00 14/05/2010 09:27
Non vorrei essere giudicata dissacrante e trovo complesso organizzare a parole il mio pensiero.
Il corpo ci appartiene, esso è l'immagine esteriore di ciò che siamo, merita rispetto ed è lo strumento per cui riusciamo a comprendere il diritto alla individualità conferendo i diritti che sono propri degli uomini.
Deve essere questo un punto fermo per allontanarsi dal materialismo più estremo che sovente spinge a confondere membra essiccate con vasi di coccio.
Vorrei aggiungere però che anche un coccio riprende a vivere se collocato nel tempo e nello spazio là dove, pure inerte, partecipava alla vita. Il cercare di riportare un corpo nella dimensione che frequentava da vivo restitusce l'essenza che il tempo e l'oblio vogliono cancellare.
Nessuno di noi butterebbe una scatola di ricordi cari ma se questa finisse in mani estranee perderebbe il suo valore e la sua fine sarebbe inevitabile. Ancora più facile sembrerebbe disfarsi di quel corpo secco e fasciato, testimone della caducità della carne, seppellendolo lontano dalla vista dei simili che nulla sanno di lui. Un atto di pietas che riteniamo tutti un dovere......tuttavia obblighiamoci a pensare talvolta che se guardiamo una bacheca stiamo permettendo a quel defunto di essere ancora QUALCUNO.