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Molto poco si sa sulla natura dell'omosessualità nell'antico Egitto.
La maggior parte di quel che gli storici presumono, è basato su interpretazioni, e ciò è dovuto principalmente alla carenza di fonti e documenti. L'arte egizia rappresentava con grande spontaneità la sessualità femminile; non si può dire lo stesso di quella maschile. Tuttavia, va precisato che nei templi e nelle tombe, l'atto sessuale non veniva raffigurato
Essendo il tema abbastanza scabroso, molti musei ad es., tendono a non esporre reperti che potrebbero urtare la sensibilità dei visitatori. Non così ha fatto il nuovo museo Egizio di torino, esponendo il papiro “erotico” (sala 9 primo piano [grazie Anna]).
Comincerei da un’opera scritta, intitolata Il querelante di Memphis, ( o, Il richiedente di Memphis ) in modo da evitare dubbi e ipotesi, il “testo fa testo” oserei dire, con un giro di parole.

Ha una trama che ruota attorno alla relazione clandestina che intercorre tra un re (Neferkara - Pepi II) ed uno dei suoi comandanti militari (Sanset, Saneset, Sisene).
Il testo ci è pervenuto attraverso tre ritrovamenti. Un pannello ligneo datato alla 18/19 dinastia conservato presso Ist.Orientale Univ. di Chicago OIC 13 539. Un’ostracon da Deir el Medina, (O DeM 1214), e un papiro denominato Chassinat I, attualmente al Luovre: E 25351
Ecco un passaggio:
…[…] Teti, figlio di Henti […]. Allora [egli scorse] la maestà del re dell’alto e basso Egitto, Neferkara, che se ne andava nella notte in passeggiata solitaria, senza nessuno con lui. Allora egli [Teti] si allontano da lui per evitare che (il re) il re lo vedesse. Teti figlio di Henti si tenne invisibile, riflettendo e dicendosi (riflettè e si disse): “allora è così, (questa ) è dunque la verità, (su) ciò che si racconta: egli (il re) esce la notte !” Teti figlio di Henti seguì questo dio (= il re) senza che il suo cuore gli facesse dei rimproveri, per vedere quello che andava a fare. (Il re) arrivò alla casa del generale Sisene, lanciò un mattone e battè col piede, dopo di che, gli si fece scendere una scala (?). Salì, mentre Teti figlio di Henti restò ad aspettare finchè sua Maestà uscì. Dopo che sua Maestà ebbe fatto ciò che desiderava presso di lui ( cioè col Generale) si diresse poi verso il suo palazzo, e Teti lo seguì. Quando Sua Maestà fu entrato nella Grande Dimora, Teti ritornò a casa sua. Ora, Sua maestà, si era recato a casa del Generale Sisene, restandovi per quattro ore della notte……..

Non sappiamo che funzione abbia avuto Teti, per spiare il re, quando si reca dal Generale. La risposta è contenuta forse nel seguito del racconto, purtroppo perduto. Forse alla fine il re veniva svergognato e applicata la giustizia verso il “postulante di Menfi”.

Edda Bresciani.

Per approfondire, il testo, è pubblicato da G.Posener e scaricabile in:

www.williamapercy.com/wiki/images/Le_Conte.pdf

Alla prossima

[SM=g999100] ...Nec.