00 17/08/2010 14:26
Dunque, vi tralascio l'analisi hegeliana che equiparava quasi la "teocrazia" con la "democrazia" giacchè egli a livello filosofico, si intende, equipara il "popolo" ad un "Dio reale", e provo a dare una risposta che, per forza di cose, non è poi così semplice neppure da scrivere.

La "teocrazia", infatti, (ovvero "governo di Dio") PUO' essere "ierocrazia" (ovvero "governo del sacro" con ciò intendendo una classe sacerdotale), ma non sempre questo avviene.
Ed infatti, la definizione di "ierocrazia" data da Kiya recita:

...potere viene gestito da una persona (o un gruppo di persone) facente parte di una casta sacerdotale, e per questo ritenuta sacra, rappresentante del volere divino, se non addirittura incarnazione stessa della divinità...



Nel caso della "ierocrazia" , perciò, il potere non è tanto derivante dalla figura del Dio, che nella "teocrazia" può anche manifestarsi nel Sovrano (come avveniva in Egitto), ma TENDE alla divinità ed alla santità attraverso il sacrificio, lo studio, la sapienza, di una classe sacerdotale egemone che detiene la conoscenza ed il potere.

E' una differenza sottilissima tanto che, come ho sopra sottolineato, "teocrazia", in qualche caso, può anche coincidere con "ierocrazia".
Direi che, a tal proposito, per un certo periodo l'Egitto è stata una ierocrazia, quando ai Re-Sacerdoti si sostituirono i Sacerdoti-Re.

Nel caso dell'Antico Egitto, il Sovrano era un Re-Dio, ma, di fatto, la sua opera politica non tendeva alla santificazione giacchè egli era già Dio, suo interesse era il governo politico, il mantenimento della Maat, e non la santificazione ne' della classe politica in senso stretto, ne' tantomeno, del popolo.

Direi che, in questo senso, la "divinità" del Re egizio era "fine a se stessa" ed egli regnava quasi che l'essere un "Dio" fosse solo un rafforzativo della sua posizione di preminenza.
Un po' come tanti dittatori che si autoproclamano Re-Imperatore-Comandante in capo degli eserciti, e chi più ne ha più ne metta, per rafforzare la loro figura ed essere superiori ad altri appartenenti alla classe di governo.

E' un po' "mutatis mutandis", il motivo per cui, parlando della religione atoniana, si preferisce parlare di "monoteismo" piuttosto che del più corretto "enoteismo".
Sarebbe un po' come porci la stesa domanda relativa alla religione cristiana che prevede, accanto ad un Dio principale, tante altre piccole "divinità" che noi chiamiamo "santi": è un "monoteismo" o un "enoteismo"? E non dimentichiamo che, come per gli antichi Dei, anche i nostri "santi" proteggono qualcosa: Santa Lucia protettrice della vista; Sant'Antonio protettore degli animali; San Cristoforo protettore dei viaggiatori; o, se si preferisce, le molteplici manifestazioni con cui è nota una stessa figura divina come la Madonna, etc.