00 05/03/2008 12:24
Forse ho trovato una conferma del fatto che le stelle racchiuse nel riquadro rappresentino l’ammasso aperto delle Pleiadi.
Riporto dal libro Le donne blu e altre storie di Cino Boccazzi a pagg. 95-96

«[…] Nel Tazoult, su una parete orientata a nord. Sono incise sette spirali riproducenti nella loro disposizione le Pleiadi, che i tuareg, nella loro antichissima lingua libico-berbera, di derivazione semita, chiamano Chetahod, ossia le “sorelle di luce”. Una cornice rettangolare di un metro per due racchiude sei spirali, mentre la settima, fuori e in alto corrisponde alla Pleiade più piccola e meno luminosa, chiamata in tamascek Titnut Ebtet, quella che ha un occhio solo, perché non risulta in coppia con le altre. […] Fino a epoca recente, i nomadi sahariani usavano disegnarle sulla sabbia, chiuse in una cornice rettangolare, quale segno propiziatorio in attesa della pioggia. […]»

Considerazioni

Mi sembra che si possa ritenere che le Pleiadi fossero rappresentate nell’antichità, almeno le sei più luminose, racchiuse da un rettangolo o quadrato e che esse fossero considerate portatrici di acqua.

In considerazione dello spostamento zodiacale degli Equinozi e dei Solstizi e della differente climatologia delle varie regioni del Mediterraneo, ritengo improbabile che l’originaria associazione delle Pleiadi all’acqua riguardasse l’arrivo della stagione delle piogge. Ritengo invece che, come gia detto, l’associazione abbia riguardato una catastrofe celeste, forse quella che provocò il Diluvio Universale nel sesto millennio a.C. I popoli antichi avrebbero tramandato questa associazione e alcuni popoli avrebbero trasformato questo mito nell’annuncio di pioggia al loro riapparire alla sera.

Senenmut avrebbe dunque effettuata una rappresentazione del mito. Avrebbe disegnato quattro delle sei Pleiadi all’interno di un quadrato e tre gocce, come simbolo di intense precipitazioni, quelle del Diluvio Universale, a cui guarda Osiride.