«La strada per Menfi e Tebe passa da Torino». Così disse Jean François Champollion, decifratore di geroglifici egizi, giungendo al museo nel 1824. Eh sì, perché il museo egizio di Torino è considerato tra i più importanti del mondo, dopo, ovviamente, quello del Cairo.
Per tutto il mese di maggio 2012, il Museo propone numerose iniziative per grandi e piccini, alla scoperta della grande civiltà dei faraoni; il fatto che si trovi proprio a Torino, città da sempre considerata oscura ed esoterica, rende il tutto più suggestivo, dato che il culto egizio è molto legato all’aldilà ed è spesso popolato da figure mostruose che il defunto deve combattere prima di poter raggiungere il paradiso di Osiride.
Il Museo Egizio contiene un insieme di collezioni sovrapposte nel tempo, alle quali si devono anche aggiungere i ritrovamenti effettuati tra il 1900 e il 1935, a seguito degli scavi condotti proprio in Egitto dalla Missione Archeologica Italiana.
All'interno è possibile trovare, infatti, molte statue, papiri, rilievi provenienti dall'Egitto, ma merita in particolar modo attenzione il Libro dei Morti che occupa un'intera parete. Il Libro dei Morti era una sorta di manuale che doveva condurre le anime indenni al cospetto di Osiride: il percorso dell’aldilà era, infatti, disseminato di insidie e trappole impossibili da superare senza il prezioso Libro.
Il giudizio davanti al tribunale di Osiride rappresenta il momento cruciale per essere accolto in Paradiso, tra gli dei. Il defunto è accompagnato per mano da Anubi di fronte a 42 dei che gli chiedono di confessare 42 peccati terreni. Dopo che il defunto ha confessato di essere totalmente innocente e di non averne mai compiuto neppure uno, il dio con la testa di sciacallo, posiziona il suo cuore sulla bilancia insieme alla piuma di Maat (la verità).
Toth, dio della scrittura e della conoscenza, segna su di un papiro il risultato: se il cuore è più leggero della piuma, allora l'anima è pura e Horus lo condurrà per mano di fronte a Osiride che, accompagnato dalle mogli e sorelle Iside e Nephtis, lo accoglierà nel cielo. Se invece il cuore pesa più della piuma, allora sarà divorato dal mostro Ammut.
Il Libro dei Morti veniva sepolto insieme al defunto, in modo che lo avesse con sé, oppure era direttamente disegnato all'interno del sarcofago. Una cosa è certa: un’anima non avrebbe mai potuto vagare nell’aldilà senza quest’importante aiuto!
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