00 22/09/2010 19:13
astronomia egizia / astronomia mesopotamica: basi per un confronto
Cara Kiya, spero che queste poche righe possano rispondere in parte alla domanda. Ho lasciato l'approfondimento della parte egizia alla bibliografia che hai dato nella tua precedente risposta.
Max

Il confronto tra Egitto e Mesopotamia nell’ambito dell’astronomia viene spesso inserito in una falsa prospettiva.
In primo luogo bisogna tener conto che le osservazioni astronomiche in Egitto sono attestate dal IV° millennio a.C. mentre in Mesopotamia escludendo alcuni brevi e/o frammentari documenti, come ad esempio la registrazione delle fasi di Venere sotto il re Ammisaduqa (1703-1682 a.C.), , la documentazione astronomica inizia dal I° millennio a.C. Del periodo sumerico non sembra rimanere nulla, anche se alcuni studiosi ipotizzano che il nome di alcune costellazioni zodiacali e non, siano stati assegnati già dai sumeri stessi. In particolare in Assiria l’astronomia diviene oggetto di interesse da parte della corte dal IX secolo a.C. In Babilonia il calcolo astronomico trova origine dal VI secolo a.C. e trovò il suo apice nell’incontro con la cultura greca dall’epoca Achemenide. La cultura babilonese fornì dati di osservazioni lunghe di secoli, la cultura greca il pensiero sistematico. A questo mix si aggiunse nell’ambiente di Alessandria d’Egitto la grande quantità di informazioni lasciate dagli egiziani: tale mescolanza di culture ebbe diversi risultati: lo sviluppo pre galileiano dell’astronomia il cui simbolo può essere considerato il soffitto della cappella di Osiride nel tempio di Dendera, dove la sfera dell’universo della scuola pitagorica viene proiettata su piano bidimensionale, sembra per la prima volta; e dove stelle, costellazioni, pianeti, percorso del sole, etc, sono indicati con simboli egizi, e greco-babilonesi.
Secondo punto, in Egitto l’osservazione astronomica nasce in maniera funzionale e tecnica (impostazione dei calendari, calcolo delle ore, orientamento dei monumenti), affiancandosi all’uso religioso; e poi dal I° millennio a.C. astrologico, in base a forti influenze orientali prima e greche poi. In Mesopotamia lo spunto è principalmente astrologico: le osservazioni migliori e più precise servivano per leggere il destino di dinastie regnanti (mai del singolo) e dei raccolti.
Terzo punto. L’interesse per l’astronomia è relativo ad ognuna delle culture, ovvero egiziani, babilonesi e assiri (per analogia sumeri) osservavano la volta celeste per scopi e ponendosi domande del tutto differenti tra loro. I babilonesi, ad esempio, dall’VIII secolo a.C. cercarono di calcolare le eclissi di luna, viste come manifestazioni dell’ira divina (come quelle del sole); ma spesso segnarono nelle loro liste eclissi “fuori tempo”, ovvero verificatesi in anticipo rispetto ai loro calcoli. Altro esempio può essere il calendario: malgrado che i “diari astronomici” babilonesi, dal 700 a.C. registrassero osservazioni molto particolari nelle effemeridi (per ogni anno, con indicazioni mensili, giornaliere, e perfino informazioni sul meteo), essi non modificarono / semplificarono il calendario lunare di dodici mesi dirigendosi verso l’uso del calendario solare. Continuarono ad aggiungere sempre un mese intercalare per la coincidenza con l’anno solare, talvolta con sistemi molto complessi (ad esempio dal 380 a.C. circa, inizia un periodo di 19 anni con 8 anni bisestili, per la coincidenza con l’anno solare). In un manuale di divinazione del IV secolo a.C. essi sostengono ancora che l’anno è composto da dodici mesi e da 360 giorni. Ma più che un perseverare nell’errore (nella prima metà del II millennio a.C. a Babilonia sono anche attestati diversi anni in successione ognuno dei quali con un mese intercalare!) questa scelta deve essere letta come il mantenimento della tradizione: il calendario lunare è nel vicino oriente collegato intimamente con la sfera religiosa, e sia gli assiri, sia i babilonesi utilizzavano il calendario come nel periodo di Ur III (XXI secolo a.C.) o di Uruk (inizio III millennio a.C.).
Quarto punto. Lo sviluppo verso una astronomia “scientifica” viene effettuato dai Babilonesi verso la fine del VI secolo a.C., quando cercarono di utilizzare la matematica per determinare fasi lunari e posizioni dei pianeti in anticipo, influenzando in questa direzione l’ambiente greco, come l’introduzione dell’Almagesto di Tolomeo ben ci racconta; ma sempre in un’ottica astrologica.