Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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"Nel cantiere della Grande Piramide" di Marco Virginio Fiorini

Ultimo Aggiornamento: 21/11/2013 10:43
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di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
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S3t n m3't -
26/02/2012 14:18
 
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Ho ricevuto il tuo libro venerdì in pausa pranzo, e l'ho terminato ieri.
Sì, l'ho divorato, facendo una pausa soltanto al capitolo relativo alle rampe (dopo 120 pagine), giusto per prendere un po' fiato.
Ora mi è pertanto concesso di dire che non sono affatto sorpresa del successo registrato in sede di conferenza, né del riscontro ottenuto da parte di nomi autorevoli dell'Egittologia, quale è il Prof. Curto.

Giunta alla parte relativa all'innalzamento della Piramide, mi tornavano ripetutamente alla mente le tue parole, più volte espresse durante le nostre chiacchierate:

"... non potrai fare a meno di chiederti 'come ho fatto a non pensarci?'!"

Non mi sono mai interessata in modo specifico e dettagliato della costruzione delle Piramidi e quindi non mi sono mai soffermata su quali potessero essere i metodi impiegati dagli Egizi per costruirle. Non l'ho mai fatto perchè ritenevo, a priori, di non possedere le conoscenze e le capacità necessarie per comprenderlo. Per lo stesso motivo, non ho mai affrontato letture a tema. Ci ho provato qualche volta, ma ho subito desistito poichè testi di quel tipo mi intimorivano fin dalle prime pagine, introducendo concetti e formule che mi facevano perdere il filo del discorso nell'arco di breve tempo.
Ciò che mi soprende, quindi, non è il non esserci arrivata in prima persona, quanto piuttosto il fatto che "addetti ai lavori" non ci siano arrivati.

La tua teoria, col senno del poi, è così semplice da risultare quasi... "banale" (termine da non leggere con accezione negativa, tutt'altro!)! E quindi sono giunta a conclusione che stava proprio lì la difficoltà!
Chi ha voluto addentrarsi nell'argomento, cercando di intuire come gli Egizi abbiano eretto le Piramidi, ha sempre "strafatto", elaborando teorie impossibili persino per le epoche moderne, a volte. Figuriamoci per l'antichità.....
Sono giunta alla conclusione che siamo stati noi a rendere impossibile la costruzione di questi monumenti, ad indurre una moltitudine di persone a ritenerlo tale e ad ipotizzare la necessità di un intervento superiore, togliendo agli Egizi un primato che gli spetta di diritto: la semplicità. La capacità di ingegnarsi con gli strumenti in loro possesso. Cosa che noi, influenzati dal nostro tempo, non siamo stati capaci di fare. Fino ad ora. E questo merito ti spetta di diritto.


Alla tua teoria devo riconoscere più di un vanto:

senza dubbio è consona al tempo a cui si riferisce, ma soprattutto è di una semplicità disarmante. Il che la rende perfettamente calzante e misurata per l'epoca.
A questo vado ad aggiungere l'uso di un linguaggio accessibile a tutti e la tua innata capacità di rendere semplici i concetti più elaborati, consentendone la comprensione anche a chi, come me, non ha la benchè minima preparazione in materia. Una capacità che soltanto chi ha piena padronanza di un argomento può sviluppare e certo non vi sono dubbi a riguardo della tua preparazione professionale in termini di cantieri e costruzioni.

La lettura di "Nel cantiere della Grande Piramide" si è rivelata, fin da subito appassionante. Un viaggio nel tempo che mi ha regalato, riga per riga, l'illusione di trovarmi lì, su quella Piana, ad assistere in prima persona all'evoluzione dei lavori.
Ho condensato 25 anni di entusiasmo e attesa in una manciata di poche ore, pur vivendo istante per istante con grande intensità.
Ho potuto veder crescere davanti ai miei occhi il Monumento per eccellenza. Un'opera che, dopo più di 4500 anni, conserva ancora il primato di risultare ineguagliata per bellezza e semplicità.
So che era questo il tuo intento e, con immenso piacere, posso confermare che ci sei pienamente riuscito.

Per tutte queste ragioni, ne consiglio spassionatamente lettura a chiunque.

Per correttezza, non introdurrò alcuno degli elementi che sono parte della tua teoria. Lascerò che sia tu a farlo, se e quando lo riterrai opportuno. Mi limito solo a dire che di tutto quanto esposto, ho incontrato difficoltà soltanto al cospetto del capitolo relativo al tunnel (quello necessario nella fase finale). Giudico, quindi, i passaggi relativi alla sua costruzione la parte più complessa da assimilare.
Nutro anche qualche riserva, lo devo ammettere, in particolare a riguardo della soluzione proposta in riferimento al Pyramidion, o Ben-Ben , poichè l'ipotesi specifica non mi convince fino in fondo. Non tanto per la tecnica utilizzata, quanto per la scelta che, a tuo parere, potrebbero aver fatto per alleggerirne il peso. Confesso che mi hai fatto anche un po' tribolare.... mi sono scervellata per ricordare dove avevo già visto quel dato simbolo che mi era così familiare (quello che proponi per rendere il Ben-Ben in ultimo stadio) e, dopo ore passate a rimuginare, ci sono finalmente arrivata! [SM=g1621247]

Vorrei, infine, riportare un tuo passo, quello conclusivo, poichè a mio avviso merita di essere letto a priori e perchè lo trovo bellissimo. Spero che non me ne vorrai, dunque, se mi prendo la libertà di riproporlo qui. Lo faccio per la ragione di cui sopra e perchè non rivela assolutamente nulla della teoria in sé, ma, per contro, chiarisce e sintetizza perfettamente i tuoi intenti (sostituirò la definizione della tua teoria, così come tu stesso la battezzi, per non rivelare nulla, con il termine generico "Sistema"):



E' possibile che gli Egizi abbiano costruito questo spettacoloso edificio con una tecnica che magari non scopriremo mai, ma la cosa che mi rallegra è credere che se avessero seguito il [Sistema] appena descritto, avrebbero potuto farcela, poichè esso si adatta perfettamente al grado di civiltà e di conoscenza tecnica che loro possedevano in quel momento.
E ciò mi basta.


Marco Virginio Fiorini, "Nel cantiere della Grande Piramide", pag. 177



Sono sicura che il tuo libro sarà destinato ad incontrare il favore di un pubblico numeroso, come anche lo sfavore da parte di chi non vorrà ammettere di non esserci arrivato prima. Ma sarà proprio questo a testimoniarne, tante volte quante saranno le critiche ricevute, la credibilità.

Ottimo lavoro, Marco! Complimenti vivissimi! [SM=g999097]


Rinnovo il mio personale ringraziamento per la copia che mi hai riservato, per la citazione nei Ringraziamenti e, soprattutto, per la dedica, sinceramente e profondamente gradita [SM=g999103]


[Modificato da -Kiya- 27/02/2012 02:37]
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