Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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influenze della sapienza egizia su religione e filosofia greca

Ultimo Aggiornamento: 09/12/2011 16:03
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di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
07/12/2011 23:36
 
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Eccomi, dunque, a cercare di addentrarmi in un argomento che non solo è vasto, ma richiede anche una debita introduzione, necessaria a chiarire il contesto che andiamo ad affrontare. Probabilmente mi ci approccerò a più riprese, cominciando a trattare la questione relativa alle migrazioni di Greci in Egitto.

Solo qualche giorno fa ho risfogliato il Timeo, ripercorrendone i contenuti e le frasi che mi hanno colpito maggiormente fin dalla prima lettura. Una, in particolare, merita di essere proposta qui, in riferimento alle rispettive "età" della civiltà Egizia e di quella Greca.
Preso atto del fatto che l'origine dell'Antica Grecia si fa risalire a tempi relativamente recenti (in un'epoca compresa tra il 1000 e il 770 a.C.) non sorprendono le parole, riferite da Platone, di un sacerdote Egizio che così si rivolge a Solone:

"Siete tutti giovani d'animo, perchè non avete nelle vostre anime nessuna opinione antica trasmessa attraverso una tradizione che proviene dal passato, né alcun sapere ingrigito dal passare del tempo."

Tuttavia se, per certi versi, tale "gioventù" poté rappresentare uno svantaggio, per altri, probabilmente, fu l'esatto contrario.
Il non doversi rapportare e confrontare con una tradizione millenaria, come quella Egizia, consentì ai Greci di accostarsi ad ogni popolo, ad ogni civiltà, con cui vennero a contatto mossi dalla curiosità, dal desiderio di sapere, plasmando e assimilando tutto quanto fosse possibile assimilare. Un approcciò, il loro, che gli consentì di "crescere" e sviluppare in modo rapido qualsiasi ambito di conoscenza.

Le ondate migratorie dei Greci verso l'Egitto non incontrarono di primo achito ostilità. La popolazione Egizia li assimilò a quell'Alessandro che li liberò dal dominio Persiano e che fu accolto da Amon come figlio. Dal canto loro, i Greci palesarono una sorta di venerazione nei confronti della saggezza Egizia.
La convivenza diede poi adito all'insorgenza di problemi. Gli Egizi si impegnarono a fondo per il mantenimento della loro identità e, sebbene siamo a conocenza dell'esistenza di matrimoni misti, dove una donna egizia sposò un uomo greco o viceversa, ci è altrettanto noto il fatto che i figli nati da queste unioni spesso recavano nomi Egizi.
Sicuramente vi furono atteggiamenti più estremisti. Si assistette a tumulti con cui i locali, riuniti in gruppi, manifestarono malcontento sia per la presenza straniera, sia per i privilegi che questa fin da subito si concesse. Fu lo scontro di due mentalità nettamente diverse fra loro, di capacità organizzative e strutture sociali poste su piani differenti. Quelle greche sicuramente più articolate ed eterogenee rispetto alle autoctone. Se, dunque, gli Egizi influenzarono i Greci da un punto di vista religioso, artistico, filosofico e scientifico, certamente possiamo dire altrettanto per i Greci, in ambito politico, sociale e linguistico.

Le divinità dell'antico Egitto vantano numerose sfaccettature che le rendono facilmente adattabili e plasmabili, rispetto a quelle di altre civiltà, molto più rigide, oserei dire "limitate". Da ciò si evince quanto possa essere stato semplice, piuttosto scontato, per i Greci assimilare Zeus e Amon, Thot ed Hermes, Horo e Apollo, Hathor e Afrodite, etc. Altrettanto facile fu per gli stessi lasciarsi affascinare dai culti misterici legati ad Iside e Osiride, e contribuire a diffonderli anche al di fuori dei confini del Paese. Gli scritti di Erodoto, Diodoro Siculo e Platone, del resto, testimoniano con chiarezza che la religione Egizia seppe mantenere invariata l'integrità che da sempre la contraddistingueva, senza subire sostanziali "infiltrazioni" da parte di altri culti.

Tirando le somme, non fu essenzialmente l'Egitto a "grecizzarsi", quanto i Greci ad "egittizzarsi", anche quando Alessandria, all'apice del suo splendore, divenne fulcro della vita intellettuale e meta ambita dai letterati, poeti e scienziati di tutto il mondo ellenistico. Un ambiente culturale di spiccata vivacità, alimentato dal mecenatismo tipico dei Tolomei, che seppero attingere alla tradizione antica di cui l'Egitto disponeva, arricchendola con moderno e crescente sapere.
[Modificato da -Kiya- 08/12/2011 18:31]
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