Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Dieci "miti" da sfatare sull'Antico Egitto?

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2012 00:40
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
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27/11/2011 21:35
 
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10) La "Maledizione del Faraone"




La "maledizione" che avrebbe colpito coloro che hanno aperto la tomba di Tutankhamon, fu una trovata pubblicitaria trionfale per i media dell'epoca, a discapito della suscettibilità pubblica.
La voce che una "maledizione" avrebbe ucciso Lord Carnarvon, sponsor della spedizione, e altri membri che vi presero parte si diffuse con una velocità impressionante.

Sebbene in epoche più recenti gli scenziati abbiano voluto giustificare i decessi, attribuendone la causa a funghi pericolosi o a gas accumulatisi nell'arco di millenni all'interno della tomba, in realtà i decessi a cui ci stiamo riferendo non necessitano di alcuna spiegazione particolare. Soltanto 8 dei 58 presenti alla scoperta della tomba morirono in un lasso di tempo pari a ben 12 anni, mentre Carter, che doveva essere l'obiettivo più ovvio per la cosiddetta "maledizione", visse per altri 16.

Le altre coincidenze sono semplicemente la dimostrazione di un caso di distorsione: qualsiasi evento sfortunato che colpì qualcuno tra coloro che presero parte alla spedizione venne attribuito alla "maledizione", alimentando il naturale impulso delle persone a credere con più facilità a una storia emozionante, piuttosto che alla realtà dei fatti.
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Sacerdotessa
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Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
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27/11/2011 21:37
 
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Sono o non sono "miti" da sfatare, a parer vostro?
Se sì, avete ulteriori "prove" da portare a ulteriore conferma?
Se no, perchè?
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La Divina Cantatrice
- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
28/11/2011 00:54
 
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10 miti da sfatare, esiste più di un argomento per smentire queste convinzioni che peraltro condivide solo chi non si è mai avvicinato alla storia dell'antico Egitto.
Kiya ha motivato con precisione gli aspetti che demoliscono quelle teorie però su due dei "miti" vorrei aggiungere qualcosa.
La bellezza di Cleopatra, secondo me, resta una verità se riusciamo a cogliere nel pieno l'aspetto del fascino che emanava ed a non guardare con gli occhi di oggi le sue effigi romane. Raffigurata alla moda delle matrone e immobilizzata in una moneta non risponde ai canoni della bellezza attuale però nessuno può stabilire quanto quel naso aquilino e quel mento volitivo fossero un tentativo maldestro di dare personalità ad una immagine che nella realtà esprimeva sex-appeal, eccentricità ed esotismo comunque invisi a quella società.
L'altro mito che non mi sembra completamente vacuo è l'ossessione della morte. A questo proposito vorrei dire che il concetto di morte fu così ossessionante da farne un aspetto del concetto di vita. La replica della materialità della vita, quando questa non palpitava più, fu una ricerca spasmodica e minuziosa come a voler negare la ineluttabilità dell'evento morte, prescindendo dalla percezione di una esistenza aldilà.
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EgiTToPhiLo/a
Suddito
28/11/2011 03:47
 
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Riguardo al punto 1, dissentisco dicendo che alla fine, la bellezza è puramente soggettiva. Per noi potrebbe essere brutta, per altri una bellezza divina.

Per tutti gli altri punti, non ho nulla da dire, spiegazioni perfettamente ottime.
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28/11/2011 11:37
 
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Io ne aggiungerei un undicesimo: gli antichi egizi erano magri.
Sembrerebbe che non fosse affatto vero: il tasso di obesità si sarebbe aggirato attorno al 30%, una percentuale pressapoco pari a quella degli Stati Uniti, dove questo inconveniente è un flagello nazionale. [SM=x822730]
E' qualcosa difficile da accettare, perchè molte persone si avvicinano a questa civiltà affascinate dall'eleganza delle figure che appaiono sui bassorilievi, in cui uomini e donne sono straordinariamente sottili .
[Modificato da Merytaton62 28/11/2011 11:39]
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28/11/2011 11:44
 
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Per quanto riguarda l'ossessione per la morte, credo che questo evento si ponesse continuamente alla loro attenzione loro malgrado. Mi spiego meglio: nella nostra società la morte è generalmente collegata all'età avanzata o ad un evento traumatico (in ospedale un 70enne è considerato "giovane"!), quindi nella vita di tutti i giorni molti riescono a rimuoverla. Anticamente ciò non era possibile: la mortalità infantile era altissima, molte donne morivano di parto, non c'erano antibiotici per combattere le infezioni. Per non parlare delle guerre, pestilenze e quant'altro...logico che la gente ci pensasse.
[Modificato da Merytaton62 28/11/2011 11:45]
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28/11/2011 13:42
 
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Re:
roberta.maat, 28/11/2011 00.54:


Kiya ha motivato con precisione gli aspetti che demoliscono quelle teorie però su due dei "miti" vorrei aggiungere qualcosa.
La bellezza di Cleopatra, secondo me, resta una verità se riusciamo a cogliere nel pieno l'aspetto del fascino che emanava ed a non guardare con gli occhi di oggi le sue effigi romane. Raffigurata alla moda delle matrone e immobilizzata in una moneta non risponde ai canoni della bellezza attuale però nessuno può stabilire quanto quel naso aquilino e quel mento volitivo fossero un tentativo maldestro di dare personalità ad una immagine che nella realtà esprimeva sex-appeal, eccentricità ed esotismo comunque invisi a quella società.
L'altro mito che non mi sembra completamente vacuo è l'ossessione della morte. A questo proposito vorrei dire che il concetto di morte fu così ossessionante da farne un aspetto del concetto di vita. La replica della materialità della vita, quando questa non palpitava più, fu una ricerca spasmodica e minuziosa come a voler negare la ineluttabilità dell'evento morte, prescindendo dalla percezione di una esistenza aldilà.




Sono entrambe interessanti riflessioni, Roberta, che mi trovano pienamente daccordo.
Per quel che riguarda Cleopatra, sono una sua ammiratrice, se mi è concesso definirmi tale. Essenzialmente ne ammiro l'intelletto, la conoscenza, la sagacia e anche quella cocciutaggine, o per meglio dire "carattere", che le permise di soddisfare ogni sua volontà, compresa quella di non piegarsi al cospetto di Roma. C'è forse bellezza più pura di questa in un animo femminile?

Sulla questione della morte: sostanzialmente gli Egizi non fecero altro che alimentare per l'intero arco della loro storia una grande speranza. E questo, a mio avviso, ha un solo significato: la sconfitta del timore della morte, in nome dell'amore per la vita.
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28/11/2011 13:48
 
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Re:
Merytaton62, 28/11/2011 11.37:

Io ne aggiungerei un undicesimo: gli antichi egizi erano magri.
Sembrerebbe che non fosse affatto vero: il tasso di obesità si sarebbe aggirato attorno al 30%, una percentuale pressapoco pari a quella degli Stati Uniti, dove questo inconveniente è un flagello nazionale. [SM=x822730]
E' qualcosa difficile da accettare, perchè molte persone si avvicinano a questa civiltà affascinate dall'eleganza delle figure che appaiono sui bassorilievi, in cui uomini e donne sono straordinariamente sottili .



Verissimo! I rilievi e le rappresentazioni comunicano eleganza, stile e perfezione, tranne naturalmente alcune eccezioni, come ad esempio alcune statue (gli scribi seduti, tanto per citarne alcune) o l'intera Epoca Amarniana.
Considerato che quando, invece, dovevano rappresentare esponenti di popoli stranieri questi canoni venivano meno (pensiamo ad esempio alle rappresentazioni della Regina di Punt, nel Tempio di Deir el-Bahari), risulta evidente quale fosse il compito degli artisti e degli scultori: esaltare la "razza" Egizia ed elevarla sopra ogni altra.
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28/11/2011 13:53
 
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Re:
Merytaton62, 28/11/2011 11.44:

Per quanto riguarda l'ossessione per la morte, credo che questo evento si ponesse continuamente alla loro attenzione loro malgrado. Mi spiego meglio: nella nostra società la morte è generalmente collegata all'età avanzata o ad un evento traumatico (in ospedale un 70enne è considerato "giovane"!), quindi nella vita di tutti i giorni molti riescono a rimuoverla. Anticamente ciò non era possibile: la mortalità infantile era altissima, molte donne morivano di parto, non c'erano antibiotici per combattere le infezioni. Per non parlare delle guerre, pestilenze e quant'altro...logico che la gente ci pensasse.




A mio avviso, questa "ossessione" è assai spiccata anche nel nostro tempo. In un certo senso lo è ancora di più, mitigata apparentemente solo dal fatto che ci illudiamo di poterla se non sconfiggere, quanto meno rimandare grazie al progresso scientifico.
Ancor di più di quella della morte, oggi giorno abbiamo sviluppato l'ossessione per la vecchiaia... pensiamo a quanta gente (e non mi riferisco solo al mondo dello spettacolo) ricorre ad interventi chirurgici o estetici per nasconderne i segni. Un timore che invece gli Egizi non conoscevano, essenzialmente per le ragioni che hai già illustrato tu. A dirla tutta a quell'epoca vecchiaia era sininimo di saggezza e, proprio in quanto traguardo raggiungibile da pochi, fortemente auspicata.
29/11/2011 18:29
 
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Certamente, condivido tutto :), do il mio piccolo contributo aggiungendo ulteriori elementi alle già esaustive precisazioni di Kiya. Spero li troviate interessanti. :)

1. Oltre alla numismatica, della non particolare bellezza fisica di Cleopatra VII ci dice qualcosa anche Plutarco nella "Vita di Antonio" e, non molto tempo fa, ho tradotto dal greco proprio quel passo. Riporto i punti più interessanti della mia traduzione:
Scrive Plutarco: " (...) Ed era infatti, come dicono, la bellezza (di Cleopatra) in sè per sè per nulla incomparabile, nè tale da sbalordire coloro che (la) vedevano".
Da cui si può dedurre che non fosse l'Elizabeth Taylor del famoso film :), ma certo era di grandissimo fascino, (e Cesare di donne se ne intendeva ahahah) tra le altre cose continua affermando: " (...) il suono della sua voce procurava piacere; e volgendo facilmente la lingua, come uno strumento dalle molte corde, secondo la lingua che voleva, proprio a pochi stranieri (lett. barbari) si rivolgeva per mezzo di un interprete, ai più lei stessa dava risposte, come agli Etiopi, ai Trogloditi, agli Ebrei, agli Arabi, ai Siri, ai Medi, ai Parti. Si dice che conoscesse le lingue anche di molti altri, mentre i re prima di lei non si degnavano di apprendere neppure la lingua egiziana, dimenticando alcuni anche il dialetto macedone."

5. Alcuni casi di "maledizioni" vi sono, ad esempio: Dd=f, msh jr=f m mw, hf3 jr=f hr t3, jrt(y).f(y) xt jr nw, n sp jr(=j) xt jr=f, jn nTr wD'=f " Egli dice: Sia il coccodrillo contro di lui nell'acqua, sia il serpente contro di lui nella terra, che farà delle cose (malvagie) contro essa (la tomba, il corpo del defunto etc.), (quando) io non ho fatto niente contro di lui, è il dio che giudicherà" - dall'iscrizione della mastaba del defunto Meni.
Giustamente però un conto è la presenza isolata di "maledizioni" (che poi sono più "avvertimenti") in determinati contesti, un'altro è credere che questa sia la norma.

9. Sul tema dell'Esodo, oltre all'assurdità nell'immaginare un intero popolo come quello ebraico schiavo nella tollerante società egiziana, già basterebbero, per sfatarlo, i grandi anacronismi storici del racconto in questione, ambientato a piacimento attorno all'età ramesside-II millennio a.C., periodo in cui non esisteva alcun popolo e entità ebraica, mentre tutta una serie di riferimenti riportano al VII secolo a.C. circa.

Anche semplici dettagli come: la presenza nel testo di rotte mercantili a dorso di dromedario, quando prima dell' VIII-VII secolo a.C. questo animale era confinato nell'altipiano iranico, e solo da quel momento in poi diventerà la base dei fiorenti commerci, dei quali si arricchirà, ad esempio, il cosidetto "Regno di Saba", nello Yemen.

Saluti!
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