppellettile funeraria, bensì come oggetto di tutti i giorni, o meglio di tutte le notti.
Alexander cita l'uso ancor'oggi in Africa (e segnatamente in Etiopia) di manufatti simili e di certo veniva usato anche in Giappone specie dalle "geishe" per non rovinare le elaborate acconciature.
Mi sono sempre chiesto se sia comodo dormire con il capo in qualche modo "sospeso" e dall'uso del poggiatesta deriva il fatto che io, ad esempio, difficilemnte avrei dormito in Egitto: sono solito dormire a pancia in giù!

Scherzi a parte, ho però letto tempo addietro (mi pare in "Tutankhamon" di Christine El Mahdy) che, in pratica, si dormiva non poggiando la nuca sul "trespolo", bensì la guancia e che l'uso del poggiatesta sarebbe stato particolarmente benefico anche in considerazione delle alte temperature del luogo.
Infatti, dormendo su un fianco, il collo era completamente esposto alla circolazoine d'aria garantendo un maggior benessere durante la notte.
Inoltre, l'autrice precisava che ogni persona doveva avere il SUO poggiatesta poichè, per garantire un sonno comodo, l'altezza del "gambo" (ovvero la colonna che unisce la base alla "mezzaluna") doveva essere pari (come è intuibile) alla misura di ciascuno tra la guancia e la fine della propria spalla.
In effetti, guardando i poggiatesta presenti nei musei (e Torino ne è pieno), si nota che il "gambo" è quasi sempre tagliato in due parti forse proprio per garantire la giusta altezza.
Qualcuno ha altre informazioni?
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Suddito
16/05/2007 17:47
 
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Re:

Scritto da: Hotepibre 16/05/2007 17.03


Scherzi a parte, ho però letto tempo addietro (mi pare in "Tutankhamon" di Christine El Mahdy) che, in pratica, si dormiva non poggiando la nuca sul "trespolo", bensì la guancia e che l'uso del poggiatesta sarebbe stato particolarmente benefico anche in considerazione delle alte temperature del luogo.
Infatti, dormendo su un fianco, il collo era completamente esposto alla circolazoine d'aria garantendo un maggior benessere durante la notte.
Inoltre, l'autrice precisava che ogni persona doveva avere il SUO poggiatesta poichè, per garantire un sonno comodo, l'altezza del "gambo" (ovvero la colonna che unisce la base alla "mezzaluna") doveva essere pari (come è intuibile) alla misura di ciascuno tra la guancia e la fine della propria spalla.
In effetti, guardando i poggiatesta presenti nei musei (e Torino ne è pieno), si nota che il "gambo" è quasi sempre tagliato in due parti forse proprio per garantire la giusta altezza.
Qualcuno ha altre informazioni?





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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
19/05/2007 18:16
 
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Ecco cosa ho trovato a riguardo, da una pubblicazione del Museo Egizio di Firenze:

Il poggiatesta era fatto per essere messo sul letto in luogo del cuscino e stava fra il capo e le spalle
della persona che dormiva, di solito sdraiata su di un fianco. Le prime rappresentazioni di quest’oggetto
risalgono alla terza Dinastia (2650-2613 a.C.) all’interno di liste di offerte o nelle raffigurazioni
funerarie, ma il suo uso è già attestato alla fine del periodo predinastico (fino al 3100 a.C.) in alcune
tombe di Tarkhan. La forma più comune è in genere un “cuscino” a semiluna retto da una piccola
colonna, che può anche essere doppia, multipla oppure in forma di arto animale, come si può ben
osservare fra i numerosi differenti esemplari della collezione del museo di Firenze; la “colonna” si
erge su di un piedistallo ellittico o rettangolare.
Per l’uso concreto il poggiatesta è di solito di legno e molto spesso rivestito da più giri di stoffa per
renderlo più confortevole, ma per uso funerario si può trovare anche in avorio, alabastro egiziano,
oppure in sostituti più economici quali calcare, faience, terracotta.
L’associazione di quest’oggetto con la testa del dormiente e quindi anche con quella del defunto,
gli conferisce un valore magico legato al risveglio del Sole ogni mattina e alla sua vittoria contro le
forze del male.
Così a partire dal Nuovo Regno (1552-1070 a.C.) si trova nel Libro dei Morti un capitolo, il
CLXVI, dedicato al poggiatesta ed al risveglio del defunto la cui testa è tenuta sollevata verso l’Orizzonte
dall’uso di quest’oggetto.
Dalla XVIII Dinastia (1552-1306 a.C.) entrano in uso piccoli amuleti foggiati a poggiatesta che
recano scritta la formula magica, di protezione per il defunto.







proprio al Museo di Torino è possibile ammirare una foto che illustra la posizione del dormiente e del relativo poggiatesta.
Nella medesima, l'oggetto risulta inclinato e non retto, alfine di dare un comfort maggiore durante il riposo. Se ne deduce che probabilmente il poggiatesta venisse fissato al letto per non alterarne la posizione originaria durante il sonno.



[Alla memoria...:


questo argomento mi riporta alla mente qualcuno che mi fu molto caro e che oggi non c'è più. Fu proprio lui ad illustrarmi questi particolari, in occasione di una visita al Museo che si rivelò poi essere anche l'ultimo nostro incontro. Il suo corpo ora riposa eternamente, mentre il suo ka vola alto nei cieli della Valle che lo accolse per sempre...

Ciao Twtw... ]




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